Oristano
1 Giugno 2018
Cari amici,
L'argomento di oggi, visto anche il periodo di fibrillazione per la formazione del nuovo Governo, appare di estrema importanza. Si, voglio proprio iniziare le mie riflessioni di Giugno parlando di "DEBITO PUBBLICO", quello che molti considerano, più a ragione che a torto, una voragine, almeno per quanto riguarda l'Italia.
Noi italiani lo conosciamo bene quel mostro che cresce sempre e che, nonostante tutti gli sforzi, tanto che il sono nome 'Debito Pubblico', ci fa "tremare le vene e i polsi". Un peso enorme, quello che grava sui cittadini di molti Paesi, e che angustia non solo noi italiani, ma centinaia di Stati sovrani, che per poter far fronte alle esigenze del Paese hanno costantemente contratto debiti con i propri cittadini e con quelli di altri Stati, fino a renderne onerosa e difficile la restituzione.
Noi italiani lo conosciamo bene quel mostro che cresce sempre e che, nonostante tutti gli sforzi, tanto che il sono nome 'Debito Pubblico', ci fa "tremare le vene e i polsi". Un peso enorme, quello che grava sui cittadini di molti Paesi, e che angustia non solo noi italiani, ma centinaia di Stati sovrani, che per poter far fronte alle esigenze del Paese hanno costantemente contratto debiti con i propri cittadini e con quelli di altri Stati, fino a renderne onerosa e difficile la restituzione.
La recente analisi fatta dal
Fondo Monetario Internazionale ha evidenziato che il montante debitorio
globale, ovvero la somma dei vari debiti dei singoli Stati continua a salire nel mondo.
Cifre globali a dir poco impressionanti quelle rilevate, se pensiamo
che nel 2016 (ultimo dato accertato) hanno toccato un nuovo picco: ben 164.000 miliardi di dollari, pari
a circa il 225% del PIL del pianeta.
Anche considerando che in
questa cifra risulta compreso il debito dei privati, il quadro che emerge
dall’analisi fatta dal FMI, relativo
ai 190 Paesi più importanti del mondo (dal 1950 ad oggi), è certamente
drammatico. Eppure, la sorpresa più grande è che i principali Paesi debitori
sono quelli che possiedono le economie più ricche del pianeta! Basti pensare che nella classifica mondiale i
primi tre posti sono occupati da Stati Uniti, Cina e Giappone, che, insieme,
rappresentano oltre la metà del debito totale. Al primo posto gli USA, con un
debito lordo (pubblico più privato, escluse le società finanziarie) pari a
48mila miliardi; a seguire la Cina con 25,5 mila miliardi, il Giappone con 18,2
mila miliardi e la Francia con 6,7 mila miliardi.
Il debito degli altri
Paesi industrializzati esaminati ammonta complessivamente a 46,2 mila miliardi,
mentre quello dei restanti Paesi emergenti a 12,7 mila mld. L'approdo della
Cina tra le prime posizioni è comunque avvenuto in data relativamente recente, portando
la quota del colosso asiatico nel debito globale, da un livello di supero inferiore
al 3% agli inizi del millennio ad oltre il 15% oggi, sfondando il tetto del PIL
del 12 per cento.
Il mondo dunque, cari
amici, ha un sacco di debiti! ma la domanda è: in realtà, con chi è indebitato
realmente il mondo? Vediamo meglio come funziona questo meccanismo, sotto certi aspetti
abbastanza perverso. Innanzitutto chiariamo cosa si intende per debito pubblico
di uno Stato. Questo altro non è che la “massa debitoria” che uno Stato ha nei
confronti dei suoi finanziatori. Essi possono essere persone fisiche, imprese,
banche o Stati esteri, che hanno maturato un credito nei suoi confronti sotto
forma di obbligazioni, BOT, BTP, CCT, etc., destinati a coprire il deficit nel
bilancio pubblico. Questo debito è detto “interno” se la controparte è
costituita da cittadini e imprese del suo territorio, “estero”, invece, quando
è contratto con soggetti economici di Stati esteri.
Il debito, è il caso
più corrente, cresce in continuazione; aumenta quando nel bilancio di uno Stato
la spesa pubblica non è completamente coperta dalle entrate, per cui si ricorre
all’indebitamento. Buona regola vorrebbe che di anno in anno si alternassero
esercizi in “disavanzo” con altri, invece in “avanzo”, ovvero anni nei quali vi
sia un surplus di entrate, rispetto alle spese. L’avanzo eventuale (quando c'è) va distinto
dall’avanzo primario, che rappresenta la differenza tra le entrate e le uscite
al netto della spesa per gli interessi sul debito pubblico. La somma dei debiti
pubblici di tutti gli stati del mondo è chiamata DEBITO PUBBLICO MONDIALE.
Tornando a casa nostra,
c’è da dire che il nostro Paese compete onorevolmente tra i più importanti,
collocandosi (in percentuale sul totale mondiale) al 6° posto tra i Paesi del
mondo (in Europa e secondo solo alla Germania). Esso è calcolato in 2.302
miliardi di euro, e negli ultimi quattro anni è aumentato di circa il 20%,
raggiungendo il 132 per cento del nostro PIL.
Cari amici, sapete qual
è la risultante? Che i popoli del nostro mondo sono seduti su una montagna di
debiti, che difficilmente potranno essere pagati. Ma, allora, ci chiediamo: dal momento
che non risultano Stati creditori, il Mondo a chi dovrebbe pagare il suo
debito? Forse agli alieni? In realtà, non è il Mondo nella sua interezza ad
essere indebitato, ma gli Stati! Lo sono nei confronti di poche persone, le
quali, ben consce di non potere essere ripagate alla scadenza, continuano
paradossalmente a finanziare le casse dei singoli Stati, spostando sempre più
avanti la restituzione del loro credito. Vediamo allora chi sono questi
creditori, più noti come INVESTITORI.
Sono banche,
finanziarie, multinazionali ed assicurazioni, che, per interesse, traggono
profitti dalla necessità delle singole nazioni di dover ricorrere a prestiti
per fare fronte ai propri bisogni. Il meccanismo in atto è tale che i profitti
di questi gruppi crescono con l’aumentare delle difficoltà che hanno i Paesi che
li hanno contratti di rimborsare i propri debiti. Un circolo davvero vizioso,
se pensiamo che le difficoltà del Paese, con l’aumento dei tassi corrisposti
agli investitori diventano ancora più marcate, rendendo sempre più difficile la
restituzione, che a volte porta alla bancarotta.
I Governi, allora, per
trovare una soluzione, stretti nella morsa del debito pubblico, cercano di andare
a caccia dei loro cittadini evasori, aumentano la pressione fiscale, licenziano
e riducono stipendi e pensioni, tutto questo per sottrarre altri soldi dalle
tasche dei cittadini e consegnarli nelle mani degli ingordi “benefattori”. Come
logica conseguenza, la sottrazione ai consumi della moneta circolante incide
negativamente sulla produzione dei beni e dei servizi; in questo modo la
crescita prima rallenta, poi si blocca; il PIL scende e, di conseguenza, sale
ulteriormente il peso del debito pubblico in percentuale del PIL. Infine arriva
la recessione.
Che dire, amici, l’inarrestabile
aumento del debito pubblico mondiale, continuando di questo passo, non potrà
essere mai ripagato! Allora, direte Voi, che interesse hanno i creditori a
tenerlo in piedi? Alla domanda sembrerebbe rispondere il defunto filosofo
francese Jean Baudrillard con una considerazione espressa in un suo articolo
del 1996.
“…Quindi, il debito non
ha più alcun significato se non quello di unire tutti gli esseri civilizzati
nello stesso destino di servi del credito. Una situazione simile si ha con le
armi nucleari la cui capacità di distruzione globale è più grande di quella
necessaria a distruggere l’intero pianeta. Eppure, esso rimane un modo per
unire tutta l’umanità nello stesso destino marchiato da minaccia e
deterrenza…”.
Parole forti, credo
anche da meditare. Aggiungo una mia considerazione personale. La storia insegna che anche in passato nel mondo si è assistito ad un triste
esempio di “azzeramento dei debiti”; lo mise in atto nel 1.314 il Re francese Filippo
IV di Francia, più noto come Filippo il Bello. Essendo indebitato fino al collo
con i potenti Cavalieri Templari, i più grandi banchieri dell’epoca, riuscì a
liberarsi dell’immenso peso del debito contratto mettendoli a morte, compreso
il loro Gran Maestro Jacques de Molay, e acquisendo, con la spada, allo Stato francese i beni
dell’Ordine del Tempio e dei cavalieri appartenenti. Una tragedia infame, direte Voi!
Chissà se ora, nel
Terzo Millennio, non sia allo studio una soluzione così…radicale!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento