Oristano
8 Giugno 2018
Cari amici,
A ripercorrere
mentalmente l’evoluzione che nei secoli ha subito l’incontro e l’unione di due
persone, (con il fine principale di perpetuare la specie), c’è davvero da
restare non solo meravigliati ma addirittura esterrefatti! Chi è amante della
storia sa che in tempi lontani l’unione tra due persone che lasciavano la
famiglia per formarne un’altra era assoggettata a regole ben precise, riportate
in un vero e proprio contratto stipulato
tra i due nuclei familiari: quell dello sposo e quello della sposa. In queste prime
fasi, il così detto “fuoco d’amore”, quell’attrazione fatale di cui tanto oggi si
parla, non solo non era realtà, ma non esisteva nemmeno nella mente o nel sogno
di chi intendeva lasciare la casa per formare un nuovo nucleo familiare.
Ho già avuto modo di
trattare questo argomento in un post su questo blog il 7 Ottobre 2016; chi
fosse curioso e interessato a leggerlo può utilizzare il presente link: http://amicomario.blogspot.com/2016/10/sardegna-tradizioni-matrimoniali.html.
Ebbene, nonostante la riflessione già fatta, oggi torno sull’argomento attratto
dalle ultime notizie diffuse nel Web che affermano che “il modo di conoscersi e magari creare una nuova famiglia” continua
inesorabilmente a cambiare. In che modo?
Viviamo, ormai, trasferiti dalle piazze reali (dove prima avvenivano la gran parte
degli incontri) a quelle virtuali, dove imperversano i Social, moderni mezzi di
comunicazione e di relazione tra giovani e meno giovani. Mentre in un determinato periodo il sogno
delle ragazze era il “Principe azzurro” che veniva e prenderle in groppa ad un
vero cavallo bianco, ora il principe azzurro arriva a cavallo di un post!
A leggere i giornali di
gossip tutto questo appare chiaro ed evidente, non solo per le persone comuni, normali come noi,
ma addirittura per i personaggi famosi: il calciatore del Barcellona Roberto Sergi,
che di recente si è sposato a Tel Aviv con la modella americana, di origini
israeliane, Coral Simanovich, si racconta che abbia conosciuto l’amore della sua vita
incontrandola su Instagram; E non è l’unico caso famoso. Anche lo stilista
Philipp Plein, noto playboy, ha agganciato l’americana Morgan Brittany Osman
proprio su Instagram, luogo ormai deputato a sostituire i classici luoghi d’incontro
del passato. A noi sardi, facenti parte di un popolo che ha sempre custodito
gelosamente le antiche tradizioni, tutto questo sembra addirittura irreale, praticamente
impossibile.
Ai sardi come me, non più
giovanissimi, piace ricordare i bei tempi passati, quando l’avvicinamento alla
donna dei nostri sogni, era un percorso irto di molti ostacoli. Il
corteggiamento era lungo e difficilissimo. Una volta individuata la possibile “donna
del cuore”, nasceva spontanea la necessità di trasmettere in modo molto
riservato alla prescelta l’interesse nei suoi confronti. Si cominciava con
gesti e occhiate affettuose, magari la Domenica, quando con l’abbigliamento
della festa si andava in Chiesa per partecipare alla Messa. Gli sguardi
sostituivano le parole e l’interesse era chiaramente percepito da entrambe le
parti.
Altra occasione era l’incontro
con la candidata nelle vicinanze delle fontanelle pubbliche (quando l’acqua
potabile non era ancora a disposizione nelle case), o in occasione delle feste
patronali, battesimi, cresime e matrimoni, quando in allegria ci si poteva non
solo guardare ma anche, mantenendo la debita distanza, prendere per mano, ballare. Una volta che si era arrivati alla convinzione
che anche la ragazza poteva avere un certo interesse, si poteva arrivare a fare
la “serenata”, di notte, sotto la finestra dove dormiva la desiata donna da
conquistare.
Ovviamente ci voleva
del tempo, prima che l'innamorato decidesse di arrivare al dunque: chiedere
ufficialmente la mano della ragazza alla sua famiglia. La procedura era complessa.
L’accertamento presso la famiglia di lei del possibile gradimento del candidato sposo
era effettuato da un terzo individuo: il "SENSALE"; era questo personaggio serio e credibile, una persona notoriamente corretta, che prendeva il nome di “paraninfo”. L’innamorato lo utilizzava per “saggiare il terreno”, per verificare l’eventuale
compatibilità non solo tra i futuri sposi ma anche tra le famiglie.
Il messaggero-paraninfo,
scegliendo il giorno e l’ora più adatta, si recava a casa della famiglia della
ragazza, che, spesso immaginandone il motivo, lo facevano accomodare in cucina, come
da tradizione. Non immaginiamoci che questo ‘ambasciatore’ entrasse subito in
argomento: tutt’altro! Si parlava del tempo, dell’annata agraria, del fatto che
i genitori invecchiavano e i figli diventavano grandi, e, infine, della
necessità che questi figli iniziassero a pensare a formare una nuova famiglia.
Sempre, comunque, la
chiacchierata fatta in cucina era inserita in un discorso generale, mai focalizzato
sulle persone. L’ambasciatore, data la sua esperienza, dal tono e dalle
risposte nella conversazione si rendeva conto se la famiglia era propensa a
maritare la figlia, e solo in questo caso, si arrivava, alla fine, a parlare
delle persone e, infine del candidato. In certi casi non bastava una sola
visita, ma erano necessari successivi incontri, altre conversazioni, che
potevano portare ad un sì, oppure ad un elegante rifiuto.
Se la risposta era positiva,
la famiglia pregava l’intermediario di tornare assieme al giovane pretendente.
Il percorso, però, era ancora lungo. Tra le prime cose da affrontare c'era la dote e
la durata del fidanzamento, che non doveva essere mai lungo. L’ufficialità del fidanzamento
era testimoniata dal dono dell’anello alla ragazza. C’è da precisare anche che
l’accoglimento del fidanzato in casa, non lo autorizzava ad appartarsi con la
ragazza!
Di norma, fino al matrimonio, i contatti erano solo in presenza di
familiari e soprattutto molto casti. Altra cosa importante era il reperimento
della casa dove gli sposi sarebbero andati ad abitare, fornita di norma dallo
sposo, mentre il corredo era a carico della famiglia della sposa.
Cari amici, i giovani
di oggi a sentire tutta questa trafila fanne spallucce e sorridono, pensano
addirittura che siano favole inventate, mentre, invece, erano situazioni reali,
durate per secoli.
Oggi, invece, si vive in modo davvero molto diverso, in
tutti i sensi. Alle piazze reali si sono sostituite quelle virtuali, in un
crescendo di abolizione delle regole, che non si riesce a capire dove mai
potranno portarci. La famiglia, amici, oggi sotto l’aspetto di clan familiare,
non esiste più. Il grande desiderio di libertà ha aperto porte che, forse, in
passato mai si sarebbero neppure sognate. La mia considerazione è questa: forse
è vero che in passato si esagerava, escludendo i giovani dal consenso e dalla
libertà di scelta; ma oggi credete che questa libertà non sia andata un po’
troppo oltre? A Pensare che per prendersi e lasciarsi ormai basta un semplice click o un like....
A domani.
Mario
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