lunedì, luglio 22, 2019

IL “CODICE ROSSO”, LA LEGGE PER LA SALVAGUARDIA DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA, È ORA LEGGE!


Oristano 22 luglio 2019

Cari amici,

La proposta di legge, più nota come “Codice Rosso”, elaborata per contrastare la crescente violenza contro le donne, dopo un iter laborioso è stata finalmente approvata ed è diventata legge, votata da una larga maggioranza. Sicuramente una delle poche leggi approvate senza troppi contrasti o divisioni, visto che alla Camera su 461 presenti e votanti, con una maggioranza necessaria di 231, tutti hanno votato a favore, con nessun astenuto o contrario, mentre al Senato, con 197 sì, nessun contrario e 47 astenuti, il disegno di legge per tutelare le vittime di violenza domestica e di genere, votato nell’identico testo approvato alla Camera, ha consentito il varo definitivo della legge.
Il Vice Presidente della Camera ed esponente del M5s, Maria Edera Spadoni, ha affidato a Facebook la sua soddisfazione per l'approvazione della legge: "Da oggi il magistrato avrà l'obbligo di ascoltare entro tre giorni le donne che denunciano reati di maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni aggravate commessi all'interno delle mura domestiche, sarà obbligatoria la formazione per le Forze dell'Ordine per aiutare le donne nell'iter di denuncia e ci saranno aumenti di pena per la violenza sessuale, l'abuso sui minori, l'omicidio passionale e lo stalking".
Anche il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, durante le operazioni di voto in Aula, ha commentato così la misura: "Voglio che tutte le forze d'opposizione sappiano che i vari spunti di riflessione, di miglioramento ulteriore della disciplina in materia di tutela delle donne, saranno spunti di riflessione su cui la maggioranza si impegna a cercare un confronto anche successivamente. D'altronde - ha aggiunto - anche tra le forze di maggioranza ci sono proposte di legge che tendono ad approfondire e ad ampliare anche il raggio di alcuni temi trattati in questo provvedimento". Ma vediamo insieme cosa prevede esattamente la nuova legge.

La nuova legge riforma in maniera corposa il precedente ordinamento. Innanzitutto le indagini e le denunce: la polizia giudiziaria dovrà con immediatezza comunicare al magistrato le notizie di reato o maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate, avvenute in famiglia o tra conviventi. Inoltre il pubblico ministero dovrà ascoltare la vittima entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato. Per quanto riguarda la violenza (sessuale e non) e lo stalking crescono gli anni minimi e massimi di reclusione (1 ciascuno), che possono essere ulteriormente aggravati se coinvolgono più persone o scopi di lucro.
La nuova legge pone anche uno stop alle nozze forzate: condanna infatti chi induce un’altra persona a sposarsi (anche con unione civile) usando violenza e/o minacce, approfittando di un’inferiorità psico-fisica o per precetti religiosi. La pena va da uno a cinque anni, sale a 2-6 anni se coinvolge un minorenne ed è aggravata della metà se danneggia chi non ha compiuto 14 anni al momento del fatto.
All’interno della legge è previsto anche il perseguimento di due nuovi reati: il Revenge Porn e lo sfregio al volto. Il primo consiste nell’inviare, consegnare, cedere, pubblicare o diffondere foto o video a contenuto sessualmente esplicito di una persona senza il suo consenso; la pena è aumentata (fino 6 anni di carcere più una multa tra i 5.000 e i 15.000 euro) se l’autore della vendetta è il coniuge, anche se separato o divorziato, o un ex. Il secondo tratta i casi di danni permanenti al viso e stabilisce per il colpevole una reclusione tra i 6 e i 14 anni, fino all’ergastolo in caso di morte della vittima.
Cari amici, indubbiamente un grande successo, anche se per la concreta applicazione di questa legge ci vorrà del tempo, in quanto il personale, sia degli organi di polizia che della magistratura, dovrà immedesimarsi maggiormente nella nuova situazione, per cui saranno necessari appositi corsi. Quanto al perché la nuova legge sia diventata più nota come “Codice Rosso”, è sicuramente per il fatto che questo termine evoca proprio il “codice rosso” del pronto soccorso d’ospedale, dove con quel codice vengono indicate le situazioni più critiche. 
Giuridicamente, dunque, codice rosso significa che le donne in certe situazioni di pericolo debbono avere la precedenza massima, perché vittime di reati talmente gravi per i quali occorre agire in gran fretta. Praticamente ora, quando una donna denuncia un pericolo e chiede aiuto, avrà di fronte alla legge una corsia preferenziale, un contatto immediato con un magistrato che possa fissare eventuali misure di tutela una volta accertato un pericolo.
Nei casi di violenza, amici, il tempo che passa, come hanno dimostrato casi concreti, può portare ad un serio aggravarsi della situazione e delle violenze in atto, che spesso portano la donna alla morte.
A domani.
Mario



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