martedì, gennaio 24, 2023

LA “LECTIO MAGISTRALIS” DI PAPA FRANCESCO SULLO SPIRITO DI SERVIZIO. IL SUO INVITO AI CREDENTI: PRENDERE ESEMPIO DAL BATTISTA.


Oristano 24 gennaio 2023

Cari amici,

Domenica 15 gennaio Papa Francesco, durante l'Angelus in Piazza San Pietro, rivolgendosi ai numerosi fedeli che lo ascoltavano, ha ricordato loro che il vero cristiano non deve mai abbandonare lo “spirito di servizio”.  Ma cosa intendeva Papa Francesco per spirito di servizio? Prendendo spunto dal Vangelo, ha citato come esempio la vita di Giovanni il Battista, il precursore del percorso terreno di Gesù, per spiegare che "È facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati”. Ma il Papa ha invitato i cristiani a "liberarsi dagli attaccamenti" e a coltivare la virtù di farsi da parte nel momento giusto, dando spazio agli altri.

Il suo messaggio, rivolto a sacerdoti e famiglie e che io considero una vera “LECTIO MAGISTRALIS”, ribadisce ai cristiani che bisogna operare con altruismo, senza secondi fini.  "È facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati. E questo, pur essendo naturale, non è una cosa buona, perché il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini. Farà bene anche a noi coltivare, come Giovanni, la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù. Farsi da parte, imparare a congedarsi: ho fatto questa missione, e lascio il posto al Signore", ha ricordato Papa Francesco.

“Bisogna imparare a congedarsi”, ha detto il Papa: "Fratelli, sorelle, proviamo a chiederci: siamo capaci di fare posto agli altri? Di ascoltarli, di lasciarli liberi, di non legarli a noi pretendendo riconoscimenti? Attiriamo gli altri a Gesù o a noi stessi? E ancora, sempre sull'esempio di Giovanni - ha aggiunto Papa Bergoglio - sappiamo gioire del fatto che le persone prendono la loro strada e seguano la loro chiamata, anche se questo comporta un po' di distacco nei nostri confronti? Ci rallegriamo per i loro traguardi, con sincerità e senza invidia?", ha ribadito.

"Pensiamo a quanto è importante questo per un sacerdote - ha detto ancora -, che è chiamato a predicare e celebrare non per protagonismo o per interesse, ma per accompagnare gli altri a Gesù. Pensiamo a quant'è importante per i genitori, che crescono i figli con tanti sacrifici, ma poi li devono lasciare liberi di prendere la loro strada nel lavoro, nel matrimonio, nella vita. È bello e giusto che i genitori continuino ad assicurare la loro presenza, dicendo ai figli: 'Non vi lasciamo soli, ma con discrezione, senza invadenza'", ha proseguito il Pontefice.

Amici, sulle parole del Papa si sta discutendo molto in questi giorni. Avendo riservato al popolo di Dio questa omelia dopo la morte del Papa Emerito Benedetto XVI, si mormora che il monito lanciato da Francesco sulla necessità che “Bisogna imparare a congedarsi”, lo abbia rivolto anche a sé stesso, non solo per l’età avanzata ma anche per il suo stato di salute. Lo ha fatto ispirandosi all’esempio datoci da Giovanni Battista, che, quale precursore dell’azione pubblica di Gesù, una volta ritenuta compiuta la sua missione, seppe farsi da parte, ritirandosi dalla scena per fare posto a Gesù, passando così dal ruolo di profeta a quello di discepolo.

Si, Giovanni, precursore del Messia, dopo aver predicato al popolo, dopo aver raccolto dei discepoli e averli formati per molto tempo, non li ha legati a sé ma li ha passati al Maestro, sottolineato l’importanza del “farsi da parte”, del volersi congedare al momento opportuno dai ruoli di responsabilità, passando il testimone agli altri. È questo il difficile compito del vero educatore.

Cari amici, le parole di Papa Francesco devono farci riflettere: siamo sicuri che noi, seppure ci dichiariamo cristiani, siamo capaci di comportarci come Giovanni? Siamo davvero capaci di cedere il passo, di fare un passo indietro lasciando, quando è necessario, sia nel lavoro che nella vita privata e pubblica, il nostro posto di responsabilità agli altri? Insomma, siamo capaci di smettere di essere protagonisti? Chissà!

A domani, amici lettori.

Mario

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