mercoledì, aprile 06, 2022

I PERICOLI DELL’USO DELLA PLASTICA. UNO STUDIO HA SCOPERTO DELLE MICROPLASTICHE ANCHE NEL SANGUE UMANO. QUALI LE CONSEGUENZE?


Oristano 6 aprile 2022

Cari amici,

Che la plastica sia considerata ormai la peste di questo millennio è cosa ben nota. La sua immensa durata, la riduzione in particelle piccolissime, dette appunto microplastiche, sta contaminando tutto: natura e cibi, con ripercussioni ed esiti ignoti che fanno pensare al peggio. Un recente studio ha individuato dei residui microscopici di plastica perfino nel volume circolante nel nostro sangue. Le microplastiche è ormai accertato sono ovunque, perfino nel sangue umano! È stato un gruppo di ricerca dei Paesi Bassi, guidato dal professor Dick Vethaak, ecotossicologo alla Vrije Universiteit di Amsterdam, a scoprire per la prima volta la presenza di questi minuscoli polimeri plastici in campioni di sangue proveniente da 22 volontari adulti in salute.

Dalle analisi è emerso che il 77% (17 donatori) aveva nel proprio sangue una concentrazione quantificabile di frammenti in plastica di dimensioni superiori ai 700 nm. Per le particelle plastiche rinvenute si è osservata, inoltre, una concentrazione media di 1,6 microgrammi su millilitro (µg/ml). Quanto al “tipo di plastica”, i ricercatori hanno poi evidenziato che la metà dei campioni conteneva plastica PET, comunemente usata nelle bottiglie di bevande, mentre un terzo conteneva polistirene, usato per confezionare alimenti e altri prodotti. Lo studio, sebbene condotto su un piccolo gruppo di campioni, ha evidenziato il pericoloso ingresso nel sangue umano della componente polimerica della plastica. «È ora necessario – hanno commentato i ricercatori – comprendere meglio il grado di esposizione a queste sostanze nonché il pericolo ad esse associato».

Intervistato il professor Vethaak ha dichiarato: "Sappiamo che le microplastiche danneggiano in particolare l'organismo di bambini e giovanissimi. La domanda a cui dobbiamo rispondere con i prossimi studi è: ci sono organi del corpo umano in cui questi residui tendono ad accumularsi? Possono raggiungere il cervello?". Eppure, nonostante gli allarmi lanciati dagli scienziati, si deve constatare che purtroppo senza rigorosi interventi politici, la produzione di contenitori compostabili non solo continua ma è destinata a raddoppiare da qui al 2040.

In tanti si chiedono: ma qualcosa si può fare subito per evitare il più possibile la contaminazione? La risposta più semplice è quella di partire dall’acqua, in quanto la gran parte dei contenitori di plastica è usato per contenere l'acqua in bottiglia. Un gruppo di ricercatori con base a Dublino ha evidenziato che gli oligoelementi e minerali contenuti nell'acqua corrente, quella che sgorga dai rubinetti, tende a formare una pellicola protettiva dalle microplastiche sulle superfici con cui viene a contatto. Questo è stato riscontrato in particolare in elettrodomestici ad uso alimentare e bollitori. In pratica è l'acqua corrente a fornirci un primo grande aiuto, ragion per cui sarebbe opportuno, ogni volta che siamo certi che dal rubinetto esce acqua "accertata potabile", utilizzarla con più frequenza, in quanto è più sicura di quella imbottigliata.

La triste realtà è che, purtroppo, nonostante l’acqua che viene imbottigliata sia stata assoggettata a severi controlli, fra sbalzi di temperatura ed esposizione al sole, il Pet con cui sono fatte le bottiglie può contaminare l'acqua contenuta, quella che abbiamo comprato considerandola più sicura di quella del rubinetto! Ripartire dall'acqua corrente, dunque, sarebbe più consigliabile e sicuro, in attesa di altre possibili misure protettive.

Cari amici, La ricerca olandese ha dimostrato in modo inequivocabile come le plastiche possano insediarsi all’interno del corpo umano e depositarsi nei suoi organi. L’esito della ricerca però non sorprende più di tanto, in quanto già in precedenza una certa contaminazione era stata accertata sia nell’uomo (attraverso l’ingerimento di cibi e bevande) che negli animali; erano state già riscontrate, da parte di scienziati e ricercatori, delle minuscole particelle di plastica nelle feci di adulti e bambini, oltre a fibre e materiale artificiale, tra cui in particolare la plastica, anche nello stomaco degli organismi sia marini che terrestri, come pesci, tartarughe, mucche e maiali. 

La plastica, cari amici lettori, in realtà è proprio la terribile peste del Terzo Millennio! Il nesso tra inquinamento e morti precoci preoccupa gli scienziati, nonostante ancora non si conoscano le conseguenze a lungo termine della presenza di questo tipo di rifiuto all’interno del corpo umano. Un futuro con un grosso punto interrogativo!

A domani.

Mario

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