Il Tosón d'Oro |
Oristano 20 aprile 2022
Cari amici,
Sui festeggiamenti che la
città di Cagliari celebra ogni anno il 1° maggio in onore di Sant’Efisio, ho
già scritto su questo blog, in particolare in data 7 maggio 2014, con un post
che chi è curioso può andare a leggere o rileggere cliccando sul seguente link:
http://amicomario.blogspot.com/2014/05/il-1-maggio-cagliari-e-tutta-la.html.
In questa giornata di festa il tributo al Santo da parte della città è portato
da un rappresentante della sua massima autorità, l’Alter Nos”, che nell’occasione
indossa le insegne dell'altissima onorificenza spagnola del Tosón d'Oro.
Per onorare la tradizione, l’Alter Nos si reca la mattina del Primo Maggio
nella chiesetta del Santo, mentre i confratelli dell’Arciconfraternita del
Gonfalone adornano il simulacro del Martire Efisio con numerose decorazioni.
Celebrata la Santa Messa la statua viene messa dentro un'urna di cristallo
collocata a sua volta su un cocchio trainato da un giogo di buoi addobbati
secondo la tradizione.
Amici, rivestire i panni
di Alter Nos, ovvero di alto rappresentante della municipalità, è per i
cagliaritani un grande privilegio, e la lotta sotterranea per essere prescelti
non è mai stata facile! Ma cos’è in realtà questo " Tosón d'Oro”? Vediamo insieme la sua storia. Questo gioiello, indossato per l’occasione dall’Alter Nos, è il
simbolo dell’Ordine Cavalleresco istituito il 10 gennaio del 1430 da Filippo
III di Borgogna a Bruges per celebrare il suo matrimonio con la principessa
portoghese Isabella d'Aviz.
Quest’Ordine cavalleresco fu fondato nell’intento
di diffondere il Cristianesimo e il suo segno di appartenenza, il Tosón d'Oro, diventò una prestigiosa onorificenza, che veniva concessa a personaggi di altissimo rango. La scelta dell’insegna
del Tosón d’oro, che era costituito dalla riproduzione di un ariete d'oro
pendente da una catena dello stesso metallo, si rifà alla mitologia greca, che
attribuiva al Tosón d’oro il potere di curare ogni ferita. Questo particolare
vello dorato era quello di Crisomallo, un ariete alato capace di volare che
Ermes donò a Nefele. Il Vello, come sappiamo, fu in seguito rubato da Giasone e
dai suoi compagni, gli Argonauti, con l'aiuto di Medea.
Nel 1679 l’onorificenza del
Tosón d'Oro fu concessa alla città di Cagliari, e la storia della sua
concessione è abbastanza curiosa. Essa ha inizio quando i Regnanti spagnoli -
dopo una lunga diatriba tra Cagliari e Sassari - decisero di assegnare il
“Tosón d’oro” a Cagliari, in quanto essa dimostrò maggiore solidarietà e
rispetto nei confronti dei regnanti dell’epoca. In origine, le effigi incise sui due lati
del medaglione riportavano una simbologia diversa da quella attuale. Purtroppo,
tale medaglione fu modificato nel '700: la decisione fu assunta dai Savoia, che
decisero di apporvi definitivamente il simbolo di Cagliari: le Torri e la croce
sabauda. Dunque, quello attualmente indossato dall’Alter Nos ha una simbologia
differente da quella originaria, legata al Regno di Spagna.
Filippo di Borgogna |
Amici, oggi però, sapendovi curiosi, voglio essere più discorsivo e parlare con Voi anche dell’Ordine del Tosón d'Oro, che ha una
storia, credetemi, davvero affascinante. L'Ordine
del Tosón d'oro venne modellato sull'esempio dell'Ordine della Giarrettiera
inglese, ma venne dedicato a Sant'Andrea, che ancora oggi è il patrono supremo
dell'Ordine. Filippo di Borgogna, il fondatore, era infatti stato nominato
cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera a partire dal 1422, ma aveva rifiutato
per evitare di recare offesa al vicino Re di Francia, col quale stava
inaugurando una politica proficua per il suo Stato.
Come l'Ordine della
Giarrettiera, il nuovo Ordine si distinse per esclusività: intanto per avere un
numero limitato di cavalieri che potevano ricevere l'onorificenza; inizialmente
erano 24, passati poi a 30 nel 1433 e divenuti 50 nel 1516, oltre chiaramente
al sovrano Gran Maestro. La grande particolarità e novità di questo Ordine, che
lo rese davvero esclusivo, ovvero il più importante in Europa e certamente uno
dei più prestigiosi al mondo, furono gli straordinari privilegi di cui i suoi
insigniti potevano disporre! Eccoli.
Il sovrano Gran Maestro dell'Ordine
era tenuto a convocare una riunione con la consulta dei cavalieri dell'Ordine
del Tosón d'oro prima di entrare in guerra, tutte le dispute tra i membri dell'Ordine
dovevano essere discusse dal Consiglio dell'Ordine stesso, alla morte
dell'insignito le insegne dovevano necessariamente tornare all'Ordine, con
pesanti multe e ammonizioni per quanti non rispettavano questa regola, i
cavalieri dell'Ordine godevano di una quasi totale immunità giudiziaria, l’arresto
di uno degli insigniti doveva essere siglato da almeno sei del totale dei
cavalieri insigniti e, prima della sentenza, l'accusato non poteva essere
imprigionato, ma rimaneva in custodia degli altri cavalieri, l'Ordine era
esplicitamente negato per gli eretici, divenendo esclusivamente per cattolici
dopo la controriforma, l'Ordine veniva concesso esclusivamente a nobili. Per quanti
non lo fossero all'atto della consegna del collare (il che era già di per sé un
caso raro), venivano nobilitati con l'atto stesso di conferimento.
Carlo V, Gran maestro dell’Ordine del Tosón d’Oro |
Il più famoso Gran Maestro
dell'Ordine fu Carlo V (1500-1558), imperatore del Sacro Romano Impero, che ne
fece membri anche suo figlio Filippo II, l'ammiraglio genovese Andrea Doria, il
principe di Bisignano Pietrantonio Sanseverino, il duca di Parma Alessandro
Farnese, insignito a seguito delle sue imprese militari, ed il granduca di
Toscana Cosimo I de' Medici; per i servigi resigli da quest'ultimo (la
prestigiosissima onorificenza consacrò definitivamente la gloria, il potere e
la nobiltà della stirpe medicea.
Viviana Lantini |
A domani.
Mario
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