martedì, gennaio 09, 2024

LA SARDEGNA E LE UNIONI MATRIMONIALI AI TEMPI DELLA CIVILTÀ CONTADINA. ERA PREVISTO UN RITUALE CHE OGGI FA SORRIDERE: PREVEDEVA L’INTERVENTO DI UN MEDIATORE, “SU PARALIMPIU”.


Oristano 9 gennaio 2024

Cari amici,

Come cambiano i tempi e i modi di vivere e di farsi una famiglia! Fino a poco più della metà del secolo scorso, in Sardegna, retaggio di almeno 4 delle generazioni precedenti, la voglia per un giovane di crearsi una famiglia era mediata da un terzo. Il “corteggiamento” nei confronti di una ragazza, per un giovane che voleva accasarsi, era qualcosa di veramente complicato! Ai tempi della “civiltà contadina”, il giovane che aveva maturato il desiderio di formare una nuova famiglia, era costretto a seguire dei rituali che oggi fanno come minimo sorridere! Di certo non poteva iniziare a corteggiare la ragazza prescelta, ma, dopo essersi consultato con i genitori, utilizzava, per il contatto con la famiglia della ragazza (come preciserò dopo), una particolare persona, seria, stimata e con una buona capacità relazionale, che avrebbe fatto da tramite tra le due famiglie.

All’epoca, infatti, le frequentazioni giovanili tra uomini e donne erano rarissime, per cui difficilmente potevano scoccare quei colpi di fulmine che portavano prima all’innamoramento e poi all’amore. Gli unici, possibili contatti, per quanto poco ravvicinati, erano le feste paesane con i balli in piazza e la partecipazione alle funzioni religiose, dove tra l’altro uomini e donne sedevano rigorosamente distanziati: nei banchi, donne da una parte e gli uomini dall’altra. Forse in queste occasioni l’uomo mentalmente poteva iniziare a “scegliere” la ragazza che sarebbe potuta diventare sua moglie, ma non aveva certo molte possibilità di mandare il suo messaggio alla ragazza, che tra l’altro nulla poteva senza il consenso della sua famiglia.

La persona particolare prima accennata era chiamata “Su Paralimpiu”, in italiano ‘il paraninfo’, termine derivato dall’antico termine greco parà “accanto” e nymphe “sposa”. Nell’antica Grecia questo personaggio era colui che, nelle cerimonie ufficiali, nel giorno delle nozze, dopo il banchetto, accompagnava su di un carro la coppia nuziale alla casa dello sposo di cui era in genere parente o amicoDa noi Su Paralimpiu era un soggetto ben noto alle due famiglie; provvisto di tatto e sovoir faire, era capace di mediare con grande astuzia tra le esigenze delle due famiglie: quella del pretendente la donna da sposare e quella della ipotizzata sposa. Insomma, uomo benvoluto e apprezzato, al giorno d’oggi potrebbe essere definito un “intermediario abile ed esperto”. Ecco come si muoveva, dopo aver ricevuto e accettato l’incarico.

Il pretendente di una giovane che intendeva sposare, una volta che aveva deciso di far sapere le sue intenzioni, si rivolgeva al paraninfo (da noi chiamato PARALIMPIU o paralimpo), che, una volta accettato l’incarico, si recava a casa della famiglia delle “pretesa sposa”, per presentare “SA PREGUNTA”, ovvero la richiesta ufficiale per conto del pretendente sposo. Il suo primo compito, alquanto delicato e che richiedeva doti diplomatiche eccellenti, era quello di verificare se la ragazza desiderata era “ancora libera”, ovvero non fosse stata già promessa ad un altro.

La sua missione era così delicata che si recava nella casa della famiglia della possibile sposa fingendo inizialmente di chiedere al padrone di casa se aveva “qualche agnella femmina da vendere”. Dalle prime risposte, capiva se poteva andare avanti o no nella presentazione della “Pregunta”. Da questi primi approcci si capiva se il Paralimpiu aveva quelle provate capacità accreditate, e l’intervento poteva raggiungere il risultato sperato. Proprio per questo il Paralimpiu, conscio della sua delicatissima missione, si muoveva con i piedi di piombo, sondando delicatamente il terreno, per evitare un possibile rifiuto da parte dei genitori della ragazza. Nel mio libro “MARIEDDU”, che parla della mia gioventù negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, ho riportato un fatto curioso, proprio su un intervento de Su Paralimpiu, purtroppo non andato a buon fine!

Amici, se i genitori della ragazza facevano capire che sa “Pregunta” era di gradimento, ovvero che acconsentivano all’accoglimento del giovane proponente, dopo ulteriori chiacchiere riempitive, il Paralimpiu ringraziava, salutava e si congedava, andando a dare la risposta al giovane proponente. Compito dei genitori della ragazza era ora quello di sensibilizzarla all’accettazione, garantendole la serietà e le buone intenzioni del giovane, che, sposandola le avrebbe garantito una vita senza grandi problemi di natura economica. Amici, in quei tempi non ci si fidanzava tanto alla leggera in Sardegna, e il consenso al fidanzamento e successivo matrimonio doveva essere dato dalle famiglie che soppesavano bene il partito che la figlia si sarebbe preso. Che l’amore ci fosse inizialmente non era proprio importante: sicuramente sarebbe venuto dopo! Pochi giorni dopo le due famiglie si sarebbero incontrate e, seppure con delicatezza, avrebbero iniziato a predisporre i compiti dell’una e dell’altra famiglia.

Tutti gli accordi, anche quelli di natura economica, di norma avvenivano nella casa della futura sposa (iniziavano subito dopo “s’assicuronzu de su coju” (l’assicurazione del futuro matrimonio), che di fatto, di fronte alla Comunità, rendeva i due giovani, ufficialmente, sposo e sposa. Per prima cosa veniva stabilita la data del fidanzamento, a cui sarebbe poi seguito il matrimonio. che di norma si svolgeva in tempi relativamente brevi. Una volta concluso il matrimonio, la famiglia che aveva commissionato l’intervento del Paralimpiu, ricompensava l’uomo con il dono di un berretto nuovo (unu Bonette) o di un buon paio di scarpe, allora confezionate a mano dal calzolaio!

Cari amici, credo che i giovani di oggi, nel leggere questa riflessione, si mettano a ridere pensando alle favole! Il mondo di ieri, seppure siano passati poco più di 50 anni, appare loro così lontano e diverso! Certo, i colpi di fulmine, le rapide convivenze e l’amore a prima vista, allora proprio non esistevano!

A domani.

Mario 

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