Le foto dell'araucaria angustifolia di Funtana Meiga sono di Santino Virdis
Oristano
25 Agosto 2017
Cari amici,
L’araucaria è una
pinacea che però non appartiene alla flora dei nostri territori. Ad Oristano
però, forse per il suo elegante portamento, alcuni esemplari hanno trovato da
tempo buona accoglienza, sia nei giardini privati che negli spazi verdi
pubblici. Personalmente l’esemplare che ricordo più facilmente è quello ancora
presente in Piazzetta Corrias, che ritengo debba avere qualcosa come un secolo
di vita, avendolo conosciuto bello grande fin dagli anni della scuola (anni '60), quando
l’Istituto Tecnico Commerciale era posto dove oggi ha sede il museo civico
dedicato a Pepetto Pau. Di quest’albero ho un ricordo curioso, risalente a una ventina d'anni fa. Passando in Piazzetta un giorno, un frutto all’improvviso cadde da
quest’albero: una pigna grossa e pesante; forse per un colpo di maestrale il "proiettile" piombò
in testa ad un passante, facendolo non solo urlare di dolore, ma causandogli anche
un bel bozzo.
Ebbene, amici, proprio questi giorni, mentre sto trascorrendo a Funtana Meiga alcuni giorni di
vacanza, la
curiosità su quest’albero, originario del Sud America, mi è tornata all'improvviso. In questo villaggio un amico (oggi purtroppo scomparso) piantò nel giardino, una trentina d’anni
fa, un’araucaria. In questi anni la pianta si è notevolmente sviluppata e quest’estate
ha fruttificato per la prima volta, esibendo con orgoglio una dozzina di belle
pigne verdi (molto simili a quelle del nostro pino marittimo), cosa che ha reso l’albero
ancora più bello e maestoso. Per soddisfare la mia nota curiosità, non ho resistito
alla voglia di fare delle ricerche su questa pianta, il cui risultato ora
voglio trasmettere anche a Voi. Ecco la particolare storia di quest’elegante albero.
Le piante di Araucaria ora
appartengono alla famiglia delle Araucariaceae, classificazione di recente costituzione
in quanto in precedenza erano comprese nella famiglia delle Pinaceae. Le araucarie sono alberi
secolari che possono raggiungere e superare i 40 metri di altezza, che vivono
200-300 anni in media, benché alcuni esemplari arrivino a superare anche i 500
anni di vita. L’Araucaria è una pianta dioica, quindi presenta i generi
maschile e femminile in individui separati. L’impollinazione è anemofila: il
polline è sottilissimo e una leggera brezza è in grado di trasportarlo nell’esemplare
femminile.
Le specie di Araucaria sono una ventina: tutte piante sempreverdi, originarie dell'America meridionale e dell'Australia. Le specie più note, sono la angustifolia, la araucana, la heterophylla (chiamata anche "Pino di Norfolk"), la A. bidwillii e diverse altre). Oggi voglio parlare in particolare dell’Araucaria angustifolia, detta anche Pino del Paraná (in lingua portoghese pinheiro do Paraná o pinheiro-Brasileiro, ed in lingua indigena curí), che è l'unica conifera nativa del Brasile; la specie fu inizialmente chiamata Columbea angustifolia Bertol., nel 1819. È un albero la cui presenza ha dato il nome alla città di Curitiba, ed Araucaria, ed è anche il simbolo dello stato del Paraná.
Le specie di Araucaria sono una ventina: tutte piante sempreverdi, originarie dell'America meridionale e dell'Australia. Le specie più note, sono la angustifolia, la araucana, la heterophylla (chiamata anche "Pino di Norfolk"), la A. bidwillii e diverse altre). Oggi voglio parlare in particolare dell’Araucaria angustifolia, detta anche Pino del Paraná (in lingua portoghese pinheiro do Paraná o pinheiro-Brasileiro, ed in lingua indigena curí), che è l'unica conifera nativa del Brasile; la specie fu inizialmente chiamata Columbea angustifolia Bertol., nel 1819. È un albero la cui presenza ha dato il nome alla città di Curitiba, ed Araucaria, ed è anche il simbolo dello stato del Paraná.
I grossi frutti della angustifolia sono simili alle pigne del nostro
pino mediterraneo, anche se più grosse, e sono ricchi di semi, chiamati
"pinhões", che in passato hanno rivestito grande importanza per
l'alimentazione degli indigeni.
Il pinolo di angustifolia,
o pinhão, è un seme lungo circa quattro centimetri, dalla forma allungata e di
colore avorio, avvolto da una scorza coriacea e raccolto in pigne di grosse
dimensioni. Ricerche storiche e ritrovamenti archeologici mostrano come gli
indigeni Kaingang e Xokleng vivessero di caccia e della raccolta del pinolo.
Questo frutto ha poi rappresentato nel tempo un nutrimento fondamentale anche
per altri popoli indigeni e per i coloni (anche italiani e tedeschi) che
giunsero in queste zone del Brasile.
Pur considerati un
alimento povero (noto come” ammazza-fame”), questi pinoli sono presenti in
molte preparazioni della cucina tradizionale brasiliana. I pinoli sgusciati, normalmente
vengono bolliti e impiegati in numerose preparazioni culinarie (a volte cotti
direttamente sulla stufa nelle abitazioni dei raccoglitori). Le due ricette
tradizionali a base di pinoli sono la paçoca
de pinhão (pinoli bolliti e macinati, mescolati con carne essiccata) e l’entrevero (diversi tipi di carne bollita
con verdure e pinoli). I popoli indigeni lo consumavano tradizionalmente nella sapecada: i pinoli erano coperti con le
foglie dell’araucaria e il tutto era dato alle fiamme, quindi il pinolo così
abbrustolito era pelato e consumato nella foresta stessa. Ancora oggi i
raccoglitori sono soliti consumare il pinolo cotto in questa maniera durante le
giornate di lavoro nella foresta.
Cari amici, debbo dirvi
che questa ricerca mi ha davvero interessato! Da ragazzo mai avrei pensato che
queste grosse e pesanti pigne fossero all’interno piene di pinoli addirittura commestibili!
Scoprirlo ora, da senile ‘over 70’, diciamo che un po’ mi dispiace ma poco importa! Restare
curiosi a tutte le età è senz’altro positivo: perché serve certamente a tenere allenati e vispi i nostri neuroni che, con l'avanzare dell'età,…spesso diventano fiacchi e si addormentano!
A domani.
Mario
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