Oristano
14 Giugno 2018
Cari amici,
Ho già avuto modo di
scrivere su questo blog che in tanti possiamo eccellere nelle varie branche
dello scibile umano: possiamo diventare maestri nell’economia, nella finanza,
nel commercio nella comunicazione, ma difficilmente possiamo diventare poeti. Essere
poeti è un privilegio riservato a pochi, perché usando un termine abusato ma
reale, “poeti si nasce”!
La poesia, amici, è un canale privilegiato, e per poterlo ‘navigare’ è necessario possedere nel proprio DNA una dote speciale, innata: quella di saper ‘trasmettere le proprie emozioni” attraverso l’utilizzo di un linguaggio particolare, fatto non solo di parole ma di ritmo, assonanza, sintesi e armonia, il tutto condito con un legante speciale: quel sentimento profondo che esce dal proprio cuore e che la poesia è capace di veicolare in quello del lettore.
La poesia, amici, è un canale privilegiato, e per poterlo ‘navigare’ è necessario possedere nel proprio DNA una dote speciale, innata: quella di saper ‘trasmettere le proprie emozioni” attraverso l’utilizzo di un linguaggio particolare, fatto non solo di parole ma di ritmo, assonanza, sintesi e armonia, il tutto condito con un legante speciale: quel sentimento profondo che esce dal proprio cuore e che la poesia è capace di veicolare in quello del lettore.
Pietro Marongiu (più
noto come Piero) è nato con questo dono speciale. La ha dimostrato nella sua
vita movimentata, avventurosa, trascorsa in parte fuori dal patrio suolo; lo ha
dimostrato vestendo la divisa di soldato, che gli ha consentito di osservare le
tante brutture della vita, fatte di violenza, di odio, di prevaricazione, di
mancato rispetto per l’infanzia e per le donne; lo ha dimostrato nella vita
lavorativa successiva attraverso la comunicazione, fatta sempre in modo appropriato, privilegiando sempre la verità.
Piero, però, ha
continuato senza clamore a coltivare anche la poesia, tant’è che nel suo “Baule di
poeta” tiene custodite centinaia di poesie, poco meno di mille. Ora, dopo circa
2 anni di “silenzio poetico”, ha estrapolato dal suo prezioso baule una straordinaria
raccolta di versi che ha intitolato “Pellegrino nel tempo”. È un insieme di
87 liriche, intrise di quel sentimento che invita alla meditazione; un libro a volte aspro, retaggio delle sue esperienze di vita, da
leggere con attenzione e commozione insieme. Semplice ma elegante nella sua
veste tipografica (è edito dalla PTM di Mogoro), è stato presentato Mercoledì 13
Giugno alle 18, nel Centro Servizi Culturali (UNLA) di Oristano.
Con Piero, nel Centro
UNLA diretto da Marcello Marras, erano al tavolo Anna Maria Capraro, autrice
della prefazione e sua carissima amica, e Pino Porcu, voce narrante di alcune poesie
del libro, che da tempo accompagna Piero e che, con grande pathos, riesce a trasmettere
agli ascoltatori in modo straordinario le emozioni narrate.
Piero, ai numerosi curiosi che gli chiedevano lumi sul libro, ha commentato: “Siamo tutti Pellegrini nel tempo; la nostra vita non è altro che un viaggio, breve o lungo che sia, attraverso le strade che percorriamo, i luoghi in cui sostiamo, le persone che incontriamo, oltre quelle che abbiamo perduto e quelle alle quali abbiamo dato e ricevuto amore nel nostro viaggio”.
Piero, ai numerosi curiosi che gli chiedevano lumi sul libro, ha commentato: “Siamo tutti Pellegrini nel tempo; la nostra vita non è altro che un viaggio, breve o lungo che sia, attraverso le strade che percorriamo, i luoghi in cui sostiamo, le persone che incontriamo, oltre quelle che abbiamo perduto e quelle alle quali abbiamo dato e ricevuto amore nel nostro viaggio”.
Dopo la presentazione
al pubblico fatta da Marcello Marras, Piero ha ringraziato tutti di aver
accettato l’invito, focalizzando in particolare il suo ringraziamento sull’amica
Anna Maria Capraro, che ha redatto la prefazione del libro e su Pino, fedele interprete vocale delle sue poesie. Prendendo la parola
la Capraro ha commentato che Piero con questo suo libro “ci ha regalato un altro pezzetto
di se”; il libro, infatti è un’altra tappa nel cammino di Piero verso
lo studio e la ricerca del mistero del tempo, che altro non è che ‘il grido’
delle nostre emozioni. Quale, dunque, la chiave per superare, per andare oltre
il tempo? Certamente l’amore, in tutte le sue forme e manifestazioni.
Tra i dialoghi di Piero
con Anna Maria, abbiamo assaporato i piacevolissimi intervalli, nei quali Pino Porcu interpretava
con vero sentimento i pensieri poetici di Piero.
Quando Anna Maria Capraro,
nella sua dotta e competente riflessione, riferendosi al mondo moderno nel quale
il poeta è visto come un sognatore, uno al di fuori della vita reale, Piero ha
commentato che Egli stenta a ritrovarsi nei panni di poeta, in quanto vive la realtà
quotidiana, fatta di tristezze, prevaricazioni e insensibilità, da cronista.
E anche da poeta Lui mai si è allontanato dalla cruda realtà quotidiana. "Io sono i luoghi che ho visitato" ha detto Piero, perchè di quei luoghi rimani impregnato ed essi continueranno a fare strada con te nella vita.
"Comunicare è un’esigenza concreta, ha continuato Piero, che mai deve discostarsi dalla verità. Le tristi vicissitudini della vita possono essere calmierate solo dall’amore, perché solo attraverso questo nobile sentimento si possono vivere le emozioni rigeneratrici, quelle che danno un senso profondo alla nostra vita".
"Comunicare è un’esigenza concreta, ha continuato Piero, che mai deve discostarsi dalla verità. Le tristi vicissitudini della vita possono essere calmierate solo dall’amore, perché solo attraverso questo nobile sentimento si possono vivere le emozioni rigeneratrici, quelle che danno un senso profondo alla nostra vita".
Cari amici, conosco
Piero da tempo, e con Lui condivido non solo l’amicizia ma il credo religioso e
quel forte senso di appartenenza ai nobili ideali del passato. Pietro Marongiu,
noto Piero, è un sardo orgoglioso; nato a Seneghe nel 1956 ha avuto una vita
avventurosa, costellata di mille esperienze, che non solo lo hanno forgiato, ma
che sono state utili a fargli scoprire nell’intimo le sue emozioni più
profonde. Dopo l’esperienza di soldato (è stato Luogotenente dell’Esercito
Italiano, col quale ha effettuato diverse missioni all’estero), ora, da tempo in
pensione, continua a svolgere il lavoro di giornalista pubblicista, collaborando
con il quotidiano La Nuova Sardegna per il quale segue il territorio del
Montiferru di cui è profondo conoscitore. Appassionato di storia sarda e di archeologia,
ha anche ideato e condotto per emittenti locali trasmissioni legate al mondo
della cultura e delle tradizioni popolari. Come Poeta, ha pubblicato la raccolta di poesie Per amore solo per
amore-Sospesi nell’infinito e il romanzo La danza della farfalla. “Pellegrino
nel tempo” è la sua seconda raccolta di poesie.
Cari amici, quest’ultimo
libro di Piero è da considerarsi certamente prezioso per ciascuno di noi. Snello,
con una splendida veste editoriale, edito dalla PTM di Claudio Pia di Mogoro, porta
una curiosa copertina, felicemente realizzata dalla pittrice ghilarzese Viviana
Faedda; l’impaginazione grafica è di Alessio Melis. Reperibile in primis presso
la libreria Mondadori di Marina Casta, è già presente in diverse librerie della
Sardegna. Merita davvero di essere portato a casa!
Grazie Piero per la Tua amicizia, per il Tuo straordinario, multiforme ingegno, per il Tuo cuore grande, che mi consente di
annoverare tra gli amici anche un vero poeta!
A domani.
Mario
La poesia è un dolce abbraccio
Per crearvi curiosità (e stimolarvi ad acquistare il libro), ecco una delle
poesie di Piero, davvero significativa.
Pellegrino nel tempo
Mi piace
camminare,
pellegrino nel tempo, randagio e solitario,
nelle strade deserte della città,
inseguendo i miei pensieri.
Nel mio incedere lento
sento le voci soffuse portate dal vento:
provengono dalle alcove immerse
nella penombra della notte;
gemiti e ammiccamenti di amanti,
illusi da una felicità che dura un istante,
poi di nuovo il niente, il pianto… altro niente.
La notte tutto inghiotte e consuma tra le sue fauci
spalancate sulla caducità del tempo
assegnato a ognuno.
Mi piace camminare di notte, pellegrino nel tempo,
randagio e solitario, nelle strade deserte della città.
In essa posso perdermi e ritrovarmi mille volte,
posso sfidare la sorte, guardare le stelle che vanno via
e attendere quella perfetta per piangere da solo…
o per giocare a carte con la morte.
pellegrino nel tempo, randagio e solitario,
nelle strade deserte della città,
inseguendo i miei pensieri.
Nel mio incedere lento
sento le voci soffuse portate dal vento:
provengono dalle alcove immerse
nella penombra della notte;
gemiti e ammiccamenti di amanti,
illusi da una felicità che dura un istante,
poi di nuovo il niente, il pianto… altro niente.
La notte tutto inghiotte e consuma tra le sue fauci
spalancate sulla caducità del tempo
assegnato a ognuno.
Mi piace camminare di notte, pellegrino nel tempo,
randagio e solitario, nelle strade deserte della città.
In essa posso perdermi e ritrovarmi mille volte,
posso sfidare la sorte, guardare le stelle che vanno via
e attendere quella perfetta per piangere da solo…
o per giocare a carte con la morte.
Tutti i diritti riservati by Pietro Marongiu
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