venerdì, settembre 02, 2022

SARDEGNA E SANT’ANTIOCO, 2 ISOLE GEMELLE UNITE DA UN UNICO VINO, IL CARIGNANO DEL SULCIS, UN VINO CHE VIENE DAL MARE.


Oristano 2 SETTEMBRE 2022

Cari amici,

L’isola di Sant’Antioco (la più grande della Sardegna) è posta a sud-ovest della Sardegna, alla quale è collegata da un istmo, molto probabilmente realizzato dai punici e successivamente rinforzato dai romani, come testimonia l’antico ponte romano. La sua capitale omonima, l’antica Sulcis, fu un’importante città fenicia, sorta attorno al VIII secolo A. C. Nei secoli successivi l’isola subì diverse dominazioni: dai fenici ai punici, dai romani ai vandali, dai saraceni ai pirati.

Sull’isola la viticoltura è un’arte antica, molto probabilmente iniziata dai fenici, con la coltivazione di un vitigno particolare, caratterizzato dalla forte resistenza ai venti salmastri e alla filossera. Questo vitigno è il Carignano, del Sulcis, che produce un eccellente vino rosso che ha ottenuto la certificazione Doc nel 1977. Attualmente per la produzione del Carignano possono concorrere fino al 15% anche vitigni di Monica, Pascal e Alicante Bouschet, da viti senza porta innesto coltivate nelle zone argillose del basso Sulcis. Il risultato è un eccellente vino dal colore rosso rubino scuro tendente al granato, dal bouquet ricchissimo e intenso, con sentori di prugna cotta, frutta secca e marasche, e dal gusto pieno e ben strutturato.

Sant’Antioco, come accennato è l’isola più vasta della Sardegna e la quarta d’Italia per estensione, e consta di due comuni: Sant’Antioco e Calasetta. Un’isola, quindi, divisa in due soli comuni, che rappresentano, però, due culture diverse, ma con un legame comune: la coltivazione di un vitigno speciale: il Carignano. Una viticoltura, quest’ultima, che, pensate, ha rischiato di scomparire. Il Carignano di cui parliamo viene coltivato su terreni sabbiosi, su fine sabbia bianca, di fronte al mare. Proprio questa caratteristica permise al Carignano del Sulcis di resistere alla filossera che, oltre cento anni fa, distrusse le vigne di tutta Europa. Qui si trovano ancora oggi le rarissime vigne su piede franco, non innestate, e viti con più di 150 anni di vita.

Una viticoltura a tutti gli effetti eroica, sia per la difficoltà di lavorazione che per l’impeto dei venti (maestrale e scirocco in pianura e maestrale e tramontana salendo di quota) che, sferzano i vigneti protetti da canneti, fichi d’india e siepi di macchia mediterranea, fanno da veri e propri frangivento naturali, impedendo di compromettere lo stato vegetativo e l’equilibrio fisiologico di parete fogliare e grappoli. In Sardegna il vino ha sempre avuto, fin dai tempi della civiltà nuragica, un’importanza strategica. Ebbene, il difficile lavoro portato avanti dagli eroici viticoltori di Sant’Antioco, accomuna le due isole (isola madre e isola figlia) sotto le insegne di un vino davvero straordinario: il Carignano del Sulcis.

Questo straordinario vino, noto anche fuori dai confini nazionali è portato avanti dalla Comunità del Carignano a Piede Franco, che raccoglie un folto gruppo di vignaioli di Sant’Antioco e Calasetta, per i quali ogni singola vite di Carignano che affonda le proprie radici nell’isola, va preservata. È questa una Comunità, fondata sotto l’egida di Slow Food, che mira a tutelare e valorizzare le peculiarità della viticoltura di questo areale vitivinicolo in cui ancora oggi gran parte degli impianti sono ad alberello franco di piede, ergo propagati di generazione in generazione senza l’ausilio di innesti su piede americano, selezionando in campo il solo materiale genetico locale.

Un’identità, quella del Carignano del Sulcis, che non è solo quella varietale, poiché il Carignano, che viene allevato e prodotto anche altrove, qui assume connotazioni peculiari e fortemente riconoscibili per quel connubio fra profumi, materia, acidità e mineralità che in nessun altro contesto pedoclimatico potrebbero acquisire. Un vino che continua fare passi avanti importanti in termini di nitidezza espressiva, piacevolezza di gusto e, più in generale, di equilibrio. Frutto importante della forza e dell’orgoglio identitario dei viticoltori e dei produttori di queste terre, che operano con grande senso di responsabilità e fierezza.

Cari amici, l'isola "satellite" più vasta della Sardegna, che nel tempo ha incorporato le culture del vino africane e liguri, partendo dal millenario cuore vitivinicolo nuragico della terra sarda, ha portato avanti nel tempo il valore di un prodotto straordinario, dal profumo e dal gusto imperdibile: il Carignano del Sulcis!

A domani, cari lettori.

Mario

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