Oristano
8 Aprile 2016
Cari amici,
Una delle mode
altamente pericolose, importata dai paesi nordici, che sta dilagando tra i giovanissimi è quella
del consumo di quantità smodate di alcol. Un pericolo da loro sottovalutato in quanto travestito da moda, un rito insomma che "fa tendenza", ma che porta invece conseguenze
molto serie. Le ultime statistica danno in aumento, anche in Italia, il “Binge Drinking”, com'è chiamato questo smodato consumo di forti quantità di bevande alcoliche fuori dai pasti
da parte degli adolescenti. Uno dei motivi è quello di potersi stordire velocemente in
compagnia, rito praticato in genere in occasione di feste collettive
oppure durante il fine settimana. Questo pericoloso e irresponsabile comportamento ha già creato
forte preoccupazione nelle nostre strutture sanitarie per le conseguenze che comporta.
Il fenomeno Binge Drinking
(letteralmente “abbuffata alcolica”), cari amici, non è solo una pericolosa sbronza
fuori programma, che “passa” in poco tempo, ma qualcosa di ben più complesso. L'abuso di
alcolici nell'età dello sviluppo altera le fibre nervose, rendendo i giovani
più sensibili all'alcol; inoltre, risultando coinvolta la corteccia
pre-frontale, sede del centro della memoria, le emozioni e la capacità
decisionale del soggetto ne vengono alterate; abuso di alcool che non crea solo un
problema di dipendenza, ma anche tutta una serie di danni irreversibili al cervello. Il
Binge Drinking, dunque, abitudine deleteria, da combattere con forza.
Il problema alcol tra i giovani e i giovanissimi sta assumendo anche in Italia, le proporzioni di una vera
e propria emergenza: le stime parlano di un milione di under-20 a rischio per i
danni da alcol e sono almeno 400 mila quelli con l’abitudine del Binge Drinking,
definito come il consumo di 4-6 drink nell’arco di due ore. Il pericoloso
fenomeno, iniziato alla fine del secolo scorso nel mondo degli adolescenti, si
è aggravato agli inizi di questo millennio; numerose indagini sono state
condotte per stimare l’evolversi del fenomeno e delle sue deleterie conseguenze,
soprattutto sul cervello.
Uno degli ultimi studi,
pubblicato sulla rivista The Journal of Neuroscience, condotto dai ricercatori
della University of Massachusetts Amherst e della Louisiana State University,
ha accertato che l’abuso di alcol su un cervello ancora in fase di sviluppo crea
alterazioni nella mielina, una sostanza che avvolge le fibre nervose e che ha
il ruolo di facilitare e velocizzare la trasmissione degli impulsi nervosi.
Osservando ciò che accade nel cervello di topi sottoposti all’abuso di alcol
per sole due settimane, il team ha osservato forti deficit di mielina in un’area
specifica, la corteccia prefrontale, il centro cerebrale in cui sono regolate
le emozioni e la capacità di prendere decisioni, e che influenza anche il
comportamento.
«Questi risultati suggeriscono che
l’alcol può avere un impatto fortemente negativo sullo sviluppo del cervello
umano e conseguenze permanenti in alcune aree cerebrali importanti per
controllare gli impulsi nervosi e prendere decisioni - spiegano i
ricercatori statunitensi, sottolineando anche che - le fibre nervose sono
sensibili all’alcol e che queste alterazioni strutturali possono essere
«associate alla manifestazione precoce di alcolismo». I dati raccolti
nello studio hanno stabilito che il Binge Drinking in età adolescenziale può comportare conseguenze permanenti sia sul comportamento che
sulle capacità cognitive del soggetto, oltre che predisporlo all’alcol-dipendenza in età
adulta.
I dati Istat relativi
al 2014 mostrano che il 14,5 % degli adolescenti ricorre al Binge Drinking per
lo più nei momenti di socializzazione (www.istat.it).
Le ragioni del dilagare di questo fenomeno vanno ricercate nel bisogno che gli
adolescenti hanno di fare gruppo, di “appartenere ad un contesto collettivo” spesso plagiante,
la cui influenza è tale da costringerli all’imitazione. Ecco perché al consumo
collettivo di alcol è associata una serie di comportamenti a rischio quali
l’attività sessuale precoce, le assenze e la riduzione delle prestazioni
scolastiche, la delinquenza giovanile, la violenza, il bullismo e così via.
Cari amici, ad un
fenomeno con un potenziale così pericoloso è necessario cercare di porre
rimedio: i genitori per primi possono svolgere una funzione importante,
addirittura determinante. L’adolescenza è un periodo molto critico nella
gestione educativa di un figlio, in quanto caratterizzato dai forti contrasti
relativi all’esigenza di autonomia richiesta dall’adolescente e dalle pressioni esercitate su di lui dal “gruppo”. La fase adolescenziale non può essere né troppo libertaria né troppo rigida, ma
discretamente regolativa; per questo non può mancare il dialogo dei genitori con i propri figli,
informandoli sui rischi correlati all’utilizzo di alcol e assumendo, in prima
persona, atteggiamenti idonei nei confronti delle bevande alcoliche. Questo
perché il comportamento nel bere dei genitori (parental modelling), può
influenzare non poco l’assunzione di alcol da parte dei figli.
Credo che la corretta preparazione
alla vita di un adolescente comporti un serio impegno sia da parte dei genitori che della
scuola. Studi recenti confermano che i genitori che interagiscono in modo
attivo con i propri figli, condividendone le passioni e gli interessi, conoscendone
gli amici e riuscendo a discutere con loro dei problemi che li preoccupano, svolgono
un ruolo fondamentale nella prevenzione dei possibili comportamenti a rischio. Se
poi anche la scuola, coordinandosi con i genitori, opera sul giovane allo
stesso modo, il risultato sarà sicuramente raggiunto.
A domani.
Mario
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