Oristano 30 luglio 2019
Cari amici,
Un’altra “Moneta Virtuale”
sta per affacciarsi all’orizzonte: è la LIBRA, annunciata dal patron di
Facebook, Mark Zuckerberg. L’aumento delle monete virtuali inizia a preoccupare
le diverse Banche Centrali dei più importanti Paesi, che per ora stanno in osservazione ma è
ipotizzabile che stiano per scendere in campo per dare battaglia. Si, la Libra,
la cripto valuta messa in cantiere da Facebook, è riuscita più di altre a calamitare l’attenzione
anche dei grandi potenti del mondo, riuniti nel G7, che hanno affrontato, seppure in modi diversi,
l’argomento.
Bruno Le Maire, Ministro
dell’Economia francese e padrone di casa della riunione che si è tenuta a
Chantilly, ha così sentenziato: “La Libra non può diventare una valuta
sovrana, e bisogna considerare anche tutti i rischi legati al riciclaggio di
denaro e al finanziamento del terrorismo internazionale”. Poi ha
continuato dicendo: “Condivido le preoccupazioni del Ministro del Tesoro
Usa, Steven Mnuchin, in quanto ci sono diversi requisiti e regole in capo alle
valute sovrane, che non risultano rispettati dal progetto Libra; innanzitutto è
un problema di sovranità: non possiamo accettare di avere una nuova valuta con
lo stesso potere di una valuta sovrana ma senza le stesse regole prudenziali,
impegni e obblighi. Ci sono voluti molti anni prima di avere regole condivise
sull’antiriciclaggio e il finanziamento del terrorismo, regole che Libra non sarebbe
in grado di rispettare”.
Al G7 era presente anche
il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che il 12 luglio
all’assemblea ABI aveva avvertito sui possibili rischi che Libra avrebbe potuto causare; “Libra può cambiare
le modalità con cui si manifestano i tradizionali rischi di liquidità, di
mercato e di insolvenza, ma non può eliminarli”. Anzi, si commenta, se ne aggiungono
altri: protezione delle risorse dei risparmiatori, privacy, riciclaggio,
finanziamento del terrorismo, evasione fiscale, oltre ad “effetti negativi sulla
stabilità monetaria e finanziaria”, visto che Libra potrebbe essere
usata da 2,4 miliardi di persone.
Anche il Direttore Generale
ad interim del FMI, David Lipton, ha ritenuto di individuare non pochi rischi con la discesa in campo di Libra: “L’emergere
potenziale di nuovi monopoli, con implicazioni su come i dati personali vengono
monetizzati; l’impatto sulle valute più deboli e l’espansione della
dollarificazione; le opportunità per le attività illecite; le minacce alla
stabilità finanziaria e le sfide per le aziende che emettono e dunque
guadagnano una grande quantità di denaro, cosa che prima era appannaggio delle
banche centrali”.
Insomma, amici, il progetto di Facebook
ha sollevato molti problemi, tra cui quello della privacy, tra i legislatori degli Stati Uniti ed ha
spinto anche le Banche centrali europee a chiederne il controllo, in modo tale da poter garantire che
non potesse compromettere il sistema finanziario o che la nuova moneta venisse usata per riciclare
denaro. Mark Zuckerberg, patron di Facebook, non è però della stessa opinione;
respinge tutte le accuse, sostenendo che Libra è “un’alternativa efficiente, a
basso costo e sicura, uno strumento di pagamento e non di investimento; non
interferirà con la politica monetaria, oltre a puntare a prevenire il riciclaggio di
denaro”.
Il problema è certamente serio. Battere moneta, lo sappiamo, è un affare serio, un’attività così pericolosa che non può essere lasciata circolare senza l'imposizione di regole certe, non fosse altro per il rischio di riciclaggio. Dopo le
preoccupazioni espresse al G7 (che ha convinto a creare una task force con
Banche centrali e Fmi per studiare gli effetti della nuova cripto valuta) e
dopo il monito dell’Europarlamento, secondo il quale “Facebook non deve
trasformarsi in una banca ombra”, adesso tocca ai regolatori del
mercato europeo far sentire la loro voce su Libra, la cripto valuta di Facebook.
Cari amici, fino ad ora
le Banche centrali di tutto il pianeta si sono in gran parte astenute dalla
regolamentazione delle valute digitali, in considerazione che erano ritenute troppo
piccole per rappresentare un rischio per il sistema finanziario. Ma con l’annunciato
ingresso di Facebook (con un potenziale di oltre 2 miliardi di possibili utenti) le
cose cambiano e non di poco, tanto che ciò potrebbe portare i legislatori a
dare un’occhiata più da vicino al problema delle valute digitali, imponendone la regolamentazione.
Il problema appare
talmente serio che il Presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali
(BIS) ha addirittura ipotizzato che con buona probabilità a breve saranno le Banche
Centrali a decidere di emettere delle proprie cripto-valute o comunque valute
digitali. In questo modo anche le altre monete virtuali sarebbero obbligate ad
adeguarsi alle nuove regole che queste sicuramente avrebbero.
Amici, siamo solo all’inizio
di una rivoluzione economico-finanziaria che cambierà certamente l'attuale sistema in atto!
A domani.
Mario
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