giovedì, gennaio 26, 2023

LA LEGGENDA DEL “CODEX GIGAS”, OVVERO LA BIBBIA DEL DIAVOLO. L’INQUIETANTE STORIA DEL MONACO-AMANUENSE CHE LA SCRISSE, MA CHE VENDETTE L’ANIMA AL DIAVOLO.


Oristano 26 gennaio 2023

Cari amici,

Che la storia culturale medioevale sia inframezzata anche da oscure leggende, è un fatto noto un po’ a tutti, e anche la storia che voglio riportare a Voi oggi certamente ne fa parte. Indubbiamente è una storia inquietante, che parla di un sacro libro come LA BIBBIA, ma di dimensioni gigantesche (per questo noto come CODEX GIGAS), se pensiamo che il libro è alto 92 centimetri, largo 50 e pesante più di 70 chilogrammi. È composto da 320 pagine, anche se ne risultano mancanti 8, andate misteriosamente perdute nel corso dei secoli. Si dice che le pagine mancanti fossero realizzate con una pergamena molto rara (il Vellum), ottenuta utilizzando pelle di vitello, oppure di animali nati morti o feti. Una carta speciale alquanto preziosa, dunque, rara e costosa, che veniva chiamata anche pergamena uterina.

Questo gigantesco e raro libro dovrebbe essere stato scritto in data antecedente il 1229, come risulta dalla registrazione effettuata nel monastero di SEDLEC, il più antico monastero di monaci cistercensi della Repubblica Ceca, fondato nell'anno 1142. La data dovrebbe essere abbastanza certa perché alcuni dati contenuti nel Codex offrono dei punti certi quanto alla sua datazione. Si parla, per esempio, della canonizzazione di San Procopio di Sazava, patrono dell’attuale repubblica Ceca. Il libro passò poi al monastero di Břevnov. Tra il 1477 e il 1593 fu custodito, invece, nel monastero di Broumov e poi a Praga.

Dopo la Guerra dei Trent’anni questa Bibbia finì a Stoccolma, quale bottino di guerra, e, da allora, si trova nella Biblioteca Reale di Svezia. Anche in questa sede il libro rischiò di andare perduto: nel 1697 un incendio scoppiato nel palazzo del re interessò anche la biblioteca reale, ma il pesante manoscritto fu salvato da qualcuno che opportunamente lo lanciò dalla finestra. Probabilmente fu in quell’occasione che le 8 pagine andarono perdute.

Un libro indubbiamente carico di mistero, considerato che attorno ad esso aleggia una oscura leggenda e, non per nulla, il libro viene chiamato “Libro del diavolo”. Un’antica tradizione vuole infatti che l’imponente volume, caratterizzato anche da scritti con particolari affermazioni e simbolismi, sarebbe stato scritto da un unico amanuense, un monaco dallo strano nome: Hernan il Recluso. Il fatto singolare è che esso sarebbe stato redatto in una sola notte da un monaco che per salvare la vita si rivolse a Satana.

La leggenda racconta che il religioso-amanuense, imputato di aver violato drasticamente i voti monastici, fosse stato condannato ad una orribile morte: essere murato vivo. L’unica condizione che lo avrebbe potuto salvare era quella di scrivere in una sola notte un libro magnifico, capace di glorificare nei secoli il suo monastero. Disperato, per evitare la terribile punizione, Hernan avrebbe evocato il principe dei demoni, Lucifero, che alla fine gli sarebbe apparso facendogli una proposta. Quella per cui, in cambio dell’aiuto delle forze del male per scrivere il libro, avrebbe dovuto cedere la sua anima a Satana. Solo così avrebbe avuta salva la vita. Nonostante le terribili conseguenze, il monaco accettò stipulando il patto col diavolo.

L’aiuto satanico arrivò, e il prezioso manoscritto fu completato, come richiesto, in una sola notte. A comprova dell’opera del maligno, nella pagina 290 del libro, è presente una grande immagine di Lucifero alta circa 50 centimetri, quasi ad indicare un segno di gratitudine per l’aiuto dato. Hernan salvò così la sua vita, ma non la sua anima, che ovviamente fu condannata alla dannazione eterna. Che questo libro, a parte la leggenda, risulti alquanto misterioso è vero, come asseriscono gli studiosi.

Analizzando le ricche pagine del libro, gli studiosi hanno rilevato che la grafia e la grafica appaiono uniformi in tutte le 320 pagine. Una cosa difficilissima in un testo che, per la sua vastità, avrebbe richiesto almeno 20 anni per essere realizzato. Effettivamente gli esperti faticano a capire come il testo sia stato scritto in un periodo di tempo evidentemente lungo senza aver risentito dei cambiamenti di umore e di età dell’autore! Certamente la realtà è che il libro fu certamente scritto in circa un ventennio dallo stesso Hernan, che veniva chiamato il recluso perché aveva scelto, per scriverlo, di isolarsi nella pace della sua cella. Il termine più opportuno sarebbe infatti inclusus, termine legato a una persona che, in un monastero, viveva in isolamento in una cella per motivi religiosi o a causa di una penitenza. Non si trattava quindi di un carcerato, perché la sua reclusione era volontaria.

Cari amici, sta di fatto che “La Bibbia del diavolo” è un libro che trasmette mistero, che fa supporre, considerato il periodo in cui è stato scritto, anche interventi che esulano dalla nostra umana condizione. Ma di cosa parla nelle numerose, magnifiche pagine, questo libro? In primo luogo, contiene i noti contenuti biblici, ma parla anche di storia, etimologia e vite dei santi. Vi compaiono inoltre certe formule magiche e scritti sull’alfabeto greco, cirillico ed ebraico. Insomma, la storia del libro è abbastanza variegata, intrisa com’è di retaggi e misteri del periodo medievale; per questo esso continua ad affascinare anche in quest’epoca moderna.

A domani, amici lettori.

Mario

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