Oristano 19 luglio 2019
Cari amici,
Che l’analfabetismo di
ritorno sia diventato un grosso problema anche in Italia non sono certo io il primo a dirlo,
visto che a lamentarsi sono docenti universitari, sociologi, psicologi e tutta
una serie di educatori e responsabili del personale nelle aziende. Sicuramente complici le
nuove tecnologie (i computer ormai hanno dentro molta grammatica, dal correttore alla pronuncia, e i telefonini la tabellina e
le formule matematiche, comprese le traduzioni simultanee da una lingua all’altra),
i ragazzi di oggi odiano i libri e la loro semplice presenza in casa è considerata solo un ingombro, da eliminare quanto prima, per cui appena possibile vengono gettati nel bidone della carta che
viene ritirata dagli operai della nettezza urbana.
Uno come me, che possiede
ancora i libri delle scuole elementari, che continua a comprare libri anche se
non sa più dove collocarli (credo che ormai siano oltre cinquemila), non può
che inorridire di fronte ad una simile barbarie culturale, che predispone alla
creazione di una generazione futura strutturalmente analfabeta, tecno-dipendente in tutto e per tutto dalle macchine che vengono
deputate a risolvere il problema della loro ignoranza. Tuttavia in un orizzonte così denso di
incognite, c’è qualche spiraglio di luce, qualcuno che rema contro corrente, e, guarda caso, pensate, è proprio l’uomo semplice, quello della strada. Ecco un fatto che lo dimostra.
Ho appreso la notizia di questo comportamento "contro-corrente" nel
mio quotidiano peregrinare su Internet, e Vi posso garantire che ho gioito non
poco, non solo per la notizia in sé, ma soprattutto perché quanto messo in atto era partito dalla base, da persone modeste che operano in strada tutti i giorni; gli autori infatti sono alcuni operatori ecologici, addetti al servizio di nettezza urbana di una citta (Ankara) di
Paese antico: la Turchia. Ma vediamo come si sono svolti i fatti.
Anche in Turchia, come spesso anche da noi, a
riempire i mastelli della spazzatura, in particolare in quelli della carta da
riciclare, sono numerosi i libri, spesso in buon stato; una cosa davvero impensabile fino a qualche decennio
fa. Con l’avvento delle nuove tecnologie, infatti, i giovani in gran parte non usano più i libri per leggere, perennemente attaccati al biberon del PC o del cellulare di ultima
generazione, dove essi possono trovare proprio di tutto. Che fare dunque dei
libri che ingombrano oramai senza motivo la loro camera? Meglio eliminarli,
inviandoli al macero.
Ogni mondo è Paese, e
anche in Turchia, specie con l’avvio della raccolta differenziata, gli operatori
ecologici cominciano a ritrovarsi sempre più spesso i contenitori colmi di libri, spesso ancora in
ottimo stato, destinati però, insieme agli altri rifiuti di tipo cartaceo, ad essere
avviati al macero e quindi riciclati per fare della nuova carta. Questo stato di cose col passare dei
giorni crea nei netturbini di Ankara un fastidioso orrore: quello di distruggere dei libri certamente ancora utili, e fa nascere in alcuni di loro un’idea geniale: recuperarli, mettendoli da parte per creare una biblioteca.
Dopo aver chiesto e
ottenuto l’autorizzazione, essi hanno cominciato a mettere da parte ogni
singolo libro recuperato e ancora in buon stato, creando in poco tempo un bel mucchio! Ebbene, dopo soli sette mesi essi hanno raccolto oltre cinquemila libri, li
hanno divisi per categorie e posizionati su scaffalature all’ interno di una
fabbrica di mattoni abbandonata! Un’operazione davvero grandiosa quella portata avanti, in quanto
questa neonata biblioteca, frutto del loro “riciclo”, è stata già aperta al
pubblico che ha apprezzato non poco l’iniziativa. I primi ad utilizzarla sono
stati gli stessi netturbini, che si ritrovano spesso in questa biblioteca per leggere
e giocare a scacchi.
Cari amici, a parte la
felicità che una notizia del genere mi ha dato, questo fatto ha fatto scattare
in me anche un’idea che credo possa essere praticata anche da noi. Anche ad
Oristano, in realtà, il fatto di eliminare i libri con la carta da consegnare al
macero, sta diventando un'abitudine, avendolo potuto constatare anche di persona. Perché, allora,
non pensare di recuperarli anche da noi? Io credo che la cosa possa essere fatta senza grossi problemi, interessando l’Amministrazione
Comunale che penso sarà d’accordo, chiedendo anche di reperire un locale dove alloccarli provvisoriamente,
per poi classificarli e magari collocarli in una biblioteca.
Per incentivarne la lettura, per esempio, i libri recuperati potrebbero essere collocati in alcuni punti della città, magari dentro delle
piccole “cassette di lettura”, con intorno magari delle panchine dove chi si
siede potrebbe, oltre che riposare, anche leggere! I luoghi possibili
potrebbero essere Piazza Cattedrale, Piazza Eleonora e Piazza Roma, Piazza Manno
(…dopo l’annunciato restauro) e nei giardinetti di Sa Rodia, tanto per citare alcuni punti della
città.
Un’iniziativa, quella delle cassette di lettura sparse per la città, già adottata altrove, perché dunque non pensarci anche noi? Mi piacerebbe parlarne, se volesse, con l’Assessore alla Cultura del Comune di Oristano.
Io non so Voi, ma a me
quest’idea piace…Un’iniziativa, quella delle cassette di lettura sparse per la città, già adottata altrove, perché dunque non pensarci anche noi? Mi piacerebbe parlarne, se volesse, con l’Assessore alla Cultura del Comune di Oristano.
A domani.
Mario
Recuperare i libri è salvare la cultura...
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