Oristano 18 luglio 2022
Cari amici,
Tutti, credo, conosciamo
l’azienda “TISCALI”, fondata nel gennaio 1998 a Cagliari da Renato Soru, in
seguito alla deregolamentazione del mercato telefonico italiano. Per i più
curiosi dico che il nome dato all'azienda è quello dell'omonimo monte sardo
Tiscali, in cui sono presenti i resti di un villaggio nuragico risalente al VI-IV
secolo a.C. Nel corso della sia vita ultraventennale Tiscali è diventata un’azienda
telefonica nota nel mondo, con legami forti e decisivi con altri partners del
settore.
Il recente accordo
sottoscritto da Tiscali con Linkem ha dato vita ad un nuovo operatore italiano
di rete fissa e mobile. È un gruppo leader nell’ultra-broadband, nella
tecnologia FWA (fixed wireless access) e FTTH (fiber to the home), con una
quota di mercato complessiva pari al 19,4%, ovvero sarà il quinto operatore nel
mercato fisso e il primo nella banda ultra-larga. Questo è quanto si apprende
dalla nota ufficiale del Gruppo Tiscali e del ramo retail del Gruppo Linkem, in
merito al progetto di integrazione delle due società di telecomunicazioni.
Amici, ho fatto questa
premessa per parlarvi della recente operazione che questa neo-società vuole
portare avanti nel campo agro-alimentare in Sardegna. La società, guidata da
Davide Rota, ha voluto incontrare gli agricoltori sardi del Distretto Rurale
della Barbagia per disegnare insieme un processo di transizione digitale del
territorio, attraverso l’impiego della soluzione “Linkem 4Farm”. Tiscali e
Linkem, dunque, intendono promuovere, per la prima volta nella Regione Sardegna,
un evento di formazione e promozione, contenuto nella proposta Linkem 4Farm, una
soluzione di agricoltura di precisione costruita in partnership con la start up
leader nel settore smart farming, xFarm Technologies.
L’incontro, ospitato a
Sarule del Distretto Rurale della Barbagia (Distretto riconosciuto dalla
Regione Autonoma della Sardegna nel maggio del 2020), che funziona come una
vera e propria agenzia di sviluppo privata, è in realtà un efficace braccio
operativo in campo economico e sociale dell’Unione dei Comuni della Barbagia e
degli otto Comuni aderenti (Gavoi, Lodine, Ollolai, Olzai, Oniferi, Ovodda,
Sarule e Tiana).
L’attuale Presidente del
Distretto è l’avvocato 47enne Efisio Arbau che ha le idee chiare sul cammino
che l’agricoltura sarda deve seguire nei prossimi anni. “Stiamo pagando i
tanti soldi dati per non produrre, lasciando i terreni incolti – ha
spiegato Arbau - ma è arrivato il momento di cambiare direzione. Gli
agricoltori e in generale gli attori del mondo rurale, Enti locali compresi,
devono darsi una strategia; oggi una grande opportunità è data dalla
programmazione dei fondi comunitari 2023/2027. Saremo competitivi solo se
saremo capaci di costruire un’identità agricola vera, riconoscibile e
spendibile nel mercato, fondata su due capisaldi: il biologico e i distretti”.
Ebbene, poiché In questo processo
di transizione il digitale rappresenta una grande opportunità, il Distretto
rurale della Barbagia ha individuato in Linkem e Tiscali un’interessante
opportunità per la promozione di innovazioni che sappiano favorire
ecosostenibilità, maggiore controllo della qualità del prodotto e
ottimizzazione della gestione dell’azienda agricola. Un incontro, quello prima
accennato, capace di attivare un proficuo dialogo con i 153 soci del Distretto
rurale, con lo scopo di raccogliere le esigenze in ambito di digitalizzazione
delle attività agricole e locali, nonché della produzione di beni o servizi.
Il 2021 è stato un anno
straordinario per gli investimenti in agricoltura 4.0 delle aziende italiane,
con il mercato che ha raggiunto un valore di 1,6 miliardi di euro. Nel 2019 era
di 450 milioni, quindi in soli due anni la crescita è stata superiore al 250%. Il
lavoro da fare è però ancora molto. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart
Agrifood Polimi solo il 60% degli agricoltori nel 2021 ha utilizzato almeno una
soluzione di smart farming, mentre il 26% delle aziende agricole prevede
investimenti sui sistemi di analisi dei dati e di supporto alle decisioni
(DSS).
Detto questo, anche in
Sardegna diventa necessario avviare senza indugio un processo tecnologico di
transizione digitale, attraverso la fornitura di soluzioni di connettività ad
alta performance ad oggi disponibili anche nelle zone rurali, software e cloud
per l’ottimizzazione della gestione colturale, strumenti intelligenti a supporto
delle decisioni in ambito di agricolo e infine sensoristica IoT di rilevazione
dello stato fisiologico delle colture, di gestione intelligente
dell’irrigazione e di individuazione preventiva dei fattori di infezione dei
patogeni nelle colture.
Cari amici, la Sardegna
potrebbe recitare, anche in campo agricolo, un ruolo certamente molto diverso
da quello attuale, e costruire così un futuro economico di valore, capace di
frenare la fuga dei tanti giovani che oggi emigrano! Venga dunque l’innovazione,
capace di riuscire a far uscire dal guscio anche la nostra isola, da troppo tempo
ancorata al passato.
A domani.
Mario
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