Oristano 19 novembre 2022
Cari amici,
Il Vicepresidente della
Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, nel suo intervento alla
conferenza congiunta con la Bce sull'euro digitale, ha annunciato che la Commissione
europea vuole presentare una proposta legislativa sull'euro digitale
"entro la prima metà del 2023", per poi avviare i negoziati con
"il Parlamento europeo e gli Stati membri". “Il nostro sistema
monetario deve adattarsi al futuro” – ha detto – “anche se l’utilizzo
della nuova tecnologia solleva problemi di non poco conto”. "Le
società e le economie europee si stanno rapidamente digitalizzando, per cui
dobbiamo abbracciare l'era digitale, e anche il nostro sistema monetario deve
adattarsi a un futuro digitalizzato" ha affermato Dombrovskis.
Anche l’euro, dunque,
intende smaterializzarsi, diventando digitale, ovvero moneta virtuale. Ma siamo certi di sapere esattamente cosa è esattamente
un euro digitale e quali novità esso introduce nel sistema economico? Una prima
risposta la fornisce la stessa BCE, la Banca Centrale Europea nel suo sito,
rispondendo ad alcuni dubbi già emersi tra i cittadini e le imprese. I dubbi
non sono certo pochi e le domande poste sono un po’ le domande che tutti ci poniamo,
sotto certi aspetti anche con una certa preoccupazione!
La prima domanda che
viene posta è se l’euro digitale andrebbe a sostituire il contante? Ecco la prima risposta. “No, affiancherebbe il contante senza sostituirlo.
Il contante continuerà a essere disponibile nell’area dell’euro. Un euro
digitale risponderebbe alle nuove esigenze dei consumatori in termini di
strumenti di pagamento digitali rapidi e sicuri”.
Una seconda domanda è se l’euro
digitale sarebbe una valuta alternativa nell’Eurosistema. Ecco la
risposta. "No, sarebbe solo un altro mezzo di pagamento in euro, la
nostra moneta unica, utilizzabile in Europa. Sarebbe convertibile alla pari con
le banconote. Un euro digitale risponderebbe alla crescente preferenza di
cittadini e imprese per i pagamenti digitali".
Perché, allora, i
consumatori deciderebbero di utilizzare un euro digitale? "Perché
sarebbe un mezzo di pagamento digitale sicuro, facile da usare e a basso costo
come oggi il contante. Potrebbe essere utilizzato gratuitamente per le
operazioni di pagamento essenziali in tutta l’area dell’euro”. “In un mondo
in cui i cittadini ricorrono sempre più ai pagamenti elettronici e in cui il
mercato dei pagamenti digitali continua a crescere, un euro digitale offrirebbe
a tutti – famiglie e imprese, piccole e grandi – un’ulteriore soluzione di
pagamento in moneta di banca centrale. Agli esercizi commerciali e alle
piccole imprese un euro digitale fornirebbe un’altra modalità per ricevere
pagamenti dalla clientela. Inoltre, un euro digitale potrebbe rendere
disponibili funzionalità avanzate, come il pagamento automatizzato o
l’applicazione di una qualche forma di identità digitale".
Altra domanda, inerente
più alle imprese che al cittadino, è quali dati la BCE andrebbe ad elaborare
per i pagamenti in euro digitali? Sarebbe in grado la BCE di
tracciare le abitudini di pagamento degli utenti e di condividerle con Enti e
istituzioni pubbliche? Ecco la risposta. "L’Eurosistema non ha
alcun interesse a raccogliere dati sui pagamenti dei singoli utenti, tracciare
le abitudini di pagamento o rendere noti questi dati a enti e istituzioni
pubbliche. Un euro digitale consentirebbe ai cittadini di effettuare pagamenti
senza condividere i propri dati con soggetti terzi, a meno che non sia
richiesto per la prevenzione di attività illecite”.
Tuttavia, per far sì che
i pagamenti restino una questione privata, andrebbero protette diverse
tipologie di dati: l’identità dell’utente, i dati sul singolo pagamento (ad
esempio l’importo) e i metadati relativi alla transazione (ad esempio
l’indirizzo IP del dispositivo utilizzato). Gli utenti dovranno probabilmente
rivelare la loro identità quando accedono per la prima volta a servizi in euro
digitali, ma vi è sempre la possibilità di mantenere diversi livelli di privacy
per i loro pagamenti. Una privacy elevata potrebbe anche essere assicurata in
altri modi. Ad esempio, l’identità degli utenti potrebbe essere custodita
separatamente dai dati sui pagamenti, consentendo solo alle unità di
informazione finanziaria di accedervi, nell’ambito di un quadro giuridico
chiaramente definito, per individuare il debitore e il beneficiario in caso di
sospetta attività illecita".
Quest’ultima domanda è quasi
certamente la più importante. La Bce ha spiegato che “l’Eurosistema non
ha alcun interesse a raccogliere dati sui pagamenti dei singoli utenti,
tracciare le abitudini di pagamento o rendere noti questi dati a enti e
istituzioni pubbliche”, ma con l’euro digitale tecnicamente ciò sarebbe
possibile. L’euro digitale è dunque (potenzialmente) un pericolo per la privacy
dei cittadini. I vantaggi derivanti da una sua introduzione al momento non
sembrano essere rilevanti. L’esistenza di una tecnologia non significa che
debba essere necessariamente adottata. Gli italiani, per esempio, nelle
consultazioni referendarie hanno bocciato la tecnologia nucleare.
Cari amici, la Commissione
Europea, prima di deliberare unilateralmente e poi autorizzare la BCE ad
introdurre l’euro digitale, dovrebbe procedere ad indire un referendum, sottoponendo
la decisione al vaglio dei cittadini. Sarebbe un bel segnale di salute e di
forza della democrazia europea. Ma chissà come andrà a finire…A domani.
Mario
1 commento:
Peccato che per la legge italiana essi non abbiano alcun valore legale! L'Euro digitale è in contrasto con l'articolo 693 del codice penale, il 1277 del codice civile e infine questo viola gli obblighi della Banca d'Italia in quanto essa è l'unica che può produrre solo ed esclusivamente carta moneta ( https://www.bancaditalia.it/compiti/emissione-euro/index.html ). E se manca l'elettricità come la mettiamo?
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