domenica, novembre 13, 2022

POVERTÀ E MIGRANTI. L’AFRICA VA AIUTATA IN “CASA PROPRIA", NON APRENDO I PORTI STRANIERI E ACCOGLIENDO CHI FUGGE DALLA MISERIA.


Oristano 13 novembre 2022

Cari amici,

Le migrazioni, in particolare dall’Africa, continuano senza sosta e l’Europa è vista, da questi poveri affamati, come un grande Eldorado che può cambiare loro la vita. Un esodo che l’Unione Europea, tra l’altro alquanto divisa, vede in modo alquanto differente, utilizzando un egoismo fuori luogo che, anziché avviare un dialogo interno con tutti gli Stati che la compongono, gioca a scarica barile con quelli più esposti, che vedono ogni giorno i migranti posizionati di fronte ai punti di sbarco più vicini, come Italia, Malta, Cipro e Grecia. Il problema però, alquanto serio, andrebbe affrontato alla radice da parte dell'Unione Europea, partendo dalle motivazioni che costringono i popoli ad emigrare.

Il problema vero (qualcuno ipotizza per ragioni di convenienza di alcuni Stati) è che forse la situazione non la si vuole affrontare collettivamente, considerati gli ultimi fatti che hanno riguardato diverse navi ONG che, sempre dirette in Italia, non sono state fatte sbarcare visto il costante diniego degli altri Stati europei. I francesi hanno subito gridato in modo malevolo nei nostri confronti, quasi a significare che l’Italia manchi di spirito di accoglienza, mentre loro, invece, (che respingono in continuazione alle frontiere chiunque cerchi di entrare in Francia) credono di essere immacolati come missionari, pronti a salvare l’Umanità intera! Ebbene, oggi riporto un interessante articolo de IL GIORNALE, che, nell’intento di fare chiarezza, ha intervistato Louis Michel Nekam, segretario generale della Association de Coopération Italie-Afrique, che, senza mezzi termini, dopo le accuse mosse dalla Francia all’Italia ha commentato: "L’ipocrisia francese mi indigna!".

Nekam, nato 38 anni fa a Yaoundé, la capitale del Camerun, dalla sede dell’Associazione che rappresenta, segue con apprensione quello che sta accadendo al di là del Mediterraneo. La sua associazione si occupa di formare e avviare al lavoro i giovani africani: "Solo così possiamo sperare di tenerli qui, il Paese ha bisogno di loro", ha commentato nell'intervista. Ha raccontato di essere letteralmente saltato sulla sedia quando ha saputo dello stop francese ai ricollocamenti dei rifugiati dall’Italia. "È una vergogna", ha continuato a ripetere nell’intervista telefonica.

"L'Africa non si aiuta aprendo i porti. Così ci priviamo dei nostri giovani", ha affermato con convinzione Nekam, nell’intervista data al Giornale. Parlando poi della presa di posizione della Francia, ha così commentato: “Certo il fatto non mi ha lasciato indifferente. Come potrebbe? La Francia ha depredato e sfruttato l’Africa per secoli, ancora oggi esercita il suo potere su di noi, stampando e imponendo una moneta coloniale (il Franco CFA, n.d.r.) che limita la nostra sovranità monetaria e ne ostacola lo sviluppo"!

Poi, alla domanda del cronista, che chiede: “Quindi?”, risponde: "Quindi l’ipocrisia francese mi indigna: Parigi accusa di disumanità l’Italia e poi nega l’accoglienza agli stessi africani che ha contribuito ad affamare con le sue politiche. Non può lavarsene le mani. È un dovere e un risarcimento". Alla successiva domanda “Cosa pensa della gestione del dossier immigrazione da parte del governo italiano?”, Nekam risponde: "Penso che la linea sia giusta. È chiaro che bisogna fare verifiche e controlli. Le faccio un esempio: lei a casa propria lascerebbe entrare chiunque? Non è aprendo le porte a tutti quelli che vogliono arrivare in Italia che si risolvono i problemi dell’Africa".

Il cronista chiede ancora: “Si spieghi meglio…”. Ecco la risposta: "Favorendo le partenze dei giovani africani si continua ad impoverire l’Africa, togliendole ogni chance di riscatto. Il contributo delle nuove generazioni è essenziale per lo sviluppo dei nostri Paesi. Se non si impegnano loro per il futuro della nostra terra, su chi altri potremmo contare?". “È colpa delle ONG”, chiede il cronista? "Sicuramente la loro presenza incoraggia le partenze, così come l’atteggiamento delle Istituzioni europee e dei governi italiani che si sono avvicendati in questi anni: dire accogliamoli tutti è solo uno slogan ed i risvolti sono drammatici".

Quando viene chiesto a Nekam cosa pensa del fatto che qualche giorno fa il deputato ivoriano Soumahoro è andato a Catania per salire a bordo della nave Humanity1, ecco cosa ha risposto: "Lo so, ho visto il suo video e mi ha rattristato. Soumahoro dimostra di non avere a cuore la sua terra e la sua gente. Con la sua voce potrebbe attirare l’attenzione sui veri problemi dell’Africa e dire ai giovani di non partire, perché attraversare il mare è pericoloso e lavorare nei campi per pochi euro l’ora è schiavitù. Così dovrebbe parlare un onorevole".

Alla fine, viene rivolta a Nekam la domanda: “insomma, lei appoggia in pieno la linea Meloni? "Assolutamente sì - risponde -, Giorgia Meloni è l’unica ad aver avuto il coraggio di dire che bisogna fare il blocco navale per impedire agli africani di andare a morire in mezzo al mare. Credo debba andare avanti, non sarà facile cambiare quello che è stato fatto per anni ma lei ha la stoffa per riuscirci". Nell’ultima domanda se Egli condivide l’idea di un Piano Marshall per l’Africa, risponde: "Certo, ed è in piccolo quello che facciamo noi con l’associazione: formiamo i giovani e li sosteniamo nella ricerca del lavoro. Dobbiamo dare ai nostri ragazzi strumenti e motivi per restare. Solo così possiamo aiutare veramente l’Africa".

Personalmente credo che Louis Michel Nekam, segretario generale della Association de Coopération Italie-Afrique, abbia davvero ragione! C’è poco da aggiungere se non che l'Europa deve aiutare l'Africa in loco…

A domani, amici.

Mario

 

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