domenica, ottobre 15, 2023

ECCO LO STRAORDINARIO, AVVENIRISTICO PROGETTO, CHE INTENDE COSTRUIRE “UN NURAGHE” UTILIZZANDO LE TECNICHE PREISTORICHE. UN’OPERA CICLOPICA, MAI TENTATA PRIMA.


Oristano 15 ottobre 2023

Cari amici,

La Sardegna come ben sappiamo è la patria dei NURAGHI! Ne esistono più di 7000 (forse anche più di 8mila in quanto alcuni potrebbero essere oggi sotto terra), più o meno integri, ma di certo molti di più. Sono un'evidente, importantissima traccia lasciata ai posteri dalla civiltà nuragica, che si sviluppò sull’isola per migliaia di anni, se includiamo anche la civiltà pre-nuragica. I nuraghi, unitamente alle Domus de Janas, ai betili e alle tombe dei giganti, rappresentano delle inestimabili testimonianze storiche di questa civiltà misteriosa, purtroppo colpevolmente poco studiata, in quanto abbiamo voluto dare visibilità e luce ad altre a noi lontane trascurando quelle di casa.

Eppure i Nuraghi, queste costruzioni megalitiche preistoriche, presenti solo in Sardegna meravigliano non poco chi li osserva, per le particolari caratteristiche costruttive, tenuto conto anche dei mezzi costruttivi disponibili all’epoca. Ebbene, oggi quelli presenti, in particolare quelli in buon stato, sono oggetto di studio e sono stati classificati in tre macro categorie: i Protonuraghi, che presentano una planimetria irregolare con uno o più corridoi, e non superano i 10 metri di altezza. Sono circa 300 dei 7000 nuraghi censiti; Nuraghi Monotorre o a “tholos”, che costituiscono la gran parte, e sono caratterizzati da una torre a forma conica, con al suo interno una o più camere. Le mura arrivano anche a 4 metri di larghezza, e possono raggiungere un’altezza di oltre 20 metri; Nuraghi Complessi, che sono l’evoluzione della tipologia precedente: alla torre principale venivano aggiunte in un secondo tempo altre torri fino a creare dei complessi fino a 6 torri.

Gli studiosi si sono posti il quesito di “come”, in quelle epoche, questi nuraghi venivano costruiti. Certamente scegliendo e utilizzando  le pietre naturali dei dintorni, scelte fra quelle con le forme squadrate. Ogni masso veniva collocato in modo da incastrarsi perfettamente con quelli già posizionati, senza l’utilizzo di malte o legami di altri materiali. La base del nuraghe veniva realizzata con i massi più grandi e man mano che si procedeva verso l’alto la dimensione delle pietre diminuiva. Per la chiusura veniva utilizzata la “tecnica dell’aggetto”. Questa tecnica consisteva nella sovrapposizione a giro di pietre, restringendo progressivamente il diametro sino ad ottenere la chiusura del tetto, che avveniva con un’unica pietra.

Nel trascorrere dei secoli, i Nuragici riuscirono a perfezionare la tecnica costruttiva, realizzando opere eccezionali per eleganza e dimensioni. Non si hanno fonti certe che spiegano come venivano costruite queste strutture così complesse, con massi spesso enormi. Secondo alcune stime, le pietre più pesanti supererebbero le 4 tonnellate! Ebbene, proprio per cercare di capire meglio come questi nostri antenati siano riusciti a costruire questi megalitici monumenti, di recente si è pensato di provare a costruirne uno oggi, utilizzando, però, le tecniche primordiali di quel lontano periodo.

Si, amici, con l’obiettivo di dar vita, nell'arco di vent'anni, a un “NUOVO” nuraghe trilobato, costruito di sana pianta con l’utilizzo delle tecniche del passato, i fratelli Simone e Claudio Ollanu, Presidente e Vicepresidente dell'associazione PERDAS NOVAS, si sono fatti promotori e coordinatori, assieme all'architetto Beatrice Auguadro dell’innovativo progetto "NURAGHE", operazione che coinvolge archeologici accademici, ingegneri, artigiani e rappresentanti delle Istituzioni.

"Un'impresa titanica finora mai tentata da nessuno, creare una costruzione megalitica preistorica, restando il più aderente possibile alle probabili e realistiche tecnologie dell’epoca attraverso l'utilizzo dei materiali disponibili sul territorio", hanno spiegato al curioso pubblico i fratelli Simone e Claudio Ollanu. Come ha avuto modo di chiarire l’Architetto Beatrice Auguadro, si tratta di un progetto che vuole sottoporre a verifica quelle che oggi sono solo teorie e validarle. La realizzazione, infatti, consentirebbe di confermare le supposte tecniche costruttive di quei tempi, trasformando in realtà le ipotesi formulate dai vari esperti; in sintesi, come si innalzava il nuraghe, come si tagliavano, spostavano e movimentavano i grandi blocchi di pietra utilizzati. Ma il risultato potrebbe anche consentire di specializzare le maestranze sui necessari interventi da effettuare sui nuraghi esistenti, senza danneggiarli e seguendo ovviamente i dettami della Soprintendenza.

L’iniziativa è stata già approvata dal Comune di Gergei e si sviluppa in tre step: un convegno internazionale, un cantiere sperimentale per studiare il sistema costruttivo della sommità delle costruzioni megalitiche preistoriche, capire come il mensolone poteva reggere la terrazza nuragica, realizzandola prima a terra, e infine arrivare alla terza fase: la costituzione di un comitato tecnico scientifico per la creazione del nuraghe in scala reale.

Cari amici, quella portata avanti appare indubbiamente un’idea davvero interessante, anche se - credo - alquanto difficile da realizzare, tanto che il progetto viene definito dagli stessi promotori come “il più grande cantiere sperimentale per la costruzione di un Nuraghe ex novo in Sardegna”. L’idea-progetto, comunque, sta per prendere il via: sarà presentata nel convegno internazionale “ARCHITETTURE DI PIETRA”, nel corso di tre giornate: 10, 11 e 12 novembre a Serri e a Isili, al centro socioculturale, e a Gergei, a Is Perdas. Mi piacerebbe partecipare!

A domani.

Mario

 

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