martedì, gennaio 10, 2023

SARDEGNA: ISOLA “PATTUMIERA RADIOATTIVA” D’ITALIA? NON BASTAVANO LE IMMENSE SERVITÙ MILITARI PRESENTI, ORA ANCHE LA COLLOCAZIONE DELLA CENTRALE PER GLI ALLARMI NUCLEARI. CREDO SIA L’ANTIPASTO PER IL DEPOSITO DELLE SCORIE RADIOATTIVE.


Oristano 10 gennaio 2023

Cari amici,

La Sardegna, a ben pensare, per mille ragioni pare non sia una regione “paritaria”, ovvero con gli stessi diritti e doveri delle altre regioni che compongono la nazione Italia. Noi sardi, ogni giorno che passa ci sentiamo più sudditi che cittadini, se pensiamo che non abbiamo continuità territoriale, che recarsi fuori dall’isola sembra quasi una scommessa (per tempi e costi), che pur essendo la produzione energetica superiore ai nostri bisogni, il territorio è costantemente sotto attacco per l’installazione di altre migliaia di pale eoliche, che a differenza delle altre regioni la sanità (praticamente disastrosa) grava sul bilancio regionale e non su quello dello Stato. E non è tutto!

Si è mai fatto un calcolo della superfice dell’isola vincolata alle servitù militari? Un’immensità, perché migliaia di ettari di terra e di mare sono “espropriati” militarmente, negando attività di pesca, pascolo e coltivazione. Ebbene, nonostante tutto questo, ancora non basta: l’isola, anche se le bocche statali appaiono cucite, sembra destinata a diventare “la pattumiera d’Italia”, in quanto ben dieci (10) siti sardi sono stati ritenuti idonei ad accogliere le scorie nucleari di tutta la nazione italiana! A dimostrare che questi pericolo sono concreti e reali, come con grande chiarezza ha scritto Mauro Pili sull’Unione Sarda dei giorni scorsi, guarda caso proprio alla vigilia di Capodanno, Invitalia, l’Agenzia governativa nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A., ha pubblicato l’appalto (chissà perché il progetto è secretato) per la realizzazione in Sardegna, precisamente nella zona di Alghero (Capocaccia) della Centrale per gli allarmi nucleari.

Nello splendido panorama di Capo Caccia, dunque, meta alquanto richiesta turisticamente parlando, verrà sistemata questa mega struttura al servizio dell’interesse nazionale. Ovviamente senza nessuna consultazione del popolo sardo, che poco o nulla conta, considerato che – non a torto e da sempre – la Sardegna altro non è che una semplice colonia. Forse che il nostro sviluppo turistico fa paura al resto delle regioni italiane che temono la concorrenza di un’isola con un grande potenziale, purtroppo inespresso?

Si, amici, sin dal periodo romano siamo e resteremo colonia! Poi, per tenere buoni i sardi, quando c’è da continuare ad utilizzare l’isola per gli scopi più diversi, lo si fa in modo segreto; i progetti devono passare sottotraccia, magari sotto feste, come a Ferragosto o Capodanno, quando si mangia e si bene in allegria e non si pensa alla reale situazione in cui ci si trova. Meglio utilizzare i momenti di distrazione collettiva, tra spiagge e botti di fine d’anno, così si evitano le polemiche.

Come ha scritto e continua a scrivere Mauro Pili sul nostro quotidiano più letto nell’isola, questa volta il braccio più esecutivo del Governo, quell’Invitalia di Stato, l’agenzia che passa dai tamponi alle mascherine, dai siti radioattivi agli appalti di infrastrutture, ha scelto la fine del 2022 per scomodare la Gazzetta Ufficiale. La data è quella del 28 dicembre, la pubblicazione è nella Serie Speciale dedicata ai contratti pubblici, la numero 151, l’ultima dell’anno. La stazione appaltante è scandita per esteso: Invitalia S.p.a. Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa.

Questo potente braccio operativo per gli appalti di Stato agisce in nome e per conto dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. Quando il tema è radioattivo difficile passare inosservati, in Sardegna meno che altrove. La gara d’appalto è una di quelle che devono attraversare la pubblicazione legale senza fare troppo clamore: affidamento della fornitura, installazione, assistenza e manutenzione di due stazioni automatiche di monitoraggio della radioattività nel particolato atmosferico, ad elevato volume di campionamento.

Per tenere buoni i sardi, che seppure sudditi spesso protestano, la Sardegna nell’appalto “nucleare” non è mai esplicitamente citata, non c’è un solo riferimento ad un Comune dell’Isola. Semplicemente c’è scritto Capo Caccia, tra parentesi SS, che tradotto significa Sassari. Il sito è indicato come militare, più precisamente in capo all’Aeronautica. Da piazzare in quell’eremo di natura incontaminata e paesaggi mozzafiato, sulla costa di Alghero, non a caso chiamata la Riviera del Corallo, c’è da costruire nientemeno che una modernissima e potentissima stazione di monitoraggio della radioattività nel particolato atmosferico con alto volume di campionamento.

Cari amici, il reale, concreto pericolo non sta nella costruzione di questa stazione di monitoraggio della radioattività, ma preoccupa il fatto che la scelta della Sardegna per l’ubicazione di questo punto di controllo, sia l’anticamera della decisione (forse già presa) di depositare in Sardegna tutte le scorie nucleari provenienti dai vari siti d’Italia. Una cosa, mi sconcerta alquanto: nonostante le precedenti prese di posizione dei sardi, che hanno ribadito, nella maniera più forte possibile, il NO alla realizzazione del pericoloso sito in Sardegna, dato il già immenso peso delle servitù esistenti, cosa sta facendo la Regione Sardegna, con i suoi rappresentanti, per liberare l’isola da questa seria minaccia?

A domani.

Mario  

 

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