Oristano 21 novembre 2022
Cari amici,
Recenti test di
laboratorio, condotti dall’Università di Milano-Bicocca con l'Università Statale
di Milano e l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, hanno messo in
luce che nei fiori di luppolo sono presenti delle molecole antiossidanti che
sono risultate utili per combattere l’insidiosa malattia dell’Alzheimer. Lo
studio, pubblicato sulla rivista ACS Chemical Neuroscience, potrebbe aprire la
strada a nuovi nutraceutici contro la neuro degenerazione che questa malattia
comporta.
Una scoperta, dunque,
tutta italiana, che apre nuovi orizzonti nella cura di una malattia davvero
terribile, capace di azzerare in poco tempo la mente più fertile. Dai fiori di
luppolo usati per aromatizzare la birra, dunque, si possono estrarre molecole
in grado di inibire l’aggregazione della proteina beta amiloide associata
all’Alzheimer, consentendo lo sviluppo di nuovi, efficaci nutraceutici contro
la neuro degenerazione.
I fiori di luppolo erano
già finiti sotto la lente per la loro capacità di interferire con l'accumulo di
proteina beta amiloide: i ricercatori italiani hanno deciso quindi di indagare
ulteriormente per capire quali composti chimici danno al luppolo questo potere.
Per identificarli, hanno prodotto e caratterizzato gli estratti di quattro
varietà comuni di luppolo, utilizzando un metodo simile a quello impiegato nel
processo di produzione della birra.
I test in provetta hanno
dimostrato che gli estratti hanno proprietà antiossidanti e possono impedire
alla beta amiloide di aggregarsi nelle cellule nervose umane. L'estratto più
efficace è quello ottenuto dal luppolo Tettnang, che si trova in molti tipi di
Lager e birre leggere. Quando l'estratto è stato separato in frazioni, quella
contenente un alto livello di polifenoli ha mostrato la più potente attività
antibiotica e di inibizione dell'aggregazione; inoltre, ha promosso processi
che consentono all'organismo di eliminare le proteine neurotossiche ripiegate
male. Infine, l'estratto di Tettnang testato sui vermi C. elegans (tra i
modelli animali più usati nei laboratori di biologia) si è dimostrato in grado
di prevenire la paralisi correlata all'Alzheimer (sebbene l'effetto non sia
molto pronunciato).
Amici, i ricercatori
italiani degli Istituti prima menzionati sono gli autori di una scoperta importante,
che potrebbe cambiare di molto la lotta da tempo intrapresa contro l’Alzheimer.
Che la birra abbia diverse proprietà benefiche per la nostra salute è ormai noto
da tempo. Gli ultimi studi sulla bevanda dimostrano chela birra ha un ruolo
essenziale nella prevenzione e nel rallentamento delle malattie degenerative
del nostro cervello, come Alzheimer e Parkinson. Questo genere di
patologie, come è noto, risultano causate dai danni ossidativi delle cellule
neuronali, cellule che, risultano particolarmente vulnerabili allo stress
ossidativo e che presentano un rifornimento limitato durante l’intero ciclo di
vita. Fermare il processo di ossidazione neuronale, quindi, potrebbe aiutare a
rallentare l’insorgenza di queste malattie, interferendo positivamente sulla
salute delle cellule del nostro cervello.
Secondo una ricerca
cinese pubblicata sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, la birra, bevuta
con moderazione, sarebbe in grado di esercitare un’azione protettiva dai danni
ossidativi nei confronti delle cellule celebrali. Il merito andrebbe in
particolare proprio al luppolo. Anche nel caso dell’ultima ricerca di cui parlo
oggi, i ricercatori concludono che i composti del luppolo potrebbero servire
come base per i futuri nutraceutici da utilizzare contro l'Alzheimer.
Cari amici, che la birra sia
da tempo immemorabile considerata salutare per le sue indiscusse proprietà è una
realtà inconfutabile. Per le proprietà possedute la birra aiuta a mantenere sano il
nostro cervello, e, se proprio vogliamo assicurarci quelle più benefiche, il
consiglio è di utilizzare birre con più elevato contenuto di luppolo, cioè
birre più amare e artigianali, perché, a differenza di quelle industriali, sono
prodotte utilizzando i fiori di luppolo e non un concentrato. E
allora...beviamoci su una bella birra, ma sempre con moderazione!
A domani.
Mario
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