venerdì, novembre 25, 2022

LE MINIERE D’ORO DELL’ETÀ MODERNA? I CELLULARI DISMESSI E GETTATI IN DISCARICA! IN QUESTI APPARECCHI L’ORO È PRESENTE 100 VOLTE DI PIÙ CHE IN MINIERA.


Oristano 25 novembre 2022

Cari amici,

Una volta uno dei lavori più difficili è pericolosi era quello svolto nelle miniere, spesso a centinaia di metri sottoterra. Ora, invece, grazie alle macchine questo lavoro è di certo meno pericoloso e usurante, anche se, applicando con saggezza il riciclo di certi materiali, in primis l’oro, questo può essere BEN recuperato dagli oggetti tecnologici dismessi, come i cellulari. Giacomo Vigna, coordinatore del Tavolo materie prime del Mise, ha affermato con convinzione che l’uomo, se effettua correttamente il riciclo, ha a disposizione, in modo alquanto più semplice che scavando le montagne, delle preziose “miniere urbane” ben più redditizie, dalle quali ricavare buoni metalli preziosi.

"Da una tonnellata di terra possiamo estrarre 3 grammi d'oro, da una tonnellata di cellulari 300 grammi d'oro" dice apertamente il dottor Giacomo Vigna, esperto in materie economiche, reclamizzando con forza le “nuove miniere urbane”, ovvero quelle aree in cui si concentrano i materiali di scarto provenienti dal circuito urbano, agricolo o industriale. Il valore di questi depositi è dimostrato dalla crescente domanda di nuovi materiali come le terre rare, come il rame e l’oro, ben presente in questi depositi apparentemente di materiali di scarto.

Materiali davvero preziosi, custoditi all’interno di queste miniere urbane necessarie per le esigenze sempre più pressanti di un'industria non solo normale ma soprattutto quella digitale e smart. La Commissione europea ha individuato 30 materiali critici da cui dipende il nostro futuro: dal litio al tungsteno, dalla bauxite al nickel, dal cobalto alle terre rare. Proiettata nel picco di consumi dei prossimi anni, l’assenza o la carenza di questi materiali rischiano di diventare un problema serio, un tappo alla transizione ecologica.

Con l’avanzare delle tecnologia la domanda di molti di questi materiali raddoppierà entro il 2030, trainata dall'uso di monitor, celle fotovoltaiche, telefoni, impianti eolici, auto elettriche, reti cablate. Per alcuni sarà ancora più veloce: ad esempio si prevede che il bisogno di litio crescerà di 35 volte in 8 anni. Per l’Europa il problema è abbastanza serio, in quanto molti di questi materiali provengono in larga parte dalla Cina. Una dipendenza alquanto pericolosa, che rischia di replicare quella che stiamo vivendo ora con la crisi degli approvvigionamenti energetici.

Ecco, dunque, l’importanza crescente delle ‘miniere urbane’, veicolo per evitare la trappola della dipendenza. Stefano Soro, responsabile della Green and circular economy della Commissione europea, ne ha confermato la necessità e l’urgenza del loro utilizzo all'incontro organizzato dal Circular Economy Network agli Stati generali della green economy, a Rimini. Gli interventi possibili per diminuire la dipendenza dall’estero sono tre. Si potrebbero utilizzare alcuni giacimenti presenti soprattutto nell'Europa del Nord e in Portogallo (facendo i conti con l'impatto ambientale delle miniere), spingere sulla ricerca per trovare materiali alternativi, ma soprattutto recuperare queste materie prime dai depositi degli oggetti dismessi.

L'Unione Europea ha presentato nel marzo del 2020 un aggiornamento del Piano per l'economia circolare del 2015. Bisogna spingere sul pedale dell'economia circolare perché le difficoltà di ripartenza dell'economia globale dopo lo stop legato al Covid, sommate a quelle prodotte dalla guerra in Ucraina, stanno moltiplicando i problemi. Ormai per creare beni e servizi vengono consumati ogni anno oltre 100 miliardi di tonnellate di materie prime (erano 27 miliardi nel 1970) e più della metà di questa enorme massa di materiali è impiegata per creare prodotti di breve durata.

Indubbiamente una spinta al cambiamento verrà dal PNRR che ha messo a disposizione dell'economia circolare 2,1 miliardi di euro. Tre le proposte contenute nella Strategia nazionale per l'economia circolare: rafforzare il credito di imposta Transizione 4.0 a sostegno degli investimenti per l'economia circolare; estendere gli incentivi fiscali per l'utilizzo di materiali riciclati; incentivare la raccolta differenziata e il riciclo disincentivando lo smaltimento in discarica, in modo da fare pagare meno ai cittadini e ai Comuni virtuosi.

"L'Italia occupa una buona posizione in Europa sul fronte dell'economia circolare, ma le sue performance non le consentono al momento di raggiungere gli obiettivi che il quadro economico attuale, con la forte crescita dei prezzi delle materie prime e l'incertezza delle forniture richiede", ricorda Edo Ronchi, Presidente del Circular Economy Network: "Occorre accelerare il disaccoppiamento della crescita economica dal consumo di materie prime vergini, che è l'obiettivo strategico dell'economia circolare e del Green Deal europeo. La conversione verso modelli di produzione e di consumo circolari è sempre più una necessità non solo per garantire la sostenibilità dal punto di vista ecologico, ma per la solidità della ripresa economica, la stabilità dello sviluppo e la competitività delle imprese".

Amici, se son rose…fioriranno!

A domani.

Mario

Nessun commento: