Oristano 7 settembre 2019
Cari amici,
Nei libri, circa il nostro passato, abbiamo appreso che ci sono “i corsi” e “i ricorsi” della storia. Dalle lotte tribali e le guerre ai periodi di pace, dalle malattie e pestilenze alla salute e longevità, c’è stato sempre un alternarsi continuo. Alcuni mali, per esempio, presenti nel passato e che sembravano solo un antico retaggio,
all’improvviso sono ricomparsi, come la recente recrudescenza delle malattie veneree, oltre a diverse malattie invalidanti che con i vaccini sembravano dimenticate; di recente un'infezione batterica come la Listeria è improvvisamente ricomparsa in
Spagna.
In questo caldissimo agosto
un’epidemia di listeriosi si è abbattuta sulla nazione Iberica, provocando finora due
vittime e rilevando oltre 500 casi sospetti di infezione, 200 dei quali confermati.
Il contagio sarebbe nato in Andalusia, con protagonista della
“carne mechada”, un affettato di arrosto di maiale tipico della regione andalusa
meridionale, prodotto dalla società di Siviglia Magrudis SL, commercializzata
con il marchio Mechà. All’origine dell’epidemia pare che
potrebbe esserci stato l’utilizzo di un utensile contaminato, usato per
introdurre il ripieno nella carne.
Il primo focolaio tossico
sospetto si sarebbe registrato il 5 agosto scorso, anche se l’allarme sarebbe
arrivato soltanto dieci giorni, con la conseguente esplosione di nuovi focolai
e la conferma che si trattava proprio di un’epidemia. Un errore, ammesso
apertamente anche dalle autorità spagnole, è stato anche il fatto che il
prodotto incriminato era stato commercializzato senza etichetta.
Considerato il periodo
altamente turistico, con una Spagna invasa da frotte di stranieri, le autorità
sanitarie internazionali hanno invitato chiunque a fare attenzione ai lotti di
carne consumata. Anche la nostra Farnesina, nella sezione del suo sito
“Viaggiare sicuri”, ha inserito un avviso di allerta, in cui ha consigliato di
evitare di consumare il prodotto in questione e, comunque, di rivolgersi ad una
struttura medica qualora, durante o a seguito di un viaggio in Spagna, si
manifestassero per più giorni i sintomi dell’infezione, come diarrea, febbre,
nausea e dolori muscolari.
La listeriosi, cari
amici, è tornata dunque prepotentemente a far parlare di sé, creando una
preoccupazione di non poco conto. Questa tossinfezione è causata da un batterio,
la Listeria monocytogenes, che l’individuo ingerisce mangiando del cibo contaminato.
Il batterio risulta abbastanza diffuso nell'ambiente (è presente comunemente
nel suolo, nell'acqua, nella vegetazione e nelle feci di numerose specie
animali, senza che questi mostrino sintomi apparenti), per cui può contaminare
tutta una serie di alimenti; può crescere e riprodursi a temperature variabili
da 0 a 45 C, tende a persistere nell'ambiente e quindi ad essere presente anche
in alimenti trasformati, conservati e refrigerati.
Gli alimenti
principalmente associati all'infezione da listeriosi comprendono: pesce, carne
e verdure crude, latte non pastorizzato e latticini come formaggi molli e
burro, cibi trasformati e preparati (pronti all'uso) inclusi hot dog, carni
fredde tipiche delle gastronomie, insalate preconfezionate, panini, pesce
affumicato. Seppure raramente, le infezioni possono essere contratte anche
attraverso il contatto diretto con animali, persone o ambienti contaminati. Chi
ne è colpito, di norma presenta problemi gastroenterici, febbre acuta (tipica
delle tossinfezioni alimentari), sintomi che si manifestano di norma nel giro
di poche ore dall'ingestione; le donne in gravidanza di solito manifestano una
sindrome simil-influenzale con febbre e altri sintomi non specifici, come la
fatica e dolori.
Come precisa l'Istituto
Superiore di Sanità (ISS) l’infezione di Listeria si può manifestare spesso con
un quadro clinico severo e anche con tassi di mortalità elevati, soprattutto in
soggetti fragili quali neonati, anziani, donne gravide e adulti immuno-depressi.
Con il diffondersi delle catene della ‘grande distribuzione’ e del commercio
internazionale della ristorazione, negli ultimi anni si è notato un aumento
delle epidemie come la listeriosi. Nel recente caso, le Autorità sanitarie spagnole
hanno trasmesso alla Commissione Europea, i relativi dati, evidenziando che il
livello di concentrazione di batteri di listeria nella carne contaminata
avrebbe superato di oltre 150 volte il limite consentito.
Cari amici, come
accennavo in premessa, solo la prevenzione può renderci tranquilli dalla
possibili infezioni che, spesso, portano conseguenze serie, anche mortali; Anche
la difesa dalla listeriosi passa attraverso una efficiente prevenzione, che si
può facilmente attuare applicando le generali norme di igiene e attenzione
previste per tutte le altre tossinfezioni alimentari: dalla cottura completa
dei cibi al lavaggio accurato delle verdure prima di consumarle, dalla
separazione delle carni crude dalle verdure e dai cibi cotti e pronti al
consumo fino alla scelta di prodotti lattiero-caseari pastorizzati.
Ricordiamoci sempre che “prevenire
è meglio che curare…”.
A domani.
Mario
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