venerdì, gennaio 19, 2024

I DISTURBI DELLA NOSTRA MENTE. CHE FARE QUANDO IL NOSTRO PROCESSO COGNITIVO INIZIA A VACILLARE...


Oristano 19 gennaio 2024

Cari amici,

Purtroppo con l’avanzare dell’età il nostro corpo invecchia, nel senso che lentamente ma inesorabilmente inizia un processo di deterioramento, sia del nostro fisico che della nostra memoria, contenuta nella parte cerebrale. Un processo di decadenza che inizia spesso con qualche moderato disturbo depressivo, ma che può aggravarsi sviluppando un declino delle funzioni cognitive, con deficit dell’attenzione, ritardo psicomotorio, difficoltà a pensare chiaramente, a concentrarsi, a prendere decisioni e tendenza a dimenticare.

Quando una persona anziana inizia ad avere difficoltà a ricordare nomi, a perdere la fluidità del parlare, ad avere lacune di memoria, a non riuscire a concentrarsi sui suoi compiti, ad avere difficoltà a pianificare la giornata, vuol dire che, seppure è nella fase iniziale, il cervello sta iniziando a perdere lentamente la sua lucidità. La prima fase di “deterioramento cerebrale”, di norma è accompagnata da un modesto stato depressivo. In questa fase non si può parlare ancora di demenza, in quanto non si evidenzia un processo di involuzione fisica del cervello.

Questa fase viene definita dagli specialisti “PSEUDO-DEMENZA”, come conferma la Dr.ssa Salomé Mouta, responsabile del “Departamento de Psiquiatria e Saude Mental dell’Unidade Local de Saude” di Guarda, in Portogallo, prima autrice di un articolo sull’argomento pubblicato sulla rivista General Psychiatry. «La diagnosi di pseudo-demenza in persone adulte/anziane pone delle sfide a causa di diversi fattori», ha commentato ai Media la specialista in Psichiatria.

«Innanzitutto lo stesso processo di invecchiamento comporta cambiamenti cognitivi e di funzionamento del cervello, così che diventa difficile distinguere tra semplici cambiamenti dovuti all’età e primi segni di una depressione o di una vera demenza. Inoltre, la diagnosi di pseudo-demenza è resa complessa dal fatto che nelle persone anziane possono sovrapporsi sintomi depressivi e sintomi di diverse condizioni involutive di tipo neurologico. Infine, è anche possibile che una persona possa al contempo sperimentare sia una vera demenza sia una depressione, il che aggiunge ulteriori difficoltà a identificare una corretta diagnosi», ha precisato la Dr.ssa Salomè Mouta.

La pseudo-demenza, a differenza della demenza senile che non è arrestabile né significativamente ritardabile, è invece una condizione che può essere fermata e invertita, se correttamente diagnosticata e adeguatamente trattata. La pseudo-demenza che risponde positivamente ai trattamenti viene bloccata; l’involuzione si arresta, evitando l’avanzare della malattia. Indubbiamente, è importante intervenire il prima possibile, quando iniziano i primi segnali di disturbo.

Ecco, secondo la Dr.ssa Mouta, alcuni dei primi segni rivelatori che possono far diagnosticare il disturbo. In primo luogo la perdita di interesse e di piacere in attività che normalmente prima si svolgevano volentieri, poi la tendenza all’isolamento sociale, la mancanza di energie, la negatività dei pensieri e la perdita di speranza, o la presenza di sentimenti nichilistici di mancanza di valore, tristezza, sensi di colpa, tentativi di autolesionismo, stato confusionale crescente. «Il trattamento della depressione può variare da persona a persona», afferma con convinzione la Dr.ssa Mouta. «Ma di solito è basato sia su interventi psicoterapici, sia sull’uso di farmaci antidepressivi. Iniziare il trattamento della depressione può essere di aiuto anche per riuscire a distinguere una pseudo-demenza da una vera demenza. E un trattamento efficace potrà anche alleviare il malfunzionamento cognitivo associato alla depressione, con un miglioramento sintomatologico importante».

Cari amici, la depressione e la demenza costituiscono le sindromi psichiatriche più frequenti nella popolazione anziana. Disturbi che, seppure abbastanza comuni negli anziani, spesso non vengono diagnosticati. Gli anziani hanno infatti la tendenza a dissimulare i problemi di natura psicologica dando più importanza a quelli somatici. Nei momenti di lucidità, asseriscono che stanno bene, che non ricordare un nome o un luogo, capita anche ai giovani, che l’essere seri e poco comunicativi non è depressione, ma un bisogno di stare tranquilli in relax. Purtroppo non è così e, senza interventi, la pseudo-demenza non tarda a diventare demenza, con tutte le sue conseguenze.

A domani.

Mario

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