domenica, settembre 01, 2019

L’EVOLUZIONE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: I ROBOT, DA SEMPLICI ESECUTORI AD AUTONOMI DECISORI.


Oristano 1 Settembre 2019

Cari amici,

Voglio iniziare i post di settembre parlando di futuro. Magari non proprio del "nostro", quello della generazione attualmente in cattedra, ma di quello delle Nuove Generazioni. Questo futuro prossimo sarà condizionato dall'intelligenza artificiale.
Si, l’intelligenza artificiale sta facendo straordinari passi da gigante, talmente grandi da costringerci a rivalutare gli scritti di Isac Asimov, nei cui romanzi i robot, dopo una prima fase, si erano talmente evoluti che erano stati costretti a sottostare a leggi precise per restare al servizio degli umani, in quanto la loro capacità non solo operativa ma anche pensante presupponeva la possibilità di una pericolosa autonomia, che poteva portare al predominio. 
La premessa che ho voluto riportare non vuole certo significare che ora siamo arrivati a costruire macchine che potrebbero ribellarsi all’uomo, capovolgendo in questo modo le motivazioni che hanno spinto l’uomo a crearle. In realtà, seppure gli ultimi ritrovati tecnologici abbiano consentito di creare macchine sotto un certo aspetto “pensanti”, questo non significa che sia in arrivo la possibile ribellione delle macchine, che, sempre più perfezionate, saranno sicuramente in grado di interagire sempre di più con l'uomo, senza presupporre, però, di andargli eventualmente contro.
Uno degli ultimi progetti, nati dalla collaborazione tra l'Università di Birmingham, l'Istituto di Bio-Robotica della Scuola Superiore Sant'Anna, l'Università di Pisa, la Queensland University of Technology di Brisbane e l'Agenzia spaziale tedesca DLR (Deutsches Zentrum für Luft), ha consentito di creare macchine particolarmente sviluppate, in grado non solo di eseguire velocemente i comandi ricevuti, ma anche di elaborare e comprendere l’input dato loro. Saranno le prime macchine pensanti!
La ricerca, amici, continua a fare veloci passi avanti, e ora le macchine, un po’ come gli uomini, non si limitano a obbedire a un comando ricevuto in modo automatico, ma lo elaborano, cercando di capire perché devono eseguire una determinata azione. Sicuramente è questa una rivoluzione epocale, che, anche se non può essere ipotizzata come una pericolosa autonomia della macchina (che potrebbe sfociare in una ipotetica ribellione), dovrebbe consentire all'uomo per poter convivere con i robot in modo più completo, sia nei luoghi di lavoro che in famiglia, all'insegna dell'efficienza e della sicurezza.
Questa straordinaria innovazione, questo cambiamento che appare quasi di fantascienza, è stata riportata dalla rivista Nature Machine Intelligence, che lo ha diffuso nel mondo, riportando per filo e per segno gli studi fatti dalle Università prima evidenziate. I ricercatori che hanno dato vita a questa fase avanzata della robotica, sono gli stessi che nel febbraio 2019 avevano invitato la comunità scientifica internazionale ad andare oltre le classiche leggi della robotica fissate da Isaac Asimov, fissando le prime regole al mondo tese a rendere più semplice la convivenza fra uomo e automi. 
Il primo autore della ricerca, il prof. Valerio Ortenzi dell'Università di Birmingham, nei suoi approfonditi studi portati avanti ha evidenziato che i robot di nuova generazione hanno bisogno di conoscere la ragione per cui essi compiono un determinato lavoro e se le condizioni in cui operano siano in sicurezza per loro stessi e per gli esseri umani con cui interagiscono, entrando quindi nel merito dei comandi ricevuti! Ecco alcuni esempi di “analisi” che i moderni robot sono in grado di fare, riportati dal prof. Ortenzi.
"Immaginate di chiedere a un robot di passarvi un cacciavite in un laboratorio: i codici in possesso del robot – ha spiegato Ortenzi - lo spingeranno a impugnare il manico e passarvi il cacciavite dalla parte sbagliata, compiendo un “passaggio di consegne” pericoloso. Il robot invece ha bisogno di sapere qual è l'obiettivo finale di un'azione, al fine di ripensare la sua attività e di adattarla al contesto". Un altro esempio eloquente ha riguardato i futuri robot domestici, quelli che un giorno nelle case o negli ospedali dovranno assistere gli anziani. 
Ha detto il prof. Ortenzi, riferendosi al robot-badante utilizzato per assistere l’anziano: "nel fornire l’acqua da bere, il robot non deve solo impedire che il bicchiere cada o che si versi l'acqua, ma deve capire a chi lo passerà". Per raggiungere questo risultato, ha spiegato poi il prof. Controzzi, dell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, serve "un algoritmo che misuri in modo nuovo il valore del successo dell'azione di un robot". 
C'è da dire che quelle prima evidenziate sono innovazioni straordinarie, e l'obiettivo finale è quello di ottenere una nuova generazione di robot in grado, come sostiene il prof. Controzzi, "non solo di operare con successo in situazioni complesse, ma soprattutto di collaborare in modo sicuro ed efficace con l'uomo". Anche il prof. Matteo Bianchi dell’Università di Pisa, afferma che "i robot hanno bisogno di una nuova filosofia". 
Cari amici, adesso non resta che coinvolgere l'intera comunità scientifica internazionale per mettere a punto gli strumenti più avanzati, e arrivare quindi a quello che gli esperti di robotica chiamano "l'algoritmo finale". La realtà è che il mondo sta per entrare in una nuova era! Il futuro, c'è poco da scherzare, pare realizzare proprio le lontane fantasie di Isac Asimov!
A domani.
Mario

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