venerdì, gennaio 13, 2023

PITTURE RUPESTRI DEL PASSATO: ECCO LA “CAPPELLA SISTINA” DELL'AMAZZONIA. REALIZZATA 12.500 ANNI FA, CONTA OLTRE 100.000 DIPINTI CHE COPRONO 8 MIGLIA DI ROCCIA.


Oristano 13 gennaio 2023

Cari amici,

Nella zona colombiana della grande foresta pluviale, su un immenso, scosceso ammasso roccioso, di recente sono state scoperte migliaia di pitture rupestri, risalenti a circa 12.500 anni fa. Gli studiosi, su delle pareti a strapiombo, si sono trovati di fronte una quantità impressionante di immagini, oltre 100 mila, che si estendevano senza soluzione di continuità per circa 8 miglia. Questi straordinari, antichi dipinti si trovano nella Serranía de la Lindosa e al parco nazionale di Chiribiquete, quest'ultimo dichiarato Patrimonio dell'UNESCO; in entrambe queste località sono state trovate anche diverse altre opere d'arte rupestre. Le prime pitture furono casualmente scoperte nel 2019, ma solo di recente, dopo che l’emittente britannica Channel4 ha seguito l’intera campagna archeologica (che sarà presentata in un documentario di prossima uscita dal paleo-antropologo Ella Al-Shamahi), sono state analizzate con cura.  

Questo straordinario complesso roccioso, ricchissimo di immagini, è stato definito "
la Cappella Sistina degli antichi",  studiato e stato messo a fuoco dal professore di archeologia José Iriarte, docente presso l’Università di Exeter ed esperto di popoli amazzonici e cultura precolombiana. Il professore, insieme al suo team, ha fornito al mondo concrete prove archeologiche della colonizzazione dell'Amazzonia colombiana nordoccidentale durante il tardo Pleistocene. Le immagini dipinte sulla roccia in ocra rossa ritraggono tutta una serie di animali e di persone. Gli esperti hanno datato i disegni sulla base di animali ora estinti come il mastodonte, un antenato preistorico dell'elefante, oltre a immagini del paleolama estinto, bradipi giganti e cavalli dell'era glaciale. Nei disegni si possono vedere anche impronte di mani umane.

Il professor José Iriarte ha così commentato: “È interessante vedere che molti di questi grandi animali appaiono circondati da figure umane in scala ridotta, con le braccia alzate, come se li stessero adorando. Per le popolazioni amazzoniche, esseri viventi come gli animali e le piante possiedono un’anima, e comunicano e interagiscono con le persone in modi amichevoli o ostili attraverso i rituali e le pratiche sciamaniche che vediamo rappresentate nell’arte rupestre”. Indubbiamente gli antichi popoli erano dotati di una sensibilità verso la natura molto maggiore di quella di oggi, se pensiamo allo scempio che ora si continua a perpetrare ai danni della Foresta Amazzonica!

I dipinti trovati hanno dimensioni variabili e alcuni sono collocati in una parte così alta della roccia da non poter essere visti a distanza umana ma solo con i droni; una collocazione che ha fatto pensare a come potevano essere state realizzate ad altezze così vertiginose! Secondo il Daily Mail, non si ha certezza circa la tribù che poteva aver realizzato i dipinti, ma si ritiene che due tribù indigene dell'Amazzonia siano state in giro a quell'epoca: gli Yanomami e i Kayapo. Sicuramente gli animali e le figure ritrovate, chiamati petroglifi, sono stati tutti dipinti da alcuni dei primissimi esseri umani che hanno raggiunto l'Amazzonia. I disegni raffigurano inoltre pesci, tartarughe, lucertole e uccelli, oltre a persone che ballano e si tengono per mano, che testimoniano una vita e una biodiversità enorme, risalente ad una colonizzazione iniziale della regione tra il 12.600 e 11.800 AC.

La tardiva scoperta di questo immenso patrimonio artistico, realizzato su questo complesso rupestre, è certamente dovuta al fatto che si tratta di un’area ancora relativamente poco conosciuta della Foresta Amazzonica, la cosiddetta Serranía de la Lindosa, posta a sud di San José del Guaviare, in Colombia. I dipinti, come prima accennato risultano perfettamente conservati, anche se andrebbero ulteriormente analizzati; purtroppo, però, la situazione interna della Colombia non consente di proseguire i lavori in completa tranquillità, in quanto il Paese è da tempo devastato da lotte interne: una guerra civile che dura da circa mezzo secolo. Anche la zona dove è stata ritrovato questo grande ciclo pittorico rupestre era fino a poco tempo fa completamente interdetta al traffico civile.

Cari amici, secondo gli archeologi che lavorano ai dipinti, l’intero sito (Serranía de la Lindosa e Parco nazionale di Chiribiquete), per essere analizzato completamente, richiederà ancora tantissimo tempo. Lo stesso professor Iriarte, come riporta un articolo di The Guardian, afferma che ovunque ci si gira si scopre un nuovo disegno! E questo succede in ogni angolo del sito. Si parla quindi di altre migliaia di affreschi, rappresentanti animali e scene di vita quotidiana, tutto materiale che sicuramente contribuirà a farci conoscere molto meglio il nostro antico passato.

A domani, cari lettori.

Mario

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