lunedì, settembre 09, 2019

UN’ISOLA DI POMICE VIAGGIA VERSO L’AUSTRALIA. QUANDO LA NATURA CERCA DI AUTORIPARARSI DAI DISASTRI DELL’UOMO.


Oristano 9 settembre 2019

Cari amici,

La terra cura sé stessa. Questa potrebbe essere la sintetica risposta a quanto sta avvenendo in questi giorni nel mondo e che ha creato non poco stupore negli scienziati. Una gigantesca isola di pomice viaggia con lentezza nel Pacifico in direzione dell’Australia. Questo agglomerato roccioso, poroso e leggero, a detta degli scienziati, si sarebbe formato in conseguenza di un’eruzione vulcanica sottomarina verificatasi nei pressi di Tonga; questa particolare isola risulta incredibilmente estesa: superiore a 150 chilometri quadrati, per fare un paragone, grande come 20mila campi di calcio. 
A scoprire la massiccia estensione di roccia vulcanica galleggiante sono stati alcuni marinai il 9 agosto scorso, mentre si dirigevano verso Vanuatu sul catamarano ROAM. L’equipaggio — composto da Michael e Larissa Hoult — era in mare da una decina di giorni prima di entrare in contatto con questa enorme massa galleggiante. «In realtà è stato piuttosto inquietante», ha detto Larissa. «L’intero oceano era opaco, non siamo riusciti a vedere il riflesso della luna nell'acqua; le rocce galleggianti lentamente si chiudevano intorno a noi, quindi non potevamo vedere la nostra scia», ha aggiunto Michael, ricordando di aver «visto agglomerati di roccia in ogni direzione». 
In poco tempo i velieri che incrociavano nella zona, hanno cercato incuriositi di analizzare la neo formazione, impiegando otto ore circa per superarla; tutti sono rimasti affascinati dalla gigantesca isola di pomice, roccia leggerissima e porosa e proprio per questo in grado di galleggiare. 
L’enorme ammasso galleggiante intanto continua ad andare alla deriva, e, spinto della corrente, appare diretto verso la costa australiana, che potrebbe raggiungere nei prossimi 7-10 mesi. Gli scienziati che stanno studiando la strana neo-formazione vulcanica sostengono che questa, tutto considerato, potrebbe trasformarsi in un grande vantaggio ecologico, in quanto essendo diretta verso la barriera corallina australiana faciliterà il ripopolamento dei coralli che necessitano di materiali nuovi per “ricostruire” la ormai mal ridotta barriera. La grande massa di pomice, portando con sé miliardi di organismi marini raccolti durante il percorso, potrà costituire linfa nuova, gradita e attesa dalla popolazione dei coralli.  
Si, amici, gli scienziati sostengo che questo straordinario evento naturale costituirà una vera opportunità per la salute della Barriera corallina, che nel tempo ha avuto numerosi problemi. Sì, l’eruzione vulcanica che ha creato l’attuale isola galleggiante, tutto sommato è stata davvero provvidenziale, in quanto apporterà “materiale nuovo, capace di rifornire la Grande barriera corallina”, come hanno affermato diversi esperti, tra cui il geologo Prof. Scott Bryan della Queensland University of Technology (QUT). A suo avviso, infatti, “sulla base di eventi passati studiato negli ultimi 20 anni, vi porterà nuovi coralli sani e altri organismi”. 
Gli scienziati e gli studiosi, infatti, sono dell’opinione che la pomice formatasi dall’eruzione vulcanica, seppure nuda e sterile, sarà in grado di trasformarsi in breve tempo in un veicolo capace di trasportare alghe, coralli ed altri organismi marini e depositarli nella Grande barriera corallina, contribuendo alla sua ricrescita. Una bella notizia, dunque, per la sorte di quello che è considerato uno degli ecosistemi più importanti del pianeta; un mondo incredibile, tipico dei mari e oceani tropicali, composto da formazioni rocciose sottomarine biogeniche, costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli.
Il professor Scott Bryan sta ora studiando e analizzando con cura i campioni di pomice recuperati dai marinai che hanno incrociato l'isola galleggiante. “Ogni pezzo di pomice è un veicolo per rafting. È una casa e un veicolo per gli organismi marini per attaccarsi e fare l’autostop attraverso l’oceano profondo per arrivare in Australia”, ha detto il professore.
Cari amici, il grande patrimonio naturale del pianeta, vitale per la nostra sopravvivenza, a volte corre seri pericoli (causati spesso dall'uomo) e rischia addirittura di scomparire se – come denunciano molti scienziati - non viene affrontato quanto prima il problema del riscaldamento globale e non vengono eliminate quanto prima le sue cause, in particolare riducendo le emissioni di gas serra. Fortunatamente, anche se l’uomo con le sue esagerazioni continua a creare serie problematiche alla salvaguardia del pianeta, la natura appare incredibilmente provvida, in grado anche di trovare soluzioni curative per i danni che le vengono arrecati; la nascita di quest’isola di pomice ne è un esempio eclatante. 
Come ho detto in apertura, amici, la nostra natura è forte, e ci dimostra (ammonendoci, però) che ai nostri sbagli è ancora in grado di porre rimedio, curando sé stessa! L'uomo dovrebbe prenderne atto, e cercare di non esagerare con i suoi errori...
A domani.
Mario
La grande barriera corallina australiana







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