Oristano
15 Agosto 2017
Cari amici,
Una delle poche grandi
operazioni di acquisizione realizzate in tempi recenti dall’Italia, è stata
quella di rilevare (operazione portata avanti da Fincantieri), la maggioranza azionaria della
francese STX, importante struttura cantieristica messa su dai nostri cugini
d’oltralpe. L’operazione, avvenuta con l’acquisto sui mercati finanziari
internazionali delle quote di maggioranza, si è svolta all’epoca della
Presidenza Hollande. Ora, sotto la presidenza Macron, invece, tutto appare
cambiato.
La recente decisione di
Parigi di nazionalizzare, seppur temporaneamente, i cantieri navali di STX,
giustificata dal governo francese come la volontà di "difendere gli interessi strategici della Francia",
appare ben diversa dall’idea che in tanti si erano fatti del giovane e
battagliero Macron, accreditato come vero stratega europeista, in grado di
ricucire una ‘sfilacciata’ e litigiosa Europa, sempre più decisa a scrollarsi
dalle spalle i pressanti vincoli comunitari. Con l’inaspettata decisione presa
da Macron, la Francia ha inteso difendere egoisticamente gli interessi
nazionali, e per farlo cercherà, utilizzando la nazionalizzazione, di rastrellare almeno la maggioranza del capitale, a
fronte dell'attuale quota del 33% posseduta.
L’entrata a gamba tesa
di Parigi sull’affaire Fincantieri-Stx ha sorpreso non poco i partner europei: dopo lo
sbandierato europeismo la mossa di Parigi appare un becero ‘ritorno al
passato’, un rigurgito di nazionalismo e protezionismo, che mai, forse, ci si
sarebbe aspettato, in particolare dalla nuova presidenza. In effetti la
decisione presa appare un vero peccato, in quanto con l’operazione già
predisposta e studiata tra Fincantieri e Stx, sarebbe potuta nascere un’eccellenza
mondiale nel campo della cantieristica, tutta Made in Europe, frutto delle
grandi sinergie industriali possedute dai due Paesi: Francia e Italia.
Il forte disappunto
italiano non ha tardato a farsi sentire. L'Italia ha protestato duramente. "Riteniamo
grave e incomprensibile la decisione del Governo francese di non dare seguito
ad accordi già conclusi", hanno affermato con una nota congiunta
il Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e il Ministro dello Sviluppo
economico, Carlo Calenda. Da parte francese si cercano giustificazioni
accettabili, facendo capire che, nonostante tutto, la partita con l’Italia potrebbe
non essere definitivamente chiusa. Parigi afferma di voler ancora trattare,
senza specificare però su quali basi. E a Roma? Per ora il nostro Governo non
appare disposto a cedere di un solo millimetro.
Sull'affaire
Fincantieri-Stx, dunque, il Governo italiano mantiene la linea dura. "Sulla
dignità nazionale non molliamo. Non giudico Macron, ma non è campione
d'apertura", così si è espresso il Ministro dello Sviluppo
Economico, Carlo Calenda, commentando la decisione di Parigi di nazionalizzare,
seppur temporaneamente, il cantieri navali di Stx, giustificata dal Governo
francese come volontà di "difendere gli interessi strategici della Francia".
L'Italia ha scelto dunque la fermezza nel braccio di ferro con la Francia,
decisione confermata anche nell’incontro avvenuto il 1° Agosto a Roma tra il
Ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire e i nostri Ministri Pier Carlo
Padoan e Carlo Calenda.
A fronte dell’offerta
francese di estendere l’operatività dei cantieri anche al reparto militare (ma
in cambio della maggioranza francese nel capitale STX) l’Italia ha ribadito:
senza il controllo di maggioranza di Fincantieri sui cantieri navali di Saint-Nazaire,
non ci potrà essere accordo. Anche il Ministro francese dell’Economia, Bruno Le
Maire appare determinato e non disposto a compromessi; durante un'intervista
rilasciata al Journal du Dimanche ha spiegato che "se non ci sarà accordo con
l'Italia resteremo alla situazione attuale e cercheremo altri acquirenti".
Cari amici, quanto
avvenuto nell’affare Fincantieri-STX ha fatto emergere un profilo del
Presidente francese Emmanuel Macron ben diverso da quello che si era voluto
dipingere durante la sua campagna elettorale. La “facciata” era ben diversa dal
suo interno, dal suo contenuto. Ora Macron appare meno europeista e liberale
delle attese e molto più nazionalista di quanto si sarebbe potuto supporre.
Credo che questa storia ci debba portare ad una seria riflessione. Se torniamo
al recente passato, quando Telecom è passata di mano proprio a favore di
operatori francesi, ci viene il dubbio che lo stesso ‘blocco’ avremmo potuto
metterlo anche noi, oppure sarà che noi siamo più europeisti dei nostri cugini d’oltralpe?
Insomma, il problema è serio: o stiamo tutti
realmente e concretamente in Europa, oppure c’è chi ci sta solo per egoistica
convenienza! Per me, ma credo anche per molti altri, Macron ora più che un vero
europeista sembra pensare ad un’Europa dove la ‘vera centralità’ sia
rappresentata proprio dalla sua Francia…
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento