mercoledì, gennaio 18, 2023

L'ANTICA E CURIOSA STORIA DELLE CASE-TORRI, COSTRUITE TRA LE MONTAGNE DEL CAUCASO. REALIZZATE GIÀ PRIMA DELLA NASCITA DI CRISTO, SVETTANO ANCORA OGGI NEL TERZO MILLENNIO.


Oristano 18 gennaio 2023

Cari amici,

Nel Caucaso settentrionale, oggi parte della Federazione Russa, nel lontano passato abitavano gli ingusci, i ceceni e i vainakh (tribù che diedero origine all'attuale popolo ceceno e al gruppo etnico degli Ingusci, insieme ad altri gruppi della regione, N.d.R.); in quest’area dominata da alte montagne e profonde valli, che nascondono paesaggi e ambienti molto belli e particolari, queste antiche popolazioni costruirono delle curiose case-torri, già prima della nascita di Cristo. Popoli che, isolati dal resto del mondo, per tanto tempo mantennero abitudini uniche e antichissime, tra cui la costruzione di questi particolarissimi edifici abitativi.

Nella Svanezia in particolare (regione storica della Georgia), ancora oggi queste alte torri svettano con orgoglio, quali meravigliosi tesori dell'architettura, che, nonostante il tempo trascorso, resistono bene al trascorrere dei secoli. Costruite, come detto, prima della nascita di Cristo, successivamente, intorno al XIII-XVI secolo circa, registrarono una breve rinascita, con la rinnovata cultura delle torri, usate a scopo abitativo e di difesa. La curiosa particolarità di queste case-torri è che dovevano essere costruite entro un anno, ovvero in 365 giorni, e ogni famiglia benestante del villaggio era tenuta a possederne una!

Gli ingusci nei loro villaggi edificarono queste grandi torri con pianta rettangolare, adibendole sia ad abitazione che come luogo di difesa. Le torri degli ingusci, dei vainakh e dei ceceni erano caratterizzate da uno stile architettonico leggermente diverso; inoltre, le pietre venivano fissate con della malta di calce, altre volte invece si usavano materiali differenti. Le torri, alte circa 10-12 metri, avevano pavimenti e soffitti in legno; al piano terra si trovavano le stalle e le scuderie per gli animali, mentre il secondo piano era destinato allo spazio abitativo. Il terzo ed ultimo piano era riservato agli ospiti, oppure veniva utilizzato per la difesa.

Le torri avevano diverse aperture, che all’apparenza potevano essere scambiate per balconi, mentre in realtà erano punti di osservazione difensivi. Questi "balconi" non avevano pavimenti e venivano usati per far rotolare dei massi e per versare liquidi bollenti sugli assalitori della torre, mentre il recinto di pietra del "balcone" proteggeva i difensori dalle frecce degli assalitori. Oggi questi edifici storici attirano molti visitatori e la località di Vovnushki, nell’Inguscezia è il luogo più famoso dove queste torri, alquanto ben conservate, possono essere ammirate. Gli storici continuano a studiarle nei dettagli, e, pensate, che ad oggi più di 30 torri ingusce non sono ancora state studiate a dovere.

In quei tempi lontani il villaggio era composto di diverse torri, tutte costruite piuttosto vicine le une alle altre, e potevano essere utilizzate anche per comunicare tra di loro tramite i segnali di fuoco: in questo modo i villaggi vicini potevano essere informati tempestivamente dell’arrivo dei nemici. Gli ingusci in particolare le amavano in modo speciale, convinti che le torri incarnavano il loro spirito nazionale e la ricerca della bellezza. Ogni torre portava scolpiti i simboli spirituali del suo costruttore e quello della famiglia che ne aveva finanziato la realizzazione.

Cari amici, Il Caucaso è uno dei pochi luoghi della Terra la cui storia è complicatissima da decifrare, e forse è per questo che in gran parte è poco nota. Proprio a causa della molteplicità delle lingue usate dai vari popoli, c’è chi azzarda a dire che chi scrisse della “biblica Torre di Babele e del conseguente Diluvio”, si riferiva proprio a questa “babele” di lingue caucasiche! La vicinanza dei luoghi conforta quest’ipotesi. Anche riferendosi All’ARCA DI NOE’, si ipotizza che il territorio dove fu costruita fosse proprio il Caucaso. Si ipotizza anche che quella “casa galleggiante di legno” che Dio ordinò a Noè di costruire per salvarsi dal Diluvio, barca dove abitare per qualche mese con la moglie e i tre figli e gli animali in attesa che le acque del grande Diluvio Universale rifluissero, abbia accolto anche i nipoti, i figli di Jafet. Tant'è che gli abitanti del Caucaso si considerano gli unici veri discendenti di Jafet, figlio di Noè!  Convinti loro….

A domani.

Mario

 

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