Cari amici,
Di Carlo Pisacane tanti
di noi sanno solo che è stato un grande patriota italiano, quello a cui lo scrittore e
poeta Luigi Mercantini dedicò la famosa poesia “La spigolatrice di Sapri”,
mandata a memoria negli anni scolastici da tanti di noi. Pochi oristanesi, però, sanno che
questo eroe tentò di approdare anche ad Oristano, inoltrando domanda di partecipazione al concorso per essere
assunto dall’Amministrazione Comunale come “Architetto Civico”. La scoperta di
questo curioso fatto è stata fatta dal Prof. Andrea Vigilante, ex dirigente
scolastico ora in pensione, studioso e scrittore di vaglia, che da tempo dedica allo studio e alla
ricerca molto del suo tempo, lasciandoci preziose opere.
Appassionato studioso
della storia, in particolare di quella del Meridione d’Italia, dopo aver
pubblicato una quindicina di testi dedicati al mondo dell’istruzione di cui è
stato per anni buon protagonista nel mondo della scuola, si è poi cimentato
nell'analisi di personaggi storici, tra cui appunto il "saggio breve" dedicato
al patriota Carlo Pisacane, studio che ha potuto realizzare grazie al fascicolo da Lui reperito casualmente
nell’Archivio Storico del Comune di Oristano. Dalle carte è emerso che nel 1855, precisamente nel mese di Aprile,
il Pisacane inoltrò all’Amministrazione comunale della nostra città domanda di
assunzione come “Architetto Civico”.
Una storia davvero
curiosa quella scoperta e poi riepilogata dal Prof. Vigilante, basata sui documenti storici
dell’epoca e che, grazie al suo meticoloso studio, hanno evidenziato
quei comportamenti umani ‘particolari’ che ieri come oggi, a seconda delle circostanze,
vengono messi in atto al di fuori delle normali regole burocratiche,
adattandole caso per caso alle necessità del momento. Ma, per meglio conoscere i
particolari di questa curiosa ed intrigante vicenda, ecco cosa ci ha raccontato il professore, analizzando quanto reperito nei
vecchi documenti d’archvio del nostro Comune.
Nella seconda metà dell’Ottocento
Oristano è una città che vive un certo sviluppo, cosa che porta l’Amministrazione
comunale a ipotizzare una nuova e moderna sistemazione urbanistica, più consona
alla città in crescita. Nel Febbraio del 1855 il Sindaco Gallisai avvia la
procedura per un Bando di concorso per la
nomina di un Architetto Civico. Vi partecipano due candidati: un certo
Aristide Ferrari, mantovano, e tale Alessandro Noci, della Provincia di Cremona. I
curriculum presentati, corredati dalla documentazione prevista, vengono
esaminati con scrupolosa attenzione, ed alla fine la scelta cade su Aristide
Ferrari.
Tutto sarebbe finito lì
se, all’improvviso, non fosse arrivato il colpo di scena: Ferrari rinuncia all’incarico.
Dopo la sorpresa generale viene riconvocato il Consiglio in seduta
straordinaria. In considerazione del fatto che nel frattempo è arrivata un’altra
domanda, inoltrata proprio dal Carlo Pisacane prima menzionato, il Consiglio
deve dirimere il dilemma: tornare sul soggetto prima scartato, il Noci, oppure, prima, radiografare
la nuova richiesta pervenuta. La discussione è lunga: i dubbi esistono eccome!
Il Pisacane, personaggio noto per la sua fama, è tenente del Corpo Militare del Genio; è sicuramente un esperto, anche se non può esibire il titolo specifico di ingegnere in quanto all’epoca il titolo non veniva formalmente riconosciuto agli ufficiali del Genio. Pisacane, però, ha fama di uomo capace, deciso e ardito, noto per le sue imprese anche fuori dai nostri confini. La sua notorietà è tale che, nella valutazione del Consiglio comunale, riesce a superare anche lo scoglio della “dimostrazione cartacea del suo titolo di studio” attestante le sue capacità ingegneristiche. Insomma, anche se l’uomo, notoriamente, “non è farina per fare ostie”, in quanto si professa ateo, cavalca idee socialiste e vuole risollevare le misere condizioni di vita dei braccianti, viene considerato idoneo a rivestire l'incarico. È dunque con vera meraviglia che alla fine delle animate discussioni, il Consiglio comunale, dove siedono nobili locali e importanti esponenti della Chiesa, esprime parere favorevole alla sua assunzione come Architetto Civico della Città!
Il Pisacane, personaggio noto per la sua fama, è tenente del Corpo Militare del Genio; è sicuramente un esperto, anche se non può esibire il titolo specifico di ingegnere in quanto all’epoca il titolo non veniva formalmente riconosciuto agli ufficiali del Genio. Pisacane, però, ha fama di uomo capace, deciso e ardito, noto per le sue imprese anche fuori dai nostri confini. La sua notorietà è tale che, nella valutazione del Consiglio comunale, riesce a superare anche lo scoglio della “dimostrazione cartacea del suo titolo di studio” attestante le sue capacità ingegneristiche. Insomma, anche se l’uomo, notoriamente, “non è farina per fare ostie”, in quanto si professa ateo, cavalca idee socialiste e vuole risollevare le misere condizioni di vita dei braccianti, viene considerato idoneo a rivestire l'incarico. È dunque con vera meraviglia che alla fine delle animate discussioni, il Consiglio comunale, dove siedono nobili locali e importanti esponenti della Chiesa, esprime parere favorevole alla sua assunzione come Architetto Civico della Città!
Quale, dunque, la
motivazione che porta il Consiglio a preferire Pisacane, uomo sotto certi
aspetti anche rivoluzionario, al professionista in perfetta regola con i titoli
richiesti dal bando? Nella seduta straordinaria del 18 Aprile 1855, dove viene scelto
Carlo Pisacane, sono presenti i Consiglieri più importanti della città: oltre
il Sindaco Gallisai, il Segretario Solinas, l’Avv. Busachi, il Canonico Carta,
l’Avv. Del Giudice, l’Avv. Giorda, il negoziante Loffredo, il notaio Manca, lo
speziale Orrù, il Canonico Putzolu, il cav. Spano, il Canonico Sotgiu e il
notaio Tolu.
Nomi noti, appartenenti
alle famiglie più in vista della città, oltre che al Capitolo Diocesano! Essi,
nonostante tutto, si convinsero ad avallare la scelta di un uomo così discusso,
in quanto convinti, strada facendo, di poterlo “controllare”. Non è improbabile
che la scelta abbia tenuto conto anche del suo altruismo, della sua attenzione
e dedizione ai poveri e derelitti, agli sfruttati, ai “cafoni” del Meridione d’Italia. Si, io concordo con l’analisi
fatta dal prof. Vigilante, che arriva alla conclusione che la scelta sia caduta
sul Pisacane per quella sua forma di “Religiosità Laica”, dedita agli
sfruttati, ai senza terra; una religiosità personale che non si è mai accanita
contro la Chiesa, il Papato e la Nobiltà, in quanto con le sue idee intendeva solo liberare dal
peso della povertà totale i poveri e gli emarginati.
Cari amici, questo il contenuto del libro che il professor Vigilante ha intitolato “Carlo Pisacane: architetto civico ad Oristano? “Un evento che sarebbe passato alla storia, se…” (Ediz. EPDO - ORISTANO). Il professore ha presentato il suo 'saggio breve' al pubblico proprio nell'aula consiliare del Municipio di Oristano lo scorso 22 Giugno, alla presenza del Sindaco e di molti esponeti dell'attuale Giunta, con una bella e folta presenza di cittadini.
Facendo l'analisi del libro il professore ha detto che "È proprio quel 'se…', che sotto certi aspetti è rimasto senza risposta, il vero dilemma". Si, perché Carlo Pisacane in realtà non arrivò mai ad Oristano, e quindi mai esercitò, neppure per un giorno, le funzioni di Architetto Civico. Chissà cosa sarebbe potuto essere per la nostra città, la città di Eleonora, l’antica capitale del Giudicato d’Arborea, se invece Lui fosse arrivato qui da noi! Un “Se…”, cari amici, che certo non modifica il suo grande valore, il suo essere stato un grande patriota, un grande personaggio del Risorgimento Italiano. Pisacane un vero grande uomo, che purtroppo perì miseramente a Sapri, massacrato (alla fine si tolse Lui la vita) proprio da quei “cafoni” che cercava di difendere, aizzati dai filo-Borbonici.
Cari amici, questo il contenuto del libro che il professor Vigilante ha intitolato “Carlo Pisacane: architetto civico ad Oristano? “Un evento che sarebbe passato alla storia, se…” (Ediz. EPDO - ORISTANO). Il professore ha presentato il suo 'saggio breve' al pubblico proprio nell'aula consiliare del Municipio di Oristano lo scorso 22 Giugno, alla presenza del Sindaco e di molti esponeti dell'attuale Giunta, con una bella e folta presenza di cittadini.
Facendo l'analisi del libro il professore ha detto che "È proprio quel 'se…', che sotto certi aspetti è rimasto senza risposta, il vero dilemma". Si, perché Carlo Pisacane in realtà non arrivò mai ad Oristano, e quindi mai esercitò, neppure per un giorno, le funzioni di Architetto Civico. Chissà cosa sarebbe potuto essere per la nostra città, la città di Eleonora, l’antica capitale del Giudicato d’Arborea, se invece Lui fosse arrivato qui da noi! Un “Se…”, cari amici, che certo non modifica il suo grande valore, il suo essere stato un grande patriota, un grande personaggio del Risorgimento Italiano. Pisacane un vero grande uomo, che purtroppo perì miseramente a Sapri, massacrato (alla fine si tolse Lui la vita) proprio da quei “cafoni” che cercava di difendere, aizzati dai filo-Borbonici.
Una vita, quella di Carlo Pisacane, spesa per il
bene degli altri, che il Prof. Vigilante ha, col suo
saggio breve, solo anticipato in parte, in quanto intende esaminarla ancora più a fondo! Infatti,
probabilmente a breve, ci delizierà ancora, con un’opera più corposa, completa, dedicata
proprio all’eroe del nostro Risorgimento cantato nella “Spigolatrice di Sapri”.
A domani, amici.
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