Oristano 19 aprile 2022
Cari amici,
Di Costantino Nivola,
sardo di Orani, ho già avuto occasione di parlare su questo blog; chi è curioso
può andare a leggere o rileggere quanto scrissi il 3 ottobre 2021 cliccando sul
seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2021/10/la-dea-madre-di-antine-nivola-conquista.html. Ebbene, nel secolo scorso questo straordinario artista, riuscì a creare un filo diretto tra Orani
e New York, la grande metropoli americana, trovando in questa nuova terra posta
dall’altra parte del mondo, la sua seconda casa, oltre alle straordinarie, infinite possibilità
d’espressione.
Antine Nivola (l’artista è
più noto con il suo diminutivo), sardo poliedrico, sempre curioso e amante della
sperimentazione, non disdegnò l’idea di lasciare l’isola per rafforzare la sua
preparazione. Dopo il suo apprendistato nell’atelier dell’incisore e pittore
Mario Delitala, l’esperienza di lavoro manuale maturata a fianco al padre
muratore e il conseguito diploma di grafica, era pronto per fare delle nuove
esperienze. Nel 1937 diviene direttore grafico per la Olivetti, azienda
all’avanguardia, e sposa Ruth Guggenheim. Con lei, ebrea, si trasferì a Parigi,
prima di fuggire nel 1939 a New York a causa dell’invasione nazista, città dove
entrò in contatto con i più grandi intellettuali del tempo.
In questa ‘nuova terra’
l’artista trovò non solo un sicuro rifugio ma il luogo adatto per fare nuove
esperienze. A New York nei primi decenni del Novecento strinse importanti
amicizie, tra cui quella con Le Corbusier. L’amicizia tra Nivola e Le Corbusier
risale agli anni Cinquanta del secolo scorso. A presentare Nivola a Le
Corbusier fu l’architetto Jose Luis Sert, in un ristorante nel cuore di
Manhattan. Charles Edouard Jeanneret, per tutti Le Corbusier era già
considerato il più grande architetto al mondo, ed era lì come delegato per la
selezione del sito dove realizzare il palazzo di vetro delle Nazioni
Unite. Tra le Corbusier e Nivola nacque
subito un’amicizia straordinaria, che segnerà la vita artistica dei due
personaggi esclusivi dell’architettura, dell’arte e del “modernismo".
Vivere a New York fu per
l’artista sardo, proveniente da uno dei sonnolenti paesi dell’interno della
nostra isola, un tuffo in un mondo nuovo e dinamico; la caotica e stimolante città
era per lui un panorama urbano elettrico ma allo stesso tempo spiazzante; un
luogo dove la modernità è continuamente superata, divenendo in breve tempo
obsoleta, in un percorso di ricerca del futuro continuo e spasmodico. Arte in
senso classico, design e architettura, dialogavano in una pioneristica New York
in modo straordinariamente evidente e dinamico. Un vero frizzante stimolo per
l’artista sardo, la cui sensibilità personale e artistica, si aprì senza
indugio al nuovo, affascinato dagli stimoli di una città sempre in movimento e
dalle infinite possibilità offerte.
Nel 1948 fu nominato art
director di "Interiors and Industrial Design", una rivista
fondamentale del settore. Collaborò anche con la Columbia University diventando
sempre più noto a livello internazionale ma non dimenticando mai le sue
origini. Con la sua Orani sempre nel cuore, anche Antine portò nel cuore la
sofferenza del sardo lontano da casa. Negli anni ’70 conobbe a Cagliari Maria
Lai e insieme a lei realizzò il lavatoio comunale del paese natio di Maria,
Ulassai, arrivando, con lei, alla creazione di un museo a cielo aperto condiviso.
La sua isola natia, per
la prossima estate sta preparando una mostra, curata da Giuliana Altea,
Antonella Camarda, Luca Cheri e Carl Stein, che sarà ospitata al Museo Nivola
di Orani dal 15 aprile al 15 luglio 2022. Antonella Camarda, una delle
curatrici, ha evidenziato che “La mostra racconta il rapporto tra Nivola e
New York, e quanto la metropoli abbia plasmato la sua visione artistica; come uno
shock culturale straordinario, possa aver trasformato l suo impulso creativo,
come dal caos e dal senso di spaesamento possano scaturire nuove idee e
generarsi visioni estetiche originali”.
In questa
interessantissima mostra, grazie anche alle nuove tecnologie e con la collaborazione
con il CRS4 e l’Isti CNR di Pisa, sono state messe in evidenza molte delle sue
opere, compresa una serie limitata dei famosi Cavallini. Alla domanda: “Perché
un artista come Nivola ha ancora oggi un’impronta fresca e contemporanea? Antonella
Camarda ha così risposto: “Nivola pensava che l’arte dovesse migliorare
la vita delle persone, che fosse uno strumento per favorire gli incontri e
gli scambi culturali. Per tutta la sua
vita fu un convinto assertore dell’umanesimo, del pacifismo e
dell’internazionalismo. Il suo amore per la madre terra e per la natura si
trasformò, almeno a partire dagli anni Settanta, in un convinto sentimento
ambientalista. Di Nivola abbiamo, oggi,
bisogno come il pane”.
Cari amici, questo è, nella sua vera essenza, il nostro grande Antine Nivola!
A domani.
Mario
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