Oristano 4 gennaio 2024
Cari amici,
Ciascuno di noi, in
particolare in età senile, nei momenti di relax fa un consuntivo della propria vita, rivedendo, come nello scorrere delle immagini di una vecchia pellicola, i
chilometri percorsi, dall’età giovanile fino all’età a quel momento raggiunta. È
un po’ un analizzarsi, fare un’autodiagnosi, ricordando i periodi diversi vissuti,
con tutto il loro carico di gioie e dolori. Pur senza nulla rimpiangere, ci
accorgeremo che ci sono stati periodi molto migliori di altri, nei quali
possiamo dire che sono stati quelli capaci di regalarci tanta felicità!
Amici, alcuni studiosi di
scienze sociali si sono messi questo problema: “Qual è l’età più adatta per
essere felici?”. Pur essendo la felicità dipendente da innumerevoli fattori
positivi, che si manifestano in modo diverso in ciascuno di noi nell'arco della
vita, questi studiosi tedeschi dell'Università di Colonia hanno voluto effettuare
una ricerca, nell’intento di riuscire a scoprire “quella particolare età” in
cui la felicità si manifesta in misura maggiore, età nella quale
si sono vissuti i momenti più belli, regalandoci la vera felicità.
Scopo della ricerca,
dunque, quello di scoprire in quale periodo della vita, ovvero a che età siamo stati davvero più felici, ovvero cercare di trovare il “momento della vita” che ci ha regalato maggiore serenità. Il gruppo di ricercatori tedeschi e austriaci,
guidato dalla psicologa Susanne Bücker dell'Università di Colonia,
analizzando gli studi esistenti in materia, ha esaminato i profili di oltre
450.000 persone di trentadue diversi Paesi, che sono stati seguiti nel corso
della loro esistenza.
I risultati di questo
studio sono stati analizzati in Italia da Federico Colombo, psicologo e
psicoterapeuta, del direttivo della Società Italiana di Psicologia Positiva,
che ha così commentato la ricerca: "Si tratta di una ricerca
interessante che ha preso in esame moltissimi dati e ha il merito di avere
utilizzato studi longitudinali che non 'fotografano' un momento specifico, ma
analizzano lo sviluppo emotivo dei soggetti nel corso degli anni".
Amici, a noi comuni mortali viene da chiederci: “Ma come si fa a definire la
felicità?”. Ebbene, i ricercatori sono partiti da tre parametri che
contribuiscono in modo fondamentale al nostro "benessere soggettivo"
(SWB) nell’arco della vita, prendendo in esame tre parametri principali:
la soddisfazione esistenziale, gli stati emotivi positivi e quelli negativi.
Gli interessanti
risultati, che sono stati pubblicati sulla rivista PsycNet, hanno messo
in luce che i tre parametri esaminati si sviluppano in modo diverso nel corso
degli anni: la soddisfazione esistenziale diminuisce tra i nove e i sedici
anni, in seguito aumenta leggermente fino ai settanta per poi ridursi ancora. Gli
stati emozionali positivi invece diminuiscono costantemente dai nove anni,
mentre quelli negativi tra i nove e i ventidue anni hanno un andamento
variabile; successivamente diminuiscono fino ai sessant'anni per poi aumentare.
"Ovviamente ci sono delle variabili legate al percorso esistenziale - ricordano
i ricercatori - ma studi precedenti mostrano che in genere il livello di
felicità di un singolo individuo tende a rimanere stabile".
Con l'ingresso nell'età
adulta poi la soddisfazione aumenta, mentre le emozioni positive tendono a
diminuire, forse a causa dello stress legato alla necessità di compiere scelte
esistenziali importanti a livello lavorativo e affettivo. La fascia di età
tra i quaranta e i sessantacinque anni, comunque, sembra essere quella che si vive
con maggiore serenità: "Se consideriamo la soddisfazione e la
riduzione di stati d'animo negativi possiamo dire che c'è un trend positivo in
un lungo periodo di vita", sintetizza la psicologa Susan Bücker.
Insomma, un'età in cui si
è maggiormente felici non viene specificata ma, secondo quanto scritto,
coincide essenzialmente nell'arco di tempo compreso tra 40 e 60 anni, anno più
anno meno. "Si tratta di una ricerca interessante che ha preso in esame
moltissimi dati e ha il merito di avere utilizzato studi longitudinali che non
'fotografano' un momento specifico, ma analizzano lo sviluppo emotivo dei
soggetti nel corso degli anni", ha dichiarato a Repubblica il prof.
Federico Colombo, psicologo e psicoterapeuta componente della Società Italiana
di Psicologia Positiva.
Cari amici, se provo a
fare un consuntivo mio personale, credo di poter dire che la felicità è qualcosa di assolutamente variabile, composta di mille piccole soddisfazioni positive; indubbiamente per ciascuno di
noi ci sono periodi molto soddisfacenti e altri meno. Inoltre, un fatto certo è
che la felicità non è solo il raggiungimento di quel “benessere economico” che
tutti cerchiamo. Alla serenità economica dobbiamo aggiungere quella
relazionale, quella felicità data dello stare insieme con gli altri, nel lavoro, con gli amici, in famiglia e nella società. Senza questa felicità (grande bene
immateriale) interiore, riflettendo potremo dire “economicamente non mi
manca niente, ma non sono felice!”.
A domani.
Mario
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