Oristano 14 luglio 2022
Cari amici,
Un antico, saggio proverbio afferma che "Tanto tuonò che piovve", e io oggi uso questo proverbio come incipit per dire che
anche l’umanità potrebbe aver iniziato a vedere la sua fine! La scomparsa
degli insetti impollinatori è già evidente ed è un pessimo segnale; un’estinzione pericolosissima, che mette a
rischio la stessa esistenza dell’uomo sulla terra. Il problema della scomparsa
degli impollinatori viene spesso sottovalutato, un problema del quale molti sembrano non curarsi.
Chi non se ne cura, però, deve sapere che da questi insetti dipende il
futuro dell’uomo sulla terra!
Senza lo straordinario
lavoro di impollinazione, fatto dai numerosi insetti, come api selvatiche,
bombi, vespe, farfalle e molti altri, i numerosi fruttiferi che utilizziamo per
alimentarci non ci darebbero i loro meravigliosi frutti, mettendo così in crisi
un millenario ecosistema strutturato per la produzione del cibo con cui ci
alimentiamo. Ora, uno studio condotto da un team di ricercatori della University
of California Riverside, guidato dall'entomologa Hollis Woodard,
rivela una realtà già drammatica: i bombi, un tempo specie dominante nello Stato
americano, risultano esser oggi pressoché assenti.
Il problema è davvero
serio, anzi di enorme pericolosità! Di bombi, nelle diverse specie, ne esistono
oltre 260 varietà. Una trentina di queste vivevano in California, dove sono
considerate indispensabili per l'impollinazione. E a loro che si deve la fecondazione di pomodori, peperoni e mirtilli rossi. Le api, benché importantissime, in
questo Stato dove le temperature non sono mai alte, sono meno efficienti,
perché incapaci di operare alle basse temperature. Un lavoro più favorevole ai
bombi, dunque, insetti impollinatori più a loro agio e quindi considerati della massima importanza, ai quali gli
esperti attribuiscono un grande valore, in quanto impollinano raccolti per un
valore globale di quasi 3 miliardi di dollari.
Che questi importanti
insetti impollinatori stiano rischiando l'estinzione è confermato anche da una
ricerca del Wwf. Secondo il Wwf, infatti, ben il 40% delle specie di questi insetti impollinatori è a rischio di estinzione nel mondo. I dati sono stati resi noti in
occasione della Giornata mondiale a loro dedicata. Come continuano ad avvertire
i naturalisti, da questi insetti dipende la riproduzione di circa il 90% di
tutte le piante selvatiche con fiore e l’80% delle piante produttrici di cibo e
prodotti per il consumo umano. “Un'estinzione silenziosa, che mette a
rischio la biodiversità globale, ma anche la nostra capacità di produrre cibo
in maniera naturale”, afferma l’associazione internazionale.
Stante questo pericoloso problema,
il Wwf ha lanciato il progetto “Diamo una casa alle api”, realizzato
grazie alla campagna di raccolta fondi sulla piattaforma ForFunding di Intesa
Sanpaolo, per impiantare e gestire venti nuove aree dedicate agli impollinatori
nelle oasi sparse su tutto il territorio nazionale. Sono stati raccolti 487.513
euro da 847 sostenitori, il 139% del budget fissato.
“Ma tutto questo non
basta – afferma la ONG del panda in una nota -. È indispensabile mettere
al bando i pesticidi più nocivi, lasciare più spazio alla biodiversità negli
ambienti agricoli, contrastare il cambiamento climatico, anche attraverso delle
iniziative organizzate in diverse parti d’Italia, a cui Wwf intende
partecipare”. Amici, vespe, farfalle, falene, coleotteri: sono oltre
ventimila le specie che garantiscono un servizio indispensabile, quello
dell’impollinazione. Da loro dipende il 35% della produzione agricola mondiale,
con un valore economico stimato ogni anno di oltre 153 miliardi di euro a
livello globale e 22 miliardi di euro in Europa. Cifre davvero impossibili da
ignorare!
Cari amici, gli
americani, che in fatto di idee innovativi non sono secondi a nessuno, hanno di
recente lanciato dei programmi per incentivare la salvezza di questi
impollinatori. In Minnesota, per esempio, è stato recentemente approvato un
programma per finanziare chi renderà i propri giardini attraenti per gli
insetti. Il programma ha l’obiettivo di salvare alcune specie di impollinatori,
tra cui il Bombus affinus, come detto a rischio estinzione. Lo Stato destinerà
900 mila dollari che saranno distribuiti ai proprietari di case che intendano
trasformare gli spazi esterni in habitat favorevoli per il bombo, per le api e
per altri insetti. Saranno premiati coloro che pianteranno nelle proprie aree
verdi determinati erbe e fiori selvatici, fonte di cibo per gli impollinatori.
Chissà che finalmente i tanti refrattari siano arrivati a capire che incentivare la
sopravvivenza degli impollinatori è la strada giusta da seguire per
salvare la specie umana…
A domani.
Mario
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