Oristano
4 Aprile 2016
Cari amici,
nei giorni scorsi ha lasciato
questa vita terrena Zaha Hadid,
architetto di fama mondiale irachena di nascita ma naturalizzata inglese, figura
straordinaria del mondo dell’arte che nella sua carriera professionale ha
conosciuto e apprezzato anche la nostra antica isola. Suo, infatti, il progetto
del museo sardo del Betile che avrebbe dovuto sorgere a Cagliari, quartiere di
Sant’Elia, e raccogliere le migliori testimonianze della nostra storia
millenaria. Dotata di una fantasia straordinaria l’artista è stata la prima
grande donna architetto del mondo che ha saputo felicemente coniugare moderno e
antico, innovando senza distruggere il passato, amalgamando le sue nuove, ardite ma dolci
linee, con la semplicità, a volte unica, dei nostri antichi progenitori.
In Sardegna, innamorata della
nostra antichissima cultura, Zaha Hadid ipotizzò di realizzare a Cagliari, sua
capitale, un museo che ricordasse il nostro incredibile e unico passato: il Museo del Betile. Così si sarebbe
dovuta chiamare la sua opera, che sarebbe stata il simbolo di quella millenaria civiltà
nuragica, le cui testimonianze continuano ad essere presenti e affascinanti, resistendo senza timore e sfidando il
tempo. Oggi quel museo sarebbe stato uno splendido spazio culturale unico al
mondo, dove tutti avrebbero potuto ammirare i gioielli del nostro passato, a
partire dai Giganti di Mont’e Prama, ma, purtroppo, la nostra ignavia di sardi,
frutto certamente di una colonizzazione durata troppo a lungo e che ha
rafforzato quell’individualismo atavico che ci contraddistingue, ha fatto sì
che questo progetto restasse solo un sogno.
La perdita della straordinaria
artista irachena, stroncata a soli 65 anni da un banale attacco di cuore
seguito ad una brutta bronchite, ha lasciato una grande tristezza in tutto il
mondo dell’arte, in particolare nei sardi che amavano il suo progetto, cancellando
in loro la speranza di veder realizzato quello straordinario museo (splendido
nelle sue linee ma rimasto sulla carta), spazio culturale che avrebbe potuto
mostrare al mondo chi siamo, veramente, noi sardi!
Purtroppo resteranno solo un
sogno le morbide linee della sua opera, ispirate alle semplici forme naturali concepite dai nostri
antenati: le stesse presenti nei vari Betili posizionati nei nostri antichi
luoghi di culto. Un museo, quello da Lei concepito, nato per ricreare, in età
moderna, lo stesso pàthos che i capolavori dell’Arte Nuragica sicuramente
avevano sui nostri antenati.
Cari amici, questi giorni
scorsi, nelle mie lunghe scorribande su Internet, ho letto con interesse la
“riflessione” che l’amico Beppe Meloni ha voluto fare sull’argomento.
Ritenendolo di buon interesse anche per Voi, ve lo ripropongo. Eccolo.
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ORISTANO
E LE SUE STORIE
“Nel
ricordo di Zaha Hadid la nuova casa dei Giganti di Mont'e Prama”
di Beppe Meloni
Fatale un infarto in ospedale a
Miami, ci ha lasciati a 65 anni Zaha Hadid, grande e geniale protagonista
dell'architettura moderna che ha progettato il Betile di Cagliari, che dovrà
diventare il museo dell'arte nuragica e contemporanea della Sardegna. Di lei e
della su arte mirabile abbiamo scritto tempo fa sul settimanale “L'Arborense”,
ipotizzando un Consorzio di Comuni dell'Oristanese per la gestione dei Giganti
di Mont'e Prama. Sulla falsariga di quanto già fatto in Marmilla con il
consorzio de Sa Corona Arrubia.', voluto e creato dallo studioso Giovanni
Lilliu, per una gestione partecipata dei beni culturali di quell'antico pezzo
di Sardegna. Il tutto nella logica che sta alla base dell'elaborazione
culturale sottesa alla nascita dei Giganti di Mont'e Prama, che non può e non
deve essere scissa dal paesaggio che l'ha prodotta: le zone umide del Sinis con
il loro patrimonio floro-faunistico, il Monte Arci per la produzione di
ossidiana, il Montiferru da cui scaturiscono le prime sorgenti che alimentano il
territorio, l'area marina protetta del Sinis con i suoi quarzi e i suoi fondali
ancora da esplorare. Nel segno di un nuovo modo di intendere il bene culturale
in senso lato, e di una condivisione di appartenenza senza sterili
campanilismi. Avendo a cura unicamente la realizzazione di un sogno: una
gestione integrale e partecipata delle ricchezze locali nell'interesse di tutto
il territorio e della sua valorizzazione turistico - culturale. Per questi
motivi candidammo a pieno titolo il territorio del Sinis, i suoi dolci rilievi
prospicienti il mare di quarzo per accogliere il nuovo museo del Betile,
progettato dall'architetto e designer irachena Zaha Hadid. Questo sogno,
purtroppo, non si è avverato, ma il bel progetto vincitore che realizzerà la
nuova e più grande casa dei Giganti, in riva allo stagno di Cabras, siamo certi
soddisferà le aspettative dell'Oristanese, espresse a suo tempo sulla stampa
isolana. Marchio identitario di un unico museo territoriale della civiltà
nuragica, luogo fortemente simbolico e centro propulsivo e polifunzionale,
aperto alla cultura e al turismo del mondo.
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Cari
amici, credo che se volessimo potremmo davvero dare ancora corpo ai sogni: il
progetto, concepito per Cagliari, potrebbe essere realizzato nel nostro Sinis
di Cabras, patria indiscussa dei nostri straordinari Giganti di Mont’e Prama! Basta volerlo!
A
domani.
Mario
UN PROGETTO DI ZAHA HADID
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