sabato, maggio 20, 2017

EVA, UN “REGGISENO TECNOLOGICO”, IN GRADO DI DIAGNOSTICARE PER TEMPO IL CANCRO. LA SCOPERTA È DI UN GIOVANE STUDIOSO, CHE HA VISTO MORIRE DI QUESTO MALE LA MADRE.



Oristano 20 Maggio 2017
Cari amici,
Juliàn Rios Cantu, giovane studente liceale messicano, aveva solo 13 anni quando alla mamma fu diagnosticato un cancro al seno per cui venne successivamente operata con un intervento di doppia mastectomia. Un calvario lungo e difficile (che comunque la portò alla morte), al quale il figlio assistette assolutamente impotente. Il male che aveva colpito la madre lo tormentò non poco, tanto da non riuscire ad accettare la sua morte e a farsene una ragione. Decise perciò di mettersi alla prova per cercare di trovare un rimedio che potesse consentire a molte donne di non fare la fine della madre.
I sistemi attuali per cercare di prevenire il tumore al seno li conosciamo bene: autopalpazione, ecografia, mammografia, visite senologiche periodiche… Ma tutto questo a Juliàn, ossessionato dalla morte prematura della madre non bastava. Troppo forte il dolore per il dramma che lo aveva segnato, tale da convincerlo a dichiarare guerra senza esclusione di colpi a quel cancro che lo aveva privato dell’affetto e dell’amore materno. Questa la forza che lo ha invogliato a lanciare la sfida contro quel male insidioso e, con buona certezza, a vincerla.
Il giovane Juliàn, ormai diplomato, conosceva bene l’importanza dell’ossigeno per i tumori, e sapeva che in caso di tumore l’afflusso medio del sangue (portatore di ossigeno) in una certa zona aumenta. Questo particolare gli ha fatto balenare l’idea di un reggiseno speciale, in grado di monitorare lo stato di salute o malattia della mammella. La sua idea, portata avanti insieme ad altri 3 giovani diciottenni, si è trasformata in realtà: diventando una società start-up, chiamata Higia Tecnhologies; questa, nonostante sia ancora nella fase iniziale dell'attività, ha già vinto importanti riconoscimenti: come il Global Student Entrepreneur, ricevuto a Francoforte in Germania, che ha fruttato ai giovanissimi scienziati 200.000 dollari di premio da usare per migliorare ulteriormente il progetto derivato dalla loro intelligente intuizione.
Juliàn è ormai considerato un piccolo genio della tecnologia. Dalla sua intuizione è nato un prototipo che è considerato un sistema capace di scoprire per tempo l’insidiosa malattia che aggredisce in modo terribile molte donne. L'idea del particolare reggiseno, concepita nella sua fervida mente, si è concretizzata trasformando questo capo femminile in un indumento tecnologico, munito di una serie di sensori speciali (né colleziona più di 200), capaci di rilevare quelle prime anomalie che portano la donna a preoccuparsi e quindi portata a farsi controllare. Questo allarme, nell'eventualità il dubbio si sia trasformato in realtà, consente di poter intervenire tempestivamente contro la malattia.
Il suo speciale reggiseno è stato chiamato “EVA” e, per quanto, come detto prima sia ancora un prototipo, appare in grado di diagnosticare un eventuale cancro potenziale. Una volta indossato l'indumento i sensori contenuti al suo interno dialogano con lo smartphone della donna, che, ricevuti i dati pervenuti li archivierà, per poterli poi confrontare con i successivi che perverranno, e in caso di cambiamenti significativi manderà degli appositi segnali. Nel caso di anomalie, una notifica suggerirà alla donna un controllo medico approfondito.
Al prototipo bastano tra i 60 e i 90 minuti a settimana per verificare la presenza o meno di eventuali campanelli d'allarme. Juliàn ora, per poter fabbricare e commercializzare nella sua start-up questo reggiseno facendo così decollare il progetto, ha bisogno di fondi. "Non voglio assolutamente che altre persone vivano quello che ho passato io con mia madre", ha detto il giovane, che non riesce ancora a dimenticare il dolore che da ragazzino lo assalì quando la donna, con sua immensa disperazione, morì. 
Certo, non esistono ancora certezze ufficiali sul perfetto funzionamento del suo prototipo e sulla sua concreta efficacia diagnostica, ma il lavoro per perfezionarlo è già avviato e appare in grado di essere di non poco aiuto nella scoperta preventiva del tumore.
EVA è all’apparenza un reggiseno assolutamente normale; i suoi sensori, però, a contatto con la pelle sono in grado di monitorare la temperatura, la forma e il colore del seno, inviando i dati continuamente all’applicazione smartphone collegata. In caso di cambiamenti imprevisti il cellulare manda una notifica, con l’immagine di cosa non va e dove. Se non si tratta di pieghe o brufoli, se il sospetto appare fondato ai medici che effettuano il controllo, alla donna saranno fatti esami più completi. Il reggiseno, che appare abbastanza comodo da indossare, potrebbe essere usato saltuariamente, ma sarebbe buona abitudine indossarlo anche con continuità.
Cari amici, nel 2016 in Italia si sono registrati circa 50 mila nuovi casi di tumore al seno: erano circa 48 mila nel 2015. Sono molti i progressi scientifici fatti negli ultimi anni per contrastare la malattia, come la scoperta di una proteina che combatte il tumore mammario, e nuovi metodi preventivi come la mammografia 3D, ma scoprire quanto prima l’inizio del tumore rimane essenziale.  Il cancro al seno, se diagnosticato per tempo, sfiora il 100% di possibilità di essere debellato.
Per questo la soluzione del giovane Juliàn Cantu appare qualcosa di innovativo senza essere invasiva, consistendo semplicemente nell’aggiungere la tecnologia ad un indumento intimo che la maggior parte delle donne indossa, comunque, quotidianamente.  Insomma, la lotta contro il cancro, una delle grandi piaghe del nostro tempo, ha ora ha un alleato in più: una magnifica invenzione che potrebbe salvare la vita di migliaia di donne nel mondo.
Ciao, amici, a domani.
Mario



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