Oristano 21 settembre 2019
Cari amici,
Pensare ad un albero,
seppure tecnologico, che produce acqua dall’aria, è certamente qualcosa di
straordinario, visto che stiamo parlando dell’ACQUA, elemento assolutamente indispensabile per tutti gli esseri viventi. Ebbene, ad inventare questa
straordinaria meraviglia, chiamata “Warka Water” è
stato, pensate, un architetto italiano Arturo Vittori.
Arturo Vittori,
viterbese, 46 anni, è titolare dell’avviato studio Architecture and Vision,
con base a Bomarzo (Viterbo). Lo studio vanta collaborazioni importanti, come
quella con l'Esa, l'European Space Agency, per la quale Vittori ha progettato
nuovi habitat lunari e gli è stato affidato, dalla Talis Enterprise, il design
degli interni dei vettori per il trasporto dei turisti nello spazio. Vittori,
che insegna all'Illinois Institute of Technology of Chicago, studia la
conformazione dei sistemi viventi per risolvere problemi complessi, si occupa
di architettura, di arte e ha collaborato anche con l'artista Anish Kapoor per
la progettazione della stazione Monte Sant'Angelo della metropolitana di Napoli.
Uomo dotato di immensa fantasia, ha la grande capacità di trasformare le sue idee in progetti concreti;
le sue realizzazioni spaziano dal design, all’alta tecnologia, arrivando fino
all'arte; con il progetto “Warka Water”, apprezzato anche per la sua elegante
leggerezza, oltre che per la sua utilità, si è aggiudicato il prestigioso Zumtobel
Group Award, il premio che viene dato come alto riconoscimento a quelle
soluzioni pionieristiche che riescono a portare sostenibilità nell'ambiente
costruito, rendendolo a misura d'uomo. Ma
vediamo un po’ in cosa consiste in realtà questo albero tecnologico, in
grado di produrre circa 100 litri di acqua al giorno in zone fortemente
desertiche.
Warka Water è una specie
di torre leggera, realizzata con materiali naturali, come il bambù, fibre
naturali e bioplastica; la struttura è concepita per sfruttare i fenomeni
naturali, quali la gravità, la condensazione e l'evaporazione, e trae
ispirazione dalla biomimetica, che studia i fenomeni naturali per risolvere
problemi complessi. Con un saggio mix di materiali e fenomeni naturali,
l'albero dell'acqua dimostra di poter funzionare egregiamente: i materiali
usati e i rivestimenti intensificano la condensazione di particelle d'aria,
allo stesso modo che può essere osservato nel mondo animale e vegetale, come ad
esempio la condensazione nelle foglie del fiore di loto, delle elitre dei coleotteri
e dei cactus.
La torre-albero di
Vittori risulta essere anche di facile costruzione: con un’altezza di circa 10 metri,
pesa circa 60 kilogrammi e il suo costo è pure modesto: circa 500 dollari. La
struttura, poi, è ecosostenibile, in quanto costruita con materiali ecologici e
facilmente reperibili in loco, come bambù e giunchi, ed è in grado, come detto, di produrre
100 litri di acqua al giorno.
Arturo
Vittori, grazie al sostegno della Cooperazione Italiana, lo ha portato, come
prototipo, in Etiopia, regione del mondo in cui la siccità è molto diffusa e
dove la grave crisi alimentare, secondo un rapporto Onu, interessa oltre 10
milioni di persone.
Warka Water si basa come
detto sul principio della condensazione dell’aria, sfruttando l’escursione
termica giorno-notte che in Africa è molto accentuata. La struttura cattura
infatti rugiada, nebbia e minuscole particelle di umidità, trasformandole in acqua
potabile e togliendo la sete a territori difficili come quelli africani. Se il
progetto Warka Water diventasse operativo e si diffondesse in modo continuo, le
popolazioni locali dei Paesi con gravi problemi di siccità vedrebbero un
miglioramento consistente della loro vita.
Il Warka Water fa della
sua semplicità di costruzione e di funzionamento il suo fiore all’occhiello,
dato che permette una gestione diretta da parte delle comunità locali. Un’ampia
diffusione di questi alberi dell’acqua, consentirebbe alle popolazioni di non
dipendere dai finanziamenti e dagli aiuti esterni, valorizzando la loro
autosufficienza. Ogni nuova invenzione, però, ha i suoi pro ei suoi contro.
In considerazione che il
progetto risulta essere ad alta accessibilità, questo significa anche, alla
fine, che per gli investitori di capitali non vi sono grandi possibilità di lucro (serve un
investimento di circa 150.000 dollari per trasformare il prototipo in un vero
progetto); questo fatto costituisce un serio ostacolo, superabile solo
attraverso l’intervento di aiuti internazionali o il sostegno della rete,
tramite il crowdfunding.
Eppure, amici, c’è da augurarsi che la
soluzione venga trovata quanto prima, il mondo ha bisogno di soluzioni semplici ed ecosostenibili come questa!
A domani.
Mario
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