Oristano 4 aprile 2022
Cari amici,
La prima cosa che pensiamo,
quando ci mettiamo in testa di dimagrire, è iniziare una dieta eliminando per
prima cosa il pane e la pasta, accusati (spesso ingiustamente) di essere la
prima causa del nostro sovrappeso. In realtà il problema è più complesso e va
affrontato con la giusta dose di saggezza. Restare in forma, nel senso di rimanere
in linea senza quegli inutili chili in più richiede, oltre che costanza, impegno
a seguire un’alimentazione equilibrata consumando cibi bilanciati in termini di
nutrizione. In questo campo, che riguarda oramai una moltitudine di persone, gli
errori che vengono commessi sono innumerevoli, a partire proprio
dall’abolizione dei carboidrati.
I carboidrati, o glucidi,
è giusto che lo sappiamo, sono dei composti chimici organici formati da atomi
di carbonio, idrogeno e ossigeno, ed eliminarli dalla nostra dieta è una scelta
non salutare e poco utile alla dieta stessa. Lo confermano gli esperti: una
dieta sana è una dieta equilibrata che comprende tutti gli alimenti nelle
giuste quantità. La demonizzazione dei carboidrati è dunque controproducente, nella
convinzione che facciano ingrassare. Essi, invece, saziano a lungo e contengono
nutrienti importanti, quali magnesio, ferro e vitamine del gruppo B, oltre una
buona dose di fibre, essenziali per la motilità intestinale.
La conseguenza della loro
eliminazione è quella di ridurre la massa magra, e in questo modo si perdono i
muscoli e l’acqua, ma non il peso, considerato che i carboidrati sono sostanze
che obbligano l’organismo a trattenere acqua, meno carboidrati significa sì
meno acqua e minor peso, ma solo a breve termine. Inoltre, in assenza di
carboidrati, può aumentare il senso di fame e quindi si tende a consumare più
grassi. Eliminando i carboidrati toglieremo al corpo anche i nutrienti
essenziali per la salute del nostro organismo riducendo la possibilità di
ottenere una perdita di peso sana e duratura nel tempo. La scelta corretta è,
quindi, quella di limitarne il consumo.
La stessa Fondazione
Umberto Veronesi nei suoi consigli per una sana alimentazione ha dedicato un
volume della collana sulla sana alimentazione alla pasta, alto simbolo
della dieta mediterranea e della tradizione italiana; nel nostro Paese se ne
producono infatti oltre tre milioni di tonnellate all'anno (in circa duecento
diversi formati) e il consumo medio personale ammonta a 24 chili all'anno. La
maggior parte degli italiani ne porta un piatto a tavola ogni giorno. È un
alimento che piace, ha un costo sostenibile ed è semplice da preparare: ecco il
segreto del suo successo.
Ma cosa succede al nostro
corpo quando aboliamo pane e pasta dalla nostra alimentazione? Iniziamo col
dire che i carboidrati hanno una funzione biologica importante per il nostro
corpo: sono fonte energetica e di trasporto dell’energia (amido, glicogeno). Inoltre,
giocano un ruolo fondamentale nel sistema immunitario, nella fertilità e nello
sviluppo biologico. Togliere i carboidrati può far sicuramente perdere peso più
velocemente, ma bisogna considerare anche i rischi di questa scelta. Sfatiamo
questo falso mito: eliminarli totalmente dalla dieta non fa di certo dimagrire
di più.
Amici, la totale mancanza
di carboidrati, inoltre, può aumentare il senso di fame: questo ci porterà
quasi sicuramente a consumare grassi in maggior quantità. In questo modo i
carboidrati vengono di norma sostituiti con alimenti grassi, sicuramente più
calorici dei carboidrati. Infine, non dobbiamo scordare i rischi per la salute,
come l'intestino pigro e la stanchezza, in quanto i carboidrati sono
un'importante fonte di energia per il nostro organismo e in particolare per il
cervello. Ancora, da non sottovalutare, i possibili rischi cardiovascolari, i danni
al fegato e ai reni.
Cari amici, gli esperti
nutrizionisti confermano che la metà circa dell’energia di cui abbiamo bisogno
quotidianamente dovrebbe derivare dai carboidrati, per cui possiamo consumare
da una a due (se non si consuma pane) porzioni di pasta al giorno: l'una da 80
grammi, come indicato nelle linee guida della Società Italiana di Nutrizione
Umana. La pasta però non basta da sola per essere considerata un piatto
bilanciato, che deve prevedere l'abbinamento a un volume circa equivalente di
legumi o pesce e a uno doppio di verdure. Per tutta una serie di ragioni,
descritte all'interno della pubblicazione, sarebbe preferibile puntare sulla
pasta integrale. Il consiglio è valido soprattutto per i diabetici, alcuni dei
quali ancora oggi pensano di dover per sempre rinunciare a un buon piatto di
spaghetti, una volta ricevuta la diagnosi. Limitiamo, dunque, l’eccesso di pane
e pasta, ma certamente non eliminiamoli!
A domani.
Mario
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