Oristano 8 settembre 2019
Cari amici,
L’Istat con i suoi dati
inflessibili ha reso noto che a luglio la disoccupazione è tornata a crescere!
Bando alle illusioni, dunque, c’è da smetterla con i placebo e trovare adeguate
soluzioni. L’analisi dei dati ha evidenziato che il tasso di disoccupazione è
salito al 9,9 per cento, in aumento dello 0,1 rispetto a giugno. La cosa più
preoccupante è che risulta in salita anche la disoccupazione giovanile,
arrivata al 28,9 per cento, con un incremento dello 0,8 per cento rispetto al
mese precedente.
Globalmente a luglio gli
occupati sono aumentati in alcune classi di età, ad accezione di quella
centrale, che va dai 35 ai 49 anni, evidenzia l'Istat. In particolare su base
mensile gli under 25 aumentano di 15mila unità, più che gli over 50, che
salgono di 7 mila. Sarebbe tuttavia ancora presto per poter individuare un
effetto Quota 100. Quella che risulta essere in fase peggiorativa è, dunque, la
“generazione di mezzo".
Per la fascia dei
25-34enni la crescita si ferma invece a 5mila, mentre la 'generazione di mezzo'
segna un calo di 45mila occupati. Su base annua comunque sono sempre gli over
50 a segnare l'aumento più forte (+296mila). Su queste dinamiche si riflettono
anche i cambiamenti demografici. Lo stesso Istat parla di "un progressivo
invecchiamento della popolazione", con il calo della popolazione tra 15 e
49 anni (negli ultimi mesi mediamente circa -1,5 per cento annuo, pari a quasi
400mila persone).
Il confronto con le altre
nazioni facenti parte dell’Unione Europea, relativamente alla disoccupazione, vede
l’Italia terza dopo Grecia e Spagna, considerando però che siamo negli ultimi 3
posti della classifica, visto che viviamo in un’Europa a 28. L'Italia ha dunque
il terzo tasso più alto, dopo quello della Grecia (17,2 per cento a maggio) e
della Spagna (13,9 per cento). Quanto invece ai Paesi virtuosi, ovvero quelli
che segnano la disoccupazione più bassa, nei primi tre posto troviamo: la
Repubblica Ceca col 2,1 per cento, la Germania col 3,0 per cento e la Polonia col
3,3 per cento.
Il raffronto con i dati
dell’EuroZona (dati di Eurostat), vede stabile la disoccupazione a
luglio, ancora al top dal 2008; Il tasso di disoccupazione nell’UE anche a
luglio è rimasto invariato al 7,5 per cento, in calo rispetto a giugno (segnava
l'8,1 per cento nel luglio 2018), restando il tasso più basso dal luglio 2008.
Anche nella UE a 28 la disoccupazione, a luglio, è rimasta stabile al 6,3%,
rispetto a giugno, ed in calo rispetto al 6,8% del luglio 2018, confermando il
tasso più basso registrato dalla Ue nel suo insieme dal gennaio 2000.
L’analisi dell’inflazione
evidenza ad agosto in lieve aumento allo 0,5 per cento su base annua dei prezzi
al consumo, una "lieve accelerazione" di mezzo punto percentuale. Si
era fermata allo 0,4 per cento a luglio. Lo rileva l'Istat nelle stime
preliminari, sottolineando come "permanga un quadro di debolezza".
Anche su base mensile si rileva un rialzo dello 0,5 per cento. Un aumento
quello congiunturale, spiega l'Istituto, "imputabile prevalentemente a
fattori stagionali, legali per lo più alla filiera dei servizi turistici e in
particolare dei trasporti". Fenomeno, si evidenzia, "tipico" del
mese di agosto”.
Cari amici, Il nostro Paese
resta dunque in una fase di stagnazione economica. Lo ha inequivocabilmente certificato
l’Istat analizzando l’andamento del secondo trimestre. Ebbene, amici, la cosa
più sconcertante è che nonostante questi dati, la politica italiana continua solo
a lanciare proclami, i cui continui litigi hanno portato alla caduta del Governo ed alla nascita di uno "nuovo" che però non appare molto coeso. Stiamo a vedere quali saranno i possibili rimedi che verranno prospettati.
Personalmente credo che
il nostro Paese non meriti tutto questo! L’Italia è ancora oggi un Paese che
annovera qualità e capacità imprenditoriali di prim’ordine, un Paese che, dopo
essere stato uno degli Stati fondatori dell’attuale Unione Europea, potrebbe riprendersi
il vero ruolo che gli spetta: quello di continuare ad essere una delle maggiori
potenze economiche. Credo anche che la soluzione esista, e che vada cercata non
da soli, isolandosi, ma trovata unitamente alle altre nazioni europee. Non
credo sia utopia la mia.
A domani, amici.
Mario
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