Oristano 27 ottobre 2050
Cari amici,
Lo scorso 14 marzo, la
Direttiva dell’Unione Europea sul necessario, miglioramento energetico delle
abitazioni ha ottenuto il lascia passare del Parlamento Europeo. Il 6 giugno a
Bruxelles si è discusso sul testo, predisposto per l’efficienza energetica
“direttiva case green” degli edifici di tutta l’Europa. Il testo, emendato dal
Parlamento europeo, sarà ora oggetto del negoziato finale tra il Consiglio UE e
l’Esecutivo Europeo, prima di tornare in seduta Plenaria. L’obiettivo è quello
di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia
nel settore edile dell’Unione entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro
entro il 2050.
Stando al testo
approvato, gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di
prestazione energetica minima di tipo “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033.
Nella classificazione di efficienza energetica (dalla lettera A alla G),
la classe G dovrà essere del 15% degli edifici con le prestazioni energetiche
peggiori in ogni Stato membro. Gli interventi di miglioramento delle
prestazioni energetiche dovranno essere effettuati, secondo quanto riporta la Direttiva,
al momento della vendita dell’immobile, oppure al momento della
ristrutturazione dell’edificio. In media potrebbero servire per ogni abitazione
circa 60.000 euro per l’adeguamento.
Stando al testo ormai in dirittura d'arrivo, gli edifici residenziali dovranno raggiungere entro il 2033 una classe di
prestazione energetica tale da ridurre sia gli sprechi di energia che una maggiore salute del pianeta. La
nuova normativa andrà dunque ad imporre una serie di ristrutturazioni agli
edifici esistenti, affinché diventino meno inquinanti e più efficienti sul
piano energetico. Gli addetti ai lavori, a questo proposito, chiariscono che gli
interventi di ristrutturazione volti al miglioramento dell'efficienza
energetica dovranno essere svolti sia quando arriva un nuovo inquilino nell'abitazione oppure in
concomitanza di una vendita o ristrutturazione dell'intero edificio. Sulla
carta, dunque, se una famiglia non ha intenzione di lasciare la propria
abitazione o di ristrutturarla, non sarà obbligata a seguire la direttiva
dell'Unione Europea.
Non è un mistero che la Direttiva sul miglioramento
energetico rientra nel piano Fit for 55, il programma che prevede la
riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto
a quelle registrate nel 1990. E non è nemmeno un mistero che la direttiva risulta
fortemente osteggiata nel nostro Paese, essendo indubbiamente un problema di non poco conto, in quanto economicamente pesante. Contro il provvedimento si è scagliato
ad esempio il Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che lo ha
definito "intriso di fanatismo e ideologia", e chiedendo allo stesso
tempo alla premier Meloni di fermare la normativa UE.
Alla normativa prima
richiamata, che ormai sta entrando in dirittura d’arrivo, ci sono delle eccezioni, meglio
dire delle deroghe, che nel nostro Paese escludono circa 4 milioni di edifici: il 30% circa degli immobili interessati. Inoltre, gli Stati membri potranno aggiungere
ulteriori deroghe nel recepimento della Direttiva UE. Ecco le tipologie di immobili esonerati dal nuovo
obbligo di adeguamento e miglioramento energetico: le abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri;
le seconde case utilizzate meno di quattro mesi l’anno; gli edifici ricadenti
nei centri storici; gli edifici vincolati dai Beni Culturali; le chiese e gli
altri edifici di culto; gli edifici di proprietà delle Forze armate o del
Governo centrale e destinati a scopi di difesa nazionale.
Insomma, amici, entro
pochi anni, la gran parte delle nostre case dovrà adeguarsi ai nuovi standard. Secondo
le stime effettuate dall’Enea, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11
milioni, sarebbe in classe energetica inferiore alla “D”. L’Italia è al nono
posto nella classifica pubblicata dallo U.S. Green Building Council (USGBC)
dei 10 migliori Paesi al mondo per edifici certificati sostenibili nel 2022. Al
momento la Direttiva UE non prevede sanzioni in caso di mancata
ristrutturazione degli immobili, secondo le sue previsioni. I governi avranno,
tuttavia, la possibilità di prevedere delle sanzioni.
Cari amici, la Direttiva
UE sulle Case Green si avvia verso l'ok finale. L'Italia, come prima accennato,
è contraria alla normativa, che obbliga milioni di cittadini degli Stati membri
a tutta una serie di costose ristrutturazioni ai loro edifici. In sintesi il dubbio è: cosa
disporrà, alla fine, questo importante provvedimento? Ciaran Cuffe,
relatore per l’Europarlamento ha precisato: “Bruxelles non dirà agli
Stati membri cosa fare”, “Gli emendamenti lasciano ampia flessibilità”. Quanto
alla flessibilità, io qualche dubbio lo avrei, e tanti italiani soffrono nell’attesa
di conoscere di che morte debbono morire…
A domani.
Mario
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