domenica, luglio 31, 2022

IL RISPETTO E L'ACCETTAZIONE DELLA PARITÀ DI GENERE COMINCIANO DALLA SCUOLA PRIMARIA. DA LEGGERE UN INTERESSANTE LIBRO DI PATRIZIA DANIELI.


Oristano 31 luglio 2022

Cari amici,

Voglio concludere i post di luglio con una riflessione sulla PARITÀ DI GENERE”. L'uguaglianza tra i due sessi parte da un presupposto apparentemente semplice: non devono esistere “differenze” tra uomini e donne. L’esperienza umana, però, ci insegna che questo presupposto, non è affatto semplice, ma alquanto complesso, in quanto non è mai stato applicato in tutta la sua interezza a causa di un comportamento da tempo immemorabile radicato nella specie umana: il maschilismo. È questo un termine che sta ad indicare quella sommatoria di comportamenti e atteggiamenti (personali, sociali, culturali) con cui i maschi in genere, o alcuni di essi, esprimono la convinzione di una propria superiorità nei confronti delle donne, sia sul piano intellettuale, psicologico, biologico, e così via.

Lo stesso dizionario Garzanti così definisce il maschilismo: «Atteggiamento psicologico e culturale fondato sulla presunta superiorità dell’uomo sulla donna; comportamento sociale determinato da questo atteggiamento». Il maschilismo è dunque un atteggiamento che si manifesta in contesti sociali e privati e che si traduce in pratiche quotidiane che possono essere violente, repressive, offensive o anche semplicemente paternalistiche, basate sulla convinzione che gli uomini siano superiori alle donne: il tutto partendo da una innata differenza biologica, dalla minore forza fisica femminile, e dalle sue conseguenze storiche. Un atteggiamento, quello maschilista, che stabilisce una gerarchia tra uomini e donne, in cui le donne sono considerate “naturalmente” inferiori anche sul piano intellettuale, sociale e politico. Il maschilismo è dunque una forma di sessismo, cioè una discriminazione nei confronti delle persone basata sul genere sessuale. Come ogni discriminazione, trasforma le differenze in pretese di superiorità, confondendo le due cose.

Chiarito questo concetto la domanda che oggi continuiamo a porci, arrivati al terzo millennio, è come porre fine a questa disparità, che continua a sacrificare le donne, in nome di un maschilismo che bisogna arrivare a vincere per arrivare a quella uguaglianza tanto declamata a parole ma mai realizzata nella pratica, arrivando ad una reale e concreta “PARITÀ DI GENERE”. EDUCARE ALLA PARITA’ DI GENERE è dunque un imperativo che deve essere perseguito senza titubanza, e lo si può fare educando le nuove generazioni fin dalla più tenera età.

Nelle azioni di contrasto al maschilismo, cercando quella parità che manca, la struttura più consona è certamente la scuola, che però continua ad essere un grande assente. Indubbiamente non è l’unica struttura deputata, perché necessita della famiglia e della Società, ma la scuola è il fulcro dell’educazione alla parità, che deve partire dalle prime classi delle scuole elementari e forse anche prima. È proprio in questo inizio di “formazione” che tutti quegli stereotipi che differenziano i bambini dalle bambine vanno rimossi.

Stereotipi, cari amici, che vengono interiorizzati fin dalla più tenera età perché vengono "veicolati, più o meno consapevolmente, dagli e dalle insegnanti", come ha spiegato a Valigia Blu Antonella Veltri – Presidente di D.i.Re, Donne in rete contro la violenza. Stereotipi che, come rilevato da un’indagine dell’Istat, sono ancora molto presenti nella popolazione. Tra i più comuni: “per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro” (32,5%), “gli uomini sono meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche” (31,5%), “è l'uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia” (27,9%). Per quanto riguarda la violenza sessuale, il 39,3% della popolazione ritiene che una donna è in grado di sottrarsi a un rapporto se davvero non lo vuole, il 23,9% pensa che le donne possano provocare con il loro modo di vestire, mentre il 15,1% è dell’opinione se si subisce una violenza sessuale quando si è ubriache o sotto l’effetto di droghe si è almeno in parte responsabili.

Di recente in libreria, possiamo trovare un interessante libro sul problema: lo ha scritto Patrizia Danieli pedagogista e insegnante di scuola primaria. Il volume dal titolo “Che genere di stereotipi” è pubblicato da Ledizioni. In questo libro l’autrice, rivolgendosi al corpo insegnante della scuola primaria, lo esorta ad operare concretamente con queste parole: "Vi svelo come insegnare ai bambini della scuola elementare la parità di genere, per una società libera dal maschilismo". Il libro, infatti, contiene delle proposte: materiali, ricerche, giochi, per l’insegnante e per chiunque senta responsabilità educative. Sono questi dei validi strumenti per costruire una cultura della parità. Credo sia utile a genitori e insegnanti, se vogliamo che, passo dopo passo, il maschilismo lascia spazio ad una reale e concreta “parità di genere”.

A domani.

Mario

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