venerdì, ottobre 13, 2023

IL DRAMMA DELLA CRESCENTE VIOLENZA GIOVANILE. È UN PROBLEMA SERIO E COMPLESSO, ESPRESSIONE DELLA CRISI DEL SISTEMA EDUCATIVO.


Oristano 13 ottobre 2023

Cari amici,

La recente indagine effettuata dall'Osservatorio Indifesa (l'Osservatorio indifesa effettua costanti indagini su violenza e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting), realizzata con la partecipazione di Terre des Hommes e OneDay Group, ha messo in luce che la scuola è al primo posto fra i luoghi teatro di violenze. BULLISMO E CYBERBULLISMO sono due fenomeni sempre più presenti tra i giovani. Le statistiche evidenziano che il 47,7% è vittima di bullismo o cyberbullismo e il pretesto principale per il quale le vittime vengono attaccate è l’aspetto fisico (ce lo dice il 37% dei partecipanti). Seguono, ma con ampio distacco, origine etnica 7%; orientamento sessuale 5%; condizione economica 3,5%; religione 3,3%; identità di genere 1,9%; disabilità 1,3%.

Ebbene l’indagine ha rilevato che i giovani della "Generazione Z” sostengono che la colpa principale è degli adulti, in quanto la loro voce resta inascoltata. Il 74% dei giovani crede che “studenti e studentesse vittime di violenza non vengano presi sul serio dagli adulti". L’indagine in parola ha coinvolto più di 10.000 ragazze e ragazzi delle community di ScuolaZoo, di cui fanno parte ragazze e ragazzi tra i 15 e i 19 anni di tutta Italia. Terres del Hommes ha sentenziato che quanto affermato dai giovani è "Un vero e proprio atto di accusa al mondo degli adulti", visto lo scenario in cui si muovono le nuove generazioni: ben tre giovani su dieci hanno infatti dichiarato di aver assistito a un episodio di violenza di genere: il 46% di violenza psicologica, il 24% di violenza fisica, il 20% di violenza in rete, il 10% ad episodi di violenza sessuale.

Quanto al contesto in cui si è assistito a episodi di violenza: al primo posto, con il 44% delle risposte, c'è la scuola, seguono i social (28%) e al terzo posto c’è la famiglia. Ebbene, nonostante emerga dal sondaggio che le ragazze e i ragazzi sono pervasi da grande sensibilità circa gli episodi di violenza, evidenziando una forte volontà di cambiamento, viene spontaneo domandarsi: ma gli adulti sono consapevoli del problema, oppure lo ignorano, anziché attivarsi per trovare una soluzione?

Come ha avuto modo di affermare Paolo Ferrara, Direttore Generale Terre des Hommes Italia, "C'è uno scollamento sempre più grande tra il mondo dei giovani e il mondo degli adulti, che sembra essersi completamente dimenticato degli adolescenti e delle loro problematiche. Ed è impressionante vedere come la scuola, il luogo dove i nostri figli e le nostre figlie passano gran parte del loro tempo, non sia considerato un luogo sicuro per i più".

Purtroppo il consolidato, fruttuoso collegamento tra famiglia e scuola è andato in disuso. Tanti i fattori che vi hanno contribuito: i cambiamenti delle norme socio-culturali e delle credenze religiose, le sfide come l’uguaglianza di genere, la giustizia sociale, la sostenibilità ambientale e così via; tutti problemi alquanto complessi e difficili da digerire da parte delle generazioni che oggi svolgono il ruolo genitoriale, con un vissuto ben diverso dal contesto attuale.

Sono indubbiamente problemi complessi, e pertanto richiedono soluzioni complesse. Nella maggior parte dei casi, è accertato che i giovani con comportamenti violenti provengono da contesti familiari disfunzionali; sono nuclei familiari oberati da necessità economiche derivanti magari da mancanza di lavoro, con limitata istruzione e conseguente scarsa capacità educativa. Ed è così che certi giovani, senza controllo ed educazione, manifestano comportamenti aggressivi, derivati da un illimitato uso dei social, dove esprimono rabbia e frustrazione, usando la violenza come mezzo per risolvere i conflitti o la mancata accettazione da parte del gruppo.

Amici, la violenza giovanile è un problema alquanto serio, che possiamo definire molto pericoloso in quanto è espressione di una crisi del sistema educativo, da affrontare quanto prima. Ciò non significa limitarsi ad inasprire le pene per le violazioni, ma mettere in campo tutta una serie di azioni che portino alla prevenzione e poi alla risoluzione di questo triste fenomeno. Si, bisogna investire nella prevenzione della violenza giovanile, come dicono gli esperti, “attraverso l’utilizzo di programmi educativi che integrino le competenze emotive, l’educazione sociale e dei sentimenti nei curriculum scolastici per sviluppare abilità di comunicazione, risoluzione dei conflitti e gestione delle emozioni”.

Cari amici, ricette non facili, e, anche se dolorose, da applicare seriamente. Per quanto ovvio è imprescindibile riannodare i fili tra scuola e famiglia, perché il sostegno familiare risulta basilare, senza il quale la scuola poco potrà fare. Solo in questo modo la formazione delle nuove generazioni sarà positiva e la scuola ridiventerà quell’ambiente sicuro e sano per tutti che tanti di noi hanno conosciuto.

Cari amici,

A domani.

Mario

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