Oristano 25 luglio 2022
Cari amici,
Gli effetti economici della
guerra tra Russia e Ucraina si stanno facendo già sentire. Dopo le “sanzioni”
comminate dall’Occidente, Putin ha deciso di punire i Paesi europei con il taglio
del gas, Italia compresa, per cui, a parte i tentativi di compensazione con
altre forniture, nel prossimo inverno i problemi non mancheranno di certo: l’ipotesi
più accreditata e che lo dovremo passare più al freddo che nei precedenti
inverni. Non è solo un problema di prezzo dell’energia, già schizzato alle stelle,
ma di quantità disponibile, tanto che, quella presente, dovrà essere meglio distribuita.
Il problema è serio. Era già in corso di
preparazione, prima della caduta del Governo, da parte delle autorità preposte, un “Piano
d’emergenza nazionale sulla crisi energetica”, che prevedeva diversi tagli di
luce e gas e coprifuoco, sia per il settore commerciale che per quello domestico
delle civili abitazioni. Il convincimento era che tutti avrebbero dovuto fare
dei sacrifici, distribuiti nella maniera più equa possibile. Il “piano
in corso di preparazione” non era certo una soluzione definitiva, ma una misura provvisoria,
temporanea, in attesa di ulteriori fonti di approvvigionamento. Ovviamente il problema rimane, anche con un Governo di "ordinaria amministrazione".
Il piano governativo, per
quanto ancora in fase di elaborazione, sarebbe già stato predisposto nei più piccoli
dettagli. Ma vediamo insieme il suo probabile contenuto, anticipato sulle
pagine de “Il Messaggero”. Questo piano, predisposto dal Governo Draghi, ha previsto un piano di rientro dall’emergenza energetica suddiviso
in più fasi. Misure, in realtà, alquanto drastiche e molto restrittive; per
esempio, si vorrebbe il coprifuoco per i negozi e per i locali rispettivamente
alle ore 19 e alle ore 23 e la chiusura anticipata per gli uffici pubblici alle
ore 17.30. Ma vediamo insieme gli altri punti previsti per il razionamento
delle forniture che, con molta probabilità, verranno comunque messe in atto.
1.La temperatura in tutte
le strutture pubbliche non potrà mai superare i 19 gradi d’inverno ed essere
sempre mai inferiore ai 27 gradi d’estate;
2.Nelle abitazioni private
i termosifoni avranno delle limitazioni sugli orari di erogazione e, comunque,
la riduzione di 2 gradi della temperatura;
3.La pubblica
illuminazione avrà dei tagli e delle riduzioni d’orario, sia in città che nelle
strutture di servizio pubblico, fino ad una diminuzione del 40%; un lampione su
due funzionerà durante la notte.
4.Nelle abitazioni private,
oltre la riduzione sul riscaldamento in inverno, dovrà essere limitata anche l’aria
condizionata in estate, e dovrà essere ridotta l’illuminazione esterna,
condomini compresi.
Questo pacchetto di “misure
estreme” è certamente ancora da completare, anche se certamente quanto già noto ha un fondo di
verità. Indubbiamente, finché ci sarà il blocco di fornitura di gas dalla
Russia, si dovrà centellinare e distribuire bene la fornitura energetica che
abbiamo e ovviamente trovare anche altre fonti alternative, interne ed esterne,
in modo da poter colmare le necessità pubbliche e private. Il Ministro Cingolani,
relativamente ai necessari risparmi da effettuare, ha dichiarato: “il
risparmio dei consumi del gas nel settore residenziale, il 30 per cento del
totale, è cruciale, per cui stiamo discutendo con altri ministeri di un
progetto rapido di informazione, tipo Pubblicità e progresso, su due grandi
settori: l'energia, appunto, e l'acqua: serve sobrietà, se gli utenti non sono
sensibili al risparmio, le politiche sono inutili”.
I sacrifici in vista
vengono descritti dall’ENEA come un’opportunità di risparmio. Secondo l’Ente
per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente, i tagli consentiranno a una
famiglia tipo di risparmiare quasi 180 euro in bolletta (salvo queste non
continuino ad aumentare) e di abbassare i consumi nazionali di circa 2,7
miliardi di metri cubi di gas. L’Enea è ancor più ottimista e ipotizza, con un
taglio alle temperature dei caloriferi di almeno 2 gradi, che i benefici
saranno il doppio: 360 euro di risparmi e circa 5,5 miliardi di metri cubi di
gas in meno da consumare.
Cari amici, il momento
non è certo facile, sia dal punto di vista energetico che economico, oltre che politico, per cui i
prossimi mesi saranno per l’Italia alquanto difficili. Il Governo spera di non dover
attuare integralmente il piano d’emergenza ipotizzato, e per questo sono in
pieno svolgimento i contatti tra Mite, Mise e Mef con le società di
distribuzione locale e Terna (che si occupa delle reti di trasmissione
dell'energia elettrica in alta tensione). C’è sole da ben sperare…in un futuro purtroppo ad alto rischio!
A domani.
Mario
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