Oristano 27 gennaio 2023
Cari amici,
Dopo un’infinità di
studi, gli scienziati sono riusciti a trovare alcune soluzioni per sostituire,
nel corpo umano, degli organi che, logorati dall’uso e dalle malattie,
avrebbero potuto mandarci anteprima al Creatore. I trapianti da tempo un po’
risolvono alcune disfunzioni, ma a ben pensare la natura pare abbia voluto fare figli e
figliastri, in quanto in alcune specie animali, quando un organo, magari in
modo cruento, viene tagliato, l’organismo si attrezza per ricostruirlo! Si, possono
essere code, zampe, corna e quant’altro, ma succede. Ma vediamo meglio questo straordinario fenomeno.
I cervi, per
esempio, perdono le loro corna di cui hanno bisogno per difendersi e combattere
contro altri cervi, ma quando si staccano, per le ragioni più varie, in tempi brevi l’organismo fa in modo di ricostruirle; se
poi pensiamo che le loro corna sono fatte di osso, ma anche coperte da un
sottile strato di pelle, soni diversi i tessuti che l'organismo naturalmente
ricostruisce. Che dire poi delle lucertole e dei ramarri? Questi rettili
possiedono una capacità unica: la rigenerazione di un intero arto del loro
corpo. È noto che lucertole, ramarri e salamandre possono liberarsi della coda
quando sono in pericolo, ma ciò che è impressionante è che, in circa 60 giorni,
attraverso un processo di riutilizzo delle cellule staminali, questi rettili
mettono al lavoro il loro intero meccanismo cellulare per ripristinare sé
stessi. Una meraviglia!
Che dire, poi della Planaria,
un verme che vive nelle acque dolci, che ha la capacità di rigenerarsi all’infinito,
a partire dalle cellule staminali, motivo per cui gli scienziati affermano che è
“teoricamente immortale”? Attraverso l’utilizzo delle cellule staminali la
planaria, anche se tagliata in pezzi, può generare da ogni pezzo un nuovo
individuo. Se osserviamo il campo dei pesci, c’è da dire che nel Zebrafish o
Danio zebrato, un piccolo pesce d'acqua dolce che appartiene alla
famiglia Cyprinidae, in caso subisca un attacco cardiaco, quando come conseguenza
milioni di cellule muoiono e non si riprendono lasciando l’organo parzialmente
indebolito e danneggiato, per lui questo non vale, in quanto il suo cuore può
funzionare indipendentemente dal numero di cellule che sono andate perdute. Gli
scienziati stanno già studiando come questa capacità possa essere utilizzata
negli esseri umani.
Restando in campo marino,
le stelle marine, che possono essere di molte specie diverse (alcune
hanno fino a 50 braccia) esse non hanno un cervello o una testa, ma tutto il
loro corpo ha cellule che raccolgono informazioni su dove sono e memorizzano i
loro movimenti. Questo animale, pensate, è in grado di rigenerare non solo la
sua parte recisa, ma anche un pezzo reciso può addirittura generare un nuovo
individuo! Che dire, poi dell’Axolotl, uno strano animale, che ora può
essere visto più negli acquari che nel suo habitat naturale, che può
ricostruire tessuti, organi e persino la sua intera testa in pochi giorni o settimane!
Il suo potere rigenerativo è davvero impressionante e, a patto che non gli si
tagli la testa, può rigenerare completamente fino a metà del suo cervello.
Amici, potrei fare un
altro lungo elenco (dal cetriolo di mare al granchio, dal lombrico alle
meduse), ma la sostanza non cambia: in molte specie c’è qualcosa che gli umani
non hanno: la capacità di ricostruire i pezzi guasti o mancanti! Uno studio
della Duke University School of Medicine e della Lund University, pubblicato
sulla rivista Sciences Advances, ha dimostrato che il corpo degli esseri umani,
forse, una volta possedeva maggiori capacità riparative. Si, lo
studio ha rivelato che noi umani abbiamo mantenuto, seppure scarsa, la “capacità di riparare” certi tessuti per ferite o danni, sicuramente grazie a un residuo evolutivo del nostro passato, come la
cartilagine danneggiata o sovraccaricata delle articolazioni.
Cari amici, gli studi hanno
accertato che il processo rigenerativo negli animali è regolato da una molecola
nota come microRNA. Questa molecola ha dimostrato di essere molto utile nel
corso dell'evoluzione. MiRNA controlla un gruppo di geni centrali per la
rigenerazione dei tessuti ed è più attivo negli animali, con la straordinaria capacità di
rigenerare interamente i propri arti. Il MiRNA è presente anche nell'uomo: anche se è solo un piccolo
residuo del nostro passato evolutivo. Non lo usiamo più per rigenerare gli
arti, ma aiuta a riparare i nostri tessuti e la nostra cartilagine danneggiata, secondo il nuovo
studio. Saremo capaci, in futuro, di ripristinare anche nell’uomo queste antiche capacità rigenerative? Sarebbe, davvero, una cosa straordinaria!
A domani.
Mario
2 commenti:
Speriamo
Nice blog ppost
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