Oristano
24 Maggio 2017
Cari amici,
Dopo aver fatto arrivare
stancamente e quasi “con l’ossigeno” la precedente Giunta alla fine della legislatura,
i partiti della coalizione di sinistra che, vincendo le precedenti elezioni hanno
governato la città, non sembrano aver ritrovato quella pace che da tempo andavano
cercando. Dopo il ‘forzato’ ritiro di Guido
Tendas, “Componidori” di una squadra a cui non sono certo mancate le
contestazioni (spesso a torto), i Padrini
politici della coalizione hanno continuato a litigare non poco per trovare
un accordo condiviso e individuare un degno sostituto di Tendas che potesse, in
modo forte, fronteggiare gli opposti schieramenti pronti a dare battaglia. In
particolare lo schieramento delle destre che, dopo aver masticato amaro per la
precedente sconfitta, non vede l’ora di tornare al governo della città.
Ma se Atene piange,
Sparta non ride. Anche quest’ultimo schieramento appare poco coeso, litigioso e
carico di quell’individualismo che, incurante della ricerca del bene comune, si
fossilizza in bizantinismi poco consoni a garantire un saggio governo della
città e dei suoi abitanti. Chi ha seguito le vicende di quest’ultimo periodo ha
toccato con mano quanto siano frammentati e poco coesi entrambi gli schieramenti
principali che si contendono la vittoria.
Qualche osservatore
attento ha notato anche un fermento nuovo, una ricerca di consenso fuori dai 2
schieramenti partitici, con la discesa in campo anche di qualche nome di spicco; consenso che,
se opportunamente sostenuto, avrebbe potuto seriamente insidiare i due ‘Componidori’ della Sartiglia politica oristanese,
di destra e di sinistra. Unire, amalgamare, i diversi modi di intendere la politica è però
alquanto difficile per il noto individualismo dei sardi e degli oristanesi in
particolare, motivo per cui non è stato possibile raccogliere quel vasto consenso auspicato.
Il sogno di riunire sotto una comune bandiera
civica, né di destra né di sinistra, un raggruppamento forte, in grado di far fare ad Oristano un “salto
nel nuovo che avanza”, mi pare che possa tramontare, far "morire all'alba", quel forte desiderio di cambiamento. Sarà
difficile che Oritano sposi un’alternanza A-partitica, seppure probabilmente in grado di concretizzare quel desiderato vento d’innovazione di cui la città ha bisogno per rinnovarsi. Per farlo ci vuole coraggio e audacia!
Vedete, cari amici, la
mia convinzione è che noi non siamo ancora pronti a “fare il grande salto”, a
tentare di sterzare con forza per uscire dai soliti binari. Insomma, abbiamo paura di
mettere in pratica quanto, invece, hanno caparbiamente fatto i
francesi, dando fiducia al giovane Emmanuel Macron, snobbando i partiti tradizionali di
destra e di sinistra. Una politica, quella di Macron, distante e indipendente
dai partiti, quelli che per anni hanno governato i francesi. Macron appena
eletto Presidente nel suo primo discorso ha detto: "Avete scelto di essere
audaci”, ed è stato davvero così: i francesi lo sono stati!
Ci vuole coraggio e audacia,
voglia di rischiare, per poter cambiare. Bisogna essere pronti e disponibili al
cambiamento, innovativi e creativi: insomma cavalcare il cambiamento, essere al passo coi tempi. In futuro la
nuova politica dei popoli sarà portata avanti dai giovani: chi l’avrebbe
mai detto che la Francia avrebbe eletto un Presidente di 39 anni? Ci vuole
coraggio a “rottamare” il vecchio per
il nuovo e i giovani questo coraggio ce l'hanno. En Marche, il movimento di Macron, è riuscito in poco tempo a
convincere i francesi, scatenando una rivoluzione che ha rappresentato un vero
e proprio choc nella Francia ancorata al passato ed ai rituali della vecchia
politica.
Cari amici, non sono né
un politico né un competente commentatore politico, ma ritengo che Oristano
abbia (anche come candidati) diversi giovani seri e capaci, sicuramente
impregnati di voglia di fare, del desiderio di fare una politica nuova, moderna, ma questa aspirazione è
frenata dai vecchi “gruppi di potere” che li fagocitano, li irretiscono,
tentano di tarpare loro le ali; posso garantirvi che questi giovani esistono: sono presenti non solo
in quel “gruppo civico” che si è
ufficialmente schierato fuori dai partiti tradizionali, ma anche nei due
schieramenti prima citati di destra e di sinistra. A questi giovani, molti dei
quali a me legati da tempo da sincera amicizia, dico solo una cosa: abbiate il coraggio di “uscire allo
scoperto”, di alzare la voce, di combattere contro gli ‘anziani gattopardeschi’,
che vi vogliono succubi, in quanto a parole dicono di voler cambiare tutto, ma
in realtà è solo finzione: il loro credo è cambiare tutto, in modo però che nulla cambi! Siete Voi la forza che dovrà farsi carico del futuro della città!
Ormai siamo arrivati al
dunque: l’11 Giugno andremo nuovamente alle urne. Come dice una un’antica
locuzione latina, “Il dado è tratto”! La competizione sotterranea è già iniziata:
si gira casa per casa, si fanno promesse che difficilmente verranno mantenute,
si salutano tutti e si abbracciano anche quelli ai quali fino a pochi giorni
prima non veniva rivolto neanche uno sguardo; si perpetuano in questo modo i
riti della vecchia, obsoleta politica.
Pochi giorni fa a qualcuno che mi
chiedeva: “andrai a votare quest’anno? E, se ci andrai, a chi darai il tuo
voto?”, ho fatto spallucce. Vi confesso che ho avuto difficoltà a rispondere
con sincerità. Avendo, come ho detto prima, diversi amici candidati, praticamente
presenti in quasi tutti gli schieramenti, il mio problema, più che privilegiare Tizio anziché
Caio, era quello ben più preoccupante di continuare a pensare che dopo il voto poco o
nulla sarebbe cambiato.
Non credo di essere un
visionario, né che la mia riflessione di oggi possa essere considerata utopia. Oristano, nella sua odierna realtà, ancorata ad un immobilismo che non vuole cambiare, a me, credetemi, fa davvero paura.
A domani.
Mario
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