Oristano 18 novembre 2022
Cari amici,
La Fondazione Mont’e
Prama, nata per meglio valorizzare quel tesoro inestimabile costituito
dalle statue e dai reperti rinvenuti a Mont’e Prama, nei giorni scorsi ha
aggiunto un nuovo tassello a questo incredibile patrimonio che illumina la
grande storia del popolo sardo. Ecco, per gestire al meglio questi straordinari
tesori, grandi beni culturali da propagandare e far conoscere al mondo, dopo
intense trattative con l’Arcidiocesi Arborense, titolare dei terreni ricadenti
nel sito di Mont’e Prama, luogo di rinvenimento dei reperti, la Fondazione ha potuto
acquisire queste aree facendo entrare nella compagine societaria, come “Socio Sostenitore”, l’Arcidiocesi
di Oristano; in cambio, ha preso l’impegno di valorizzare culturalmente e
turisticamente le antiche chiese di San Giovanni di Sinis e di San Salvatore.
Grande soddisfazione è
stata espressa dal Presidente della Fondazione Anthony Muroni, che ha
così commentato: “La Chiesa Arborense ha scelto di unirsi agli sforzi che il
sistema istituzionale sta portando avanti per tutelare e valorizzare
l’imponente patrimonio archeologico e culturale del Sinis, apportando come
Fondo di dotazione i terreni che, dal 1974 a oggi, hanno restituito la quasi
totalità del complesso scultoreo monumentale di Mont’e Prama, composto da
statue, modelli di nuraghe e betili. Si trattava dell’unico mappale rimasto
fuori dalla dichiarazione di pubblica utilità che il Ministero della Cultura ha
emesso nell’ottobre 2021 a proposito degli undici ettari da espropriare in
quella zona. Con il voto unanime del Cda a proposito di questo nuovo ingresso e
la firma di oggi, possiamo dire che si chiude il cerchio e si parte verso una
fase nuova”.
Pari soddisfazione è stata
espressa anche da S.E. Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo Metropolita di
Oristano, con queste parole: “Quando, nel marzo scorso, abbiamo assunto
l’iniziativa di proporci quali nuovi componenti della Fondazione avevamo ben
chiaro il nostro ruolo di parte attiva della Comunità, che abbiamo sempre
confermato collaborando al meglio sia con la Soprintendenza ai Beni
archeologici di Cagliari e Oristano che con il Comune di Cabras. Abbiamo sempre
rinunciato ai premi di rinvenimento, convinti come siamo che la crescita
culturale sia parte importante della crescita sociale del territorio.
Nell’accordo con la Fondazione abbiamo voluto ricomprendere anche l’impegno per
la valorizzazione culturale e turistica, fatte salve le esigenze liturgiche,
delle chiese di San Giovanni e San Salvatore. Coinvolgere un Ente che ha
mostrato il suo attivismo e la sua affidabilità in questo primo anno e mezzo di
vita ci rassicura in merito agli interventi di manutenzione necessari per
preservare e valorizzarle sempre di più, nel circuito di visite e nella
conoscenza e frequentazione da parte di un pubblico sempre più ampio”.
La lungimiranza dell’Arcivescovo
Mons. Carboni, che ha messo volontariamente a disposizione i terreni di proprietà
della Chiesa Arborense (precisamente il mappale 1588) consentirà alla
Fondazione di poter accedere velocemente a nuovi fondi, destinati a completare
il lavoro: in primis la realizzazione di ulteriori scavi, previsti e già
programmati unitamente alla Soprintendenza. I nuovi fondi, uniti a quelli già
esistenti da impegnare entro fine dicembre 2022, consentiranno di studiare ed
effettuare ulteriori ricerche nel resto dell’area.
Il Presidente Anthony
Muroni, unitamente al suo staff (recentemente completato con la nomina del
Direttore della Fondazione), potrà ora strutturare al meglio i fondi disponibili per il “Grande
progetto Mont’e Prama”, come la recinzione dell’area, la sistemazione di
infrastrutture e la videosorveglianza, oltre alla predisposizione di quanto
necessario per la musealizzazione prevista dal Concorso internazionale di idee
che scadrà a dicembre. Muroni ha anche preannunciato l’avvio di iniziative
presso il MIC (Ministero della cultura) e la Regione Sardegna: “Ho dato
mandato all’Area tecnica di ricostruire nel dettaglio le procedure che hanno
portato alla concessione dei finanziamenti per l’esproprio, con i relativi
tempi di spendita, e quelle che hanno decretato la pubblica utilità dei terreni
interessati. Abbiamo necessità di fare presto e bene, senza ulteriori rinvii”.
Cari amici, dopo i molti
anni di letargo, in cui furono lasciate in sonno le straordinarie sculture del “Giganti
di Mont’e Prama”, si cerca ora di recuperare il tempo perduto! Insomma, come sosteneva
un’antica trasmissione televisiva culturale negli anni Sessanta del secolo
scorso: “NON È MAI TROPPO TARDI”!
A domani.
Mario
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