Oristano 12 settembre 2022
Cari amici,
Se è pur vero che il vino
buono sta nelle botti piccole, è altrettanto vero che anche in certi
piccolissimi “paesi” della Sardegna ci sono delle bellezze straordinarie! Tinnura,
per esempio, piccolissimo centro della Planargia posto a pochi chilometri da
Bosa, con i suoi 242 abitanti può essere a tutti gli effetti considerato un “Paese-Museo a cielo
aperto”. Ma vediamo insieme il perché.
Chi arriva, sia da sardo d’altri
luoghi oppure da turista, passeggiando nelle suggestive vie e piazzette lastricate di
trachite rosa e marmo bianco, arredate con monumenti e statue di Simplicio
Derosas e Pinuccio Sciola, resta affascinato dai pittoreschi murales, dipinti
nelle facciate delle case e che raffigurano i momenti salienti, in particolare
del passato, della vita rurale e sociale del borgo. Insomma, visitando il piccolo centro si può rimanere
solo incantati, scoprendo di trovarsi immersi in un vero, grande museo a cielo aperto!
Qui la vita del passato sembra non essere mai tramontata e i suoi pochi ma
operosi abitanti continuano a praticare, da artisti più che da artigiani, le nobili arti antiche, come quella della realizzazione dei cestini di asfodelo, canna e salice.
Coloro che amano la
campagna lavorano con grande maestria i vigneti che danno un'ottima malvasia, oltre
gli oliveti che producono un olio sapido e profumato. Ma ciò che emoziona i
visitatori, in particolare i non sardi, sono gli splendidi lavori in asfodelo,
macerato sino a poco tempo fa, con l’acqua delle fontane del borgo, tra cui
l'elegante Funtana ‘e giosso. Nel piccolo centro della Planargia c’è da
ammirare anche la seicentesca parrocchiale di Sant’Anna, con il suo elegante
campanile a bande in mattoni rossi. La patrona è celebrata a fine luglio con
riti religiosi e civili. Altra festa, molto sentita dagli abitanti, è la festa
della beata Vergine del Rimedio, celebrata nella prima decade di settembre.
Storicamente Tinnura risulta
un centro abitato fin dall'età del Bronzo, come dimostrato da alcuni menhir,
dal nuraghe Tres Bias e dalla tomba di Giganti su Crastu Covocadu. Nel Medioevo
appartenne al Giudicato di Torres e fece parte della Curatoria della Planargia.
Alla caduta del giudicato (1259) venne governato dai Malaspina e
successivamente (1308) entrò a far parte del Giudicato di Arborea. Intorno al
1420 passò sotto il dominio del Regno di Sardegna aragonese e divenne un feudo,
concesso inizialmente alla famiglia Villamarina, per poi essere incorporato nel
XVIII secolo dai Savoia, insieme a Flussio, nel marchesato della Planargia, feudo
dei Paliaccio. Fu riscattato dagli ultimi feudatari nel 1839, con la soppressione
del sistema feudale.
Oggi il piccolo centro di
Tinnura è unito, senza soluzione di continuità, con quello di Flussio, comune
col quale condivide il corso principale che corrisponde alla strada statale
292. Turisticamente parlando, nel comune è ancora presente la stazione delle Ferrovie
Complementari della Sardegna, che un tempo collegava Macomer a Bosa, linea oggi
utilizzata per il solo traffico turistico legato al servizio Trenino Verde
dall'ARST. Lo scalo è quindi servito da alcune corse a calendario nel periodo
estivo, oltre che da eventuali treni speciali, effettuati su richiesta di comitive di
viaggiatori.
Cari amici, Tinnura,
paesino di appena 250 abitanti, tra i più piccoli dell’Isola, a nove chilometri
da Bosa e a 55 dal capoluogo di provincia Oristano, merita certamente di essere
visitato e apprezzato. Sorge su un altopiano basaltico e si affaccia sulla
fertile vallata di Modolo. La sua storia, la sua vicinanza con il mare, la
bellezza dei luoghi e l’affettuosità dei suoi abitanti sono un grande biglietto
da visita. Percorrere le stradine del paese, incorniciate da numerose opere d’arte, è come visitare un meraviglioso museo d’arte moderna ‘a cielo aperto’!
Credo che pochi altri piccoli
centri possano vantare un simile biglietto da visita!
A domani, amici.
Mario
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