martedì, gennaio 03, 2023

CHI ERA ERMETE TRISMEGISTO, FIGURA MISTERIOSA ED ENIGMATICA DELL'ANTICHITÀ? A LUI È ATTRIBUITA LA “TABULA SMARAGDINA”, UN MISTERIOSO TESTO ESOTERICO.


Oristano 3 gennaio 2023

Cari amici,

Il passato, in particolare quello più antico, cela ancora i suoi grandi misteri, difficili da svelare, nonostante gli studi e le ricerche. Storia che, mancando spesso le fonti certe, ha fatto diventare leggenda alcuni grandi personaggi del passato, trasfigurati nel mito popolare. Ebbene, oggi voglio parlare con Voi di una delle figure più enigmatiche dell’antichità: quella di “Ermete Trismegisto”, a cui viene attribuito il mitico testo la “TABULA SMARAGDINA”, un compendio di 12 Tavole di smeraldo dal contenuto esoterico. La definizione di tris-megisto, tre volte grande, avrebbe il significato di essere venuto al mondo per tre volte: come Thoth in Egitto, come Hermes in Grecia e successivamente come Ermete. Oppure – come dichiarerebbe lui stesso nelle tavole – “perché possiedo le tre parti della filosofia del Mondo”.

Queste tavole, di difficile decifrazione, sono considerate un documento leggendario, uno scrigno di conoscenze fondamentali e addirittura – per alcuni – contenenti i segreti dell’alchimia e della pietra filosofale. Ma vediamo cosa hanno scoperto finora gli studiosi su queste tavole e sul personaggio che le avrebbe scritte. Di queste mitiche “tavole” si conoscono solo una serie di successive interpretazioni e traduzioni, ma non si ha un oggetto fisico che permetta di leggere il testo originale. La tradizione ne ha però tramandato la storia e i pretesi contenuti.

A parlare compiutamente delle tavole smeraldine sarebbero i Libri di Thot, che, secondo un antico documento, il Papiro Westcar, conservato al museo di Berlino, sarebbero conservati in una camera segreta nella necropoli di Giza. Esiste anche, dicono gli studiosi, un altro scritto, il Testo del Sarcofago, contenente riferimenti a una cosa, o a un luogo, sigillato nell’oscurità e circondato dal fuoco, che custodirebbe le rivelazioni di Osiride. E diventa inevitabile, a questo punto, pensare alle tante affermazioni di ricercatori, scienziati e studiosi che dichiarano di aver trovato nella Valle dei re, per esempio sotto la Sfinge o nella Grande piramide, misteriosi spazi vuoti ancora da esplorare.

Quanto a Ermete Trismegisto, chi era davvero? Dirlo con certezza non è semplice, anche perché in lui sembrano confluire misteri, tradizioni e culture diverse. Una delle conclusioni più frequenti è che si cerchi di fondere nella sua figura Hermes, il dio greco della parola, con Thot, il dio egizio della scrittura, portatore di grande conoscenza. Ma non manca chi crede che si tratti semplicemente della stessa entità o persona, rappresentata con nomi diversi. Fatto sta che la tradizione misterica dell’antico Egitto lo esalta e lo rappresenta iconograficamente in forma umana, con la testa dell’uccello acquatico ibis, definendolo dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo, dei numeri, della matematica e della geometria. Più di rado il Trismegisto assume le sembianze del babbuino.

Il dio Thot-Ermes, colui che donò la scrittura agli uomini, avrebbe inciso le sue incredibili conoscenze su alcune lastre di smeraldo, registrando in forma criptica i principi fondamentali che governano l’universo. Le avrebbe poi nascoste accuratamente affinché solo i più degni, nel futuro, le potessero trovare. Secondo una teoria molto suggestiva queste tavole sarebbero celate in Egitto, in una camera segreta, forse la cosiddetta Stanza dei registri. Ma le leggende nate intorno alle mitiche tavole sono tante. I libri di Thot, sostengono taluni ricercatori, non sarebbero altro che una parte degli Archivi di Atlantide, di cui gli ispiratori della civiltà egizia (e non solo di quella) sarebbero i superstiti. E le tavole, in realtà, sarebbero scritte nell’antica lingua del Continente scomparso.

La tradizione vuole che le 12 tavole siano fissate insieme con cerchi d’oro e fatte di verde smeraldo. In realtà – sussurrano alcuni - si tratterebbe di una sostanza ottenuta tramite trasmutazione alchemica: indistruttibile e resistente a tutti gli elementi e sostanze conosciute, tanto da rendere le tavole inattaccabili dal trascorrere del tempo.

Amici, molte storie continuano ad aleggiare attorno alle tavole smeraldine di Thot, che risultano legate all’ermetismo. Del resto, queste erano tenute in grande considerazione in epoca medievale e rappresentavano un testo imprescindibile per esoteristi ed occultisti. Ai giorni nostri restano grandi aloni di mistero intorno all’argomento, e prima di tutto sul vero autore del testo, ma sicuramente quelle mitiche Tavole continuano ad emanare un enorme fascino. Fu Clemente di Alessandria ad attribuire l’opera, nel 150-215 d.c., a Ermete Trimegisto, ritenuto autore del Corpus Hermeticum, a cui si fa risalire la fondazione della scuola ermetica.

Tuttavia, oltre la teoria legata ad Atlantide, circolano altre versioni non meno intriganti. Una vorrebbe, per esempio, che a scrivere i misteri sulle Tavole smeraldine sia stato il terzo figlio di Adamo ed Eva, Seth. Circolano anche leggende che le vorrebbero custodite nell’Arca dell’Alleanza. C’è chi ritiene che il prezioso reperto sia passato per le mani di Alessandro Magno, e chi afferma che il testo originale sia perito nel disastroso incendio della Biblioteca di Alessandria costruita durante il regno di Tolomeo II Filadelfo.

Come è giunta fino a noi la leggenda? La più antica fonte scritta è dell’825 dopo Cristo e sarebbe contenuta nel Sirr al-khaliqa wa-san ‘at al-tabi’a (o Kitab al-‘ilal), opera enciclopedica in arabo poi tradotta in latino tra il 1140 e il 1250 con il nome Liber de secretis naturae (Libro dei segreti della natura) nel XII secolo da Ugo di Santalla. Viene poi ripresa nel XIII secolo nel Secretum Secretorum, noto anche come Kitab Sirr al-Asrar. Nel periodo del Rinascimento la tavola fu studiata e tradotta da Marsilio Ficino, famoso filosofo, umanista, astrologo ed ermetista.

Cari amici, il mistero, nonostante i secoli e i millenni, continua ed affascina…

A domani.

Mario

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