Oristano
9 Aprile 2016
Cari amici,
Dopo diversi mesi di
rinvio il 15 marzo 2016 è partita la sperimentazione dello SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale), dando inizio nella Pubblica Amministrazione ad una nuova
era, quella “digitale”. L’Italia dei servizi diventa online, è il caso di dirlo, attraverso
l’Identità Digitale, che consentirà lo snellimento di innumerevoli servizi,
prima svolti in maniera manuale, con evidenti vantaggi per il cittadino, che
potrà attivarli con diverse modalità. Il sistema, infatti, attraverso l’utilizzo
di un “PIN unico” consentirà al
cittadino di operare online, scegliendo, come diremo poi, tra tre diversi modelli
di accesso a cui corrispondono altrettanti differenti livelli di sicurezza.
I tre modelli (di accesso
e sicurezza) consentono:
A.l’utilizzo in fase di
autenticazione della sola abbinata user-password (primo livello);
B.la possibilità di
aggiungere una one-time password (secondo livello);
C.di integrare anche un
supporto fisico quale smart card o SIM mobile (terzo livello).
I livelli di sicurezza
più elevati (secondo e terzo) sono da utilizzare per accedere a determinati e
particolari servizi, per i quali è necessaria una maggiore confidenza rispetto
allo standard, come ad esempio porre in essere delle transazioni economiche, o
attestare particolari informazioni.
Ciascuno di noi (cittadino
o azienda), dunque, sta per entrare in possesso della sua nuova ‘identità digitale’, rilasciata dai
Gestori di Identità Digitale (Identity
Provider), soggetti privati ma accreditati da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), che, nel rispetto delle regole
emesse dall’Agenzia, sono stati autorizzati a fornire le identità digitali e gestire
l’autenticazione degli utenti. Per ottenere un’identità SPID l’utente deve
farne richiesta al gestore, il quale, dopo aver verificato i dati del richiedente,
emetterà l’identità digitale, rilasciando le credenziali all’utente. Ogni
gestore, a sua volta, può scegliere tra diverse modalità di verifica dell'autenticità della richiesta. Il cittadino è libero di
scegliere il gestore di identità digitale che preferisce, tra i tre attualmente autorizzati: InfoCert, Poste Italiane e Telecom Italia Trust
Technologies.
I servizi accessibili
con la SPID sono tanti: si partirà con circa 300 per arrivare e superare i 600,
forniti e resi disponibili non solo dalla Pubblica Amministrazione ma anche dai privati che
aderiscono al sistema. Il top (i 600 previsti) si prevede entro Giugno e potranno
comprendere, ad esempio, il pagamento della TASI o il bollo auto, oppure alcune
prestazioni sanitarie o il fascicolo dell’INPS. Molti i vantaggi anche per le aziende,
che potranno accedere più agevolmente alle pratiche legate agli adempimenti sul
lavoro.
L’obiettivo
dell’iniziativa, che, come sostiene il Presidente del Consiglio, dovrebbe
iniziare a diminuire il “divario” che ci separa dalle altre nazioni europee, è
quello di riuscire a ‘digitalizzare’ in poco tempo diverse fasce di popolazione: secondo i
dati Istat, infatti, nel 2015, soltanto il 60% degli italiani si è connesso a
Internet e appena il 30% degli utenti ha utilizzato la rete per interagire con
la Pubblica Amministrazione, forse anche per il timore della possibile violazione della privacy. Pur gestito da soggetti privati accreditati, grazie
alla vigilanza di Agid e del Garante Privacy, il Sistema sarà invece in grado di garantire
che i dati degli utenti verranno trattati nel pieno rispetto del Codice in
materia di protezione dei dati personali, evitando che sugli utenti vengano
compiute attività di “profilazione”.
Nella gestione del
nuovo strumento SPID gioca un ruolo essenziale la Carta Nazionale dei Servizi, quella già in nostro possesso e che comunemente chiamiamo Tessera
Sanitaria. La Tessera Sanitaria, è bene ricordarlo, è nata per permettere il
controllo e il monitoraggio della spesa sanitaria su tutto il territorio
nazionale, e a questa sarebbero dovute seguire la Carta Nazionale dei Servizi e
la Carta di Identità Elettronica (CNS e CIE); queste ultime, però, hanno scontato
ritardi più che decennali sulla loro digitalizzazione, in particolare il
documento di identità. Nell’incertezza, si è dato vita, per ora, ad un
documento “misto” (che ha sostituito con l'inclusione di un micro-chip la precedente Carta Sanitaria), che ora racchiude sia la funzione di tessera sanitaria che
di carta nazionale dei Servizi.
Cari amici, una nuova
rivoluzione informatica è dunque partita: il nuovo Sistema Pubblico d'Identità Digitale permetterà
ai cittadini di accedere con un PIN universale (mandando in pensione la giungla
di user Id e password) sia ai servizi della Pubblica Amministrazione che a quelli
dei privati che hanno aderito. L'obiettivo del Governo è di consegnare il PIN
unico a 10 milioni di cittadini ed aziende entro il 2017. Situazioni
contributive INPS, iscrizioni scolastiche, prenotazioni sanitarie, pratiche
d'impresa, e quant’altro potranno d'ora in poi essere gestite direttamente in
rete. Funzionerà? Sarà un successo? Forse sì, forse no.
La mia opinione, perchè l'iniziativa abbia un
buon successo, è che bisognerà da subito coinvolgere la rete territoriale dello Stato. In parole povere è indispensabile allargare il supporto di conoscenza e assistenza da
fornire all’utenza, coinvolgendo gli altri presìdi statali ‘decentrati’ sul territorio, da
affiancare agli attuali tre gestori. La rete dei Comuni, per esempio, in particolare
quelli minori, che sono da sempre riconosciuti dai cittadini come il punto di riferimento a loro
più vicino, e che tradizionalmente si occupano già della gestione della loro
identità (dai documenti ai dati anagrafici) e dell’attività svolta. Forse, in
questo modo, l’Italia avanzerà più velocemente nella necessaria digitalizzazione, avvicinandosi agli altri Paesi già notevolmente più avanti.
A domani.
Mario
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