Oristano 28 gennaio 2023
Cari amici,
Al largo delle coste
giapponesi esiste un'isola, chiamata “HASHIMA”, alquanto piccola essendo
lunga solo 400 metri e larga 150. In questo piccolissimo territorio, però, in
passato abitò un numero impressionante di persone, tanto da essere definito,
allora, uno dei luoghi più densamente popolati del pianeta. Poi, come spesso
accade nel mondo, la popolazione svanì e oggi l’isola è totalmente disabitata,
mostrando ai visitatori un aspetto apocalittico. Perché successe tutto questo?
Ecco l’interessante storia di questa piccola isola.
La storia di quest'isoletta
inizia nel 1887 quando fu scoperto un giacimento di carbone nel sottosuolo
marino, a circa 200 metri proprio sotto l'isola. Ipotizzando un buon affare nello
sfruttamento del giacimento, la piccola isola fu acquistata dalla Mitsubishi.
Per proteggere Hashima e la sua popolazione dai tifoni, i nuovi proprietari
recintarono l’isola con un grosso muro, che la fece assomigliare ad una
corazzata! E, infatti, Hashima è anche chiamata Gunkanjima, che significa proprio corazzata. Già nel 1889 iniziarono i lavori di estrazione del carbone, con la
perforazione di due tunnel verticali per arrivare al fondale.
La miniera di carbone
scoperta sull’isola si rivelò alquanto produttiva, se pensiamo che nel 1916 venivano
prodotte 150.000 tonnellate di carbone, e, di conseguenza, la popolazione di Hashima
aumentò considerevolmente, così come il numero degli edifici. Nel 1915, allo
scoppio della Prima guerra mondiale, la domanda di carbone aumentò e crebbe
anche l’estrazione in quest’isola. In superficie vivevano già circa 3.000
persone e molte altre eraso disposte a trasferirsi, nonostante le pesanti
condizioni di lavoro, perché le paghe erano buone. Mitsubishi iniziò a
costruire i primi edifici in cemento armato per gli operai, costruzioni
essenziali prive di ogni lusso: appartamenti spartani con una stanza con una
finestra, una porta e il vestibolo. I bagni e le cucine erano condivisi, anche
se non per i dipendenti Mitsubishi o il personale senior.
Nel 1917 fu costruito al centro dell'isola quello che allora fu definito l'edificio più alto del Giappone, con nove piani, e da allora l'isola si guadagnò il soprannome di "isola
senza verde" perché non c'era spazio nemmeno per la natura. Furono
costruiti anche una scuola, negozi, un cinema, un ospedale, casinò, un
santuario, campi da tennis, bar e persino una piscina pubblica. Non c'erano
automobili poiché, a causa delle ridotte dimensioni del terreno e della sua
elevata popolazione, era impossibile circolare.
L'anno dell'attacco a
Pearl Harbor, nel 1941, la produzione annuale di carbone aveva raggiunto le
410.000 tonnellate: una follia. Poiché non c'era lavoro, perché quasi tutti gli
uomini erano in prima linea a causa della Seconda guerra mondiale, vennero usati
i prigionieri come minatori per continuare a estrarre carbone. Nel 1945, più di
1.300 lavoratori sull'isola erano morti a causa delle condizioni estreme nella
miniera dell'isola.
All'inizio degli anni '60
Hashima raggiunse una popolazione di 5.000 persone: fu il suo massimo, poiché poi
iniziò il suo declino, in coincidenza con la nascita dell'OPEC,
l'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio. Il greggio iniziò a
sostituire il carbone e le miniere iniziarono a chiudere: Mitsubishi dovette
trasferire i lavoratori in altre aree e la chiusura ufficiale della miniera
avvenne nel 1974. Con la chiusura della miniera l’isola si spopolò totalmente, e,
con l’abbandono, iniziò ad andare in rovina, diventando spettrale.
Solo nel 2002 la società Mitsubishi
donò l'isola a Nagasaki, che nel 2009 la riaprì ai turisti. Nel 2015 l'isola,
per il suo storico passato, fu considerata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO
e oggi è alquanto visitata come meta di pellegrinaggio. I turisti dal porto di
Nagasaki viaggiano in crociere private per vedere da vicino gli scheletri degli
edifici che sono ancora in piedi. La visita dura circa un'ora, anche se i
curiosi, per ragioni di sicurezza, non possono accedere a tutte le aree.
Cari amici, In passato l’isola
fu anche utilizzata come set cinematografico: se siete fan della saga di James
Bond sicuramente ricorderete l'incontro tra l'agente 007 interpretato da Daniel
Craig e il suo nemico Raoul Silva (Javier Bardem); i due nel film si
incontrarono proprio ad Hashima, dove fu girato Skyfall, e nella
pellicola si possono vedere le imponenti rovine di quelle che erano state le
case dei minatori! Quante cose riesce a cambiare il tempo!
A domani cari lettori!
Mario
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