Oristano 22 gennaio 2024
Cari amici,
Come cambiano le
abitudini alimentari! In passato ci meravigliava non poco il fatto che le popolazioni
asiatiche mangiassero cavallette, coleotteri e formiche, provando un certo
ribrezzo anche solo al pensiero, ma ora è inutile stupirsi: grazie alle insistenze dell’Europa,
anche in Italia, a partire dal dicembre scorso, troveremo sui banchi dei
supermercati prodotti contenenti farine di insetti, come la farina di grilli, di locuste e
di vermi della farina.
Con la firma da parte del
Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (oltre che dai responsabili del Ministero delle
Imprese e del made in Italy e del Ministero della Salute), di quattro decreti
autorizzativi, in ottemperanza di altrettanti regolamenti deliberati dall’UE e vincolanti per gli Stati Membri, anche nel nostro Paese, a partire dal dicembre
scorso, potranno essere commercializzate e introdotte nei cibi farine derivate
da 4 insetti: larva gialla, locusta migratoria, grillo domestico e verme della
farina minore.
Per la necessaria
conoscenza da parte del consumatore, come ha spiegato il Ministro Lollobrigida,
le confezioni contenenti prodotti a base di farine di questi insetti dovranno
presentare le seguenti informazioni: tipologia di insetto presente, con il suo nome
scientifico (ma anche, per volontà del Governo italiano, con la traduzione in
italiano), oltre all'indicazione della quantità utilizzata e presente nei prodotti
alimentari in vendita, con indicazione anche del Paese di origine dell’insetto.
L'Italia ha aderito a malincuore, anche se, come hanno precisato i funzionari dei ministeri interessati, le autorizzazioni
concesse sono derivate dai regolamenti emanati dall’UE, e il Governo italiano
non poteva fare altrimenti, stante l’obbligo vincolante che deriva dai regolamenti UE,
gerarchicamente superiori ai decreti del nostro Paese. Il Ministro Lollobrigida
ha voluto precisare che la Comunità scientifica internazionale ha da tempo
riconosciuto che “gli insetti sono degli elementi naturali presenti
nell’alimentazione di altre popolazioni. Noi non li abbiamo mai utilizzati nella
nostra dieta, ma io ritengo che non mettano in pericolo il nostro modello
alimentare”.
Indubbiamente per gli
italiani inizialmente sarà uno shock di non poco conto, e per tranquillizzare i
consumatori (ed al fine di evitare commistioni con altri alimenti), il Governo
ha deciso di regolamentare la vendita di questi prodotti, prevedendo, nei
locali di vendita al pubblico, dei comparti separati negli scaffali, segnalando
appositamente i prodotti contenenti queste farine con un’apposita
cartellonistica identificativa.
Amici, a prescindere dal
comprensibile impatto psicologico, la prima domanda che gli italiani si pongono
è: “Ma questi nuovi cibi sono sicuri? Possiamo mangiarli serenamente senza
alcun rischio per la salute? Il loro utilizzo riuscirà a diminuire l’impatto
ambientale oggi creato dagli alimenti proteici di origine animale come polli, ovini e bovini?”.
A questa domanda ha provato a rispondere il professor Agostino Macrì,
già direttore del Dipartimento di Sanità Alimentare dell’Istituto Superiore di
Sanità e consulente per la sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale
Consumatori.
«La farina di grilli -ha
detto il professore - che si ottiene macinando proprio le larve dei grilli, è
ricca di proteine e può essere utilizzata per fare qualunque tipo di alimento
come biscotti, dolci, pane, pasta. Si ottiene con una tecnica di allevamento e
produzione molto precisa, e, non dobbiamo pensare che si utilizzino i grilli
selvatici, in quanto il controllo è garantito. La farina prodotta a partire dai grilli
è fatta seguendo sempre le medesime procedure e dal punto di vista sanitario è
ineccepibile: non ci sono organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti,
idrocarburi. L’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla chitina,
proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può
dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock
anafilattico, come vale per molti altri prodotti (arachidi o crostacei ad
esempio)”.
Amici, ferma restando l'avversione occidentale per il consumo di insetti, in particolare per noi italiani che abbiamo sempre
dato al cibo un valore qualitativo di altissimo livello, la realtà è che utilizzarli in
futuro diventerà assolutamente necessario. Pertanto questo “Novel food” si estenderà nel mondo sempre di più, diventando "il cibo del futuro"! Con l'aumento della popolazione mondiale, infatti, non se ne potrà fare a meno. Inoltre, utilizzare le farine di insetti rappresenterà una soluzione necessaria anche per cercare di diminuire
l'impatto ambientale causato dagli attuali allevamenti animali, che, è già stato detto, in futuro saranno
ecologicamente incompatibili.
Cari amici, è con
profonda tristezza che penso a “questo futuro prossimo”, essendo figlio di una
generazione passata, che oggi stenta davvero a pensare che le generazioni future dovranno nutrirsi con gli insetti…
A domani.
Mario
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