Oristano
7 Maggio 2017
Cari amici,
Chi è Antonio Corriga,
illustre cittadino di Atzara adottato poi dalla nostra Oristano, lo sanno un po’
tutti, non solo i sardi, essendo stato un personaggio noto a livello
internazionale. La sua vita e la lunga carriera artistica ho già avuto modo di riepilogarla
su questo blog, in due occasioni: la prima a circa un anno dalla sua morte
(avvenuta il 16 Dicembre del 2011) con il post del 12 Marzo 2013 e la seconda
in occasione della presentazione di un suo filmato-ricordo all’Ariston, il 16
Gennaio di quest’anno. Per chi di Voi, attratto dalla curiosità, vuole andare a
leggerli ecco i link (http://amicomario.blogspot.it/2013/03/antonio-corriga-l-uomo-e-lartista-un.html
- http://amicomario.blogspot.it/2017/01/antonio-corriga-la-vita-in-un-intreccio.html).
Oristano, come ben
sappiamo, conosce bene e applica abbastanza spesso la logica del “Nemo propheta in Patria”, e agli inizi
sembrava che questa logica fosse stata applicata anche all’illustre personaggio
di Atzara, ma sostanzialmente col trascorrere del tempo queste preoccupazioni appaiono
fugate. Si, perché Venerdì 5 Maggio, nel Museo Diocesano Arborense è stata inaugurata
da Mons. Ignazio Sanna una splendida mostra-ricordo delle sue opere, resa
possibile dopo aver raccolto, con grande dispendio di energie, una serie di
suoi capolavori (prestati per l’occasione da collezionisti pubblici e privati).
Artefici dell’allestimento, oltre a S.E. Mons. Ignazio Sanna (che ha messo a
disposizione l’opera che è stata utilizzata anche per la locandina dell’evento),
il Sindaco di Oristano Prof. Guido Tendas, l’Arch. Silvia Oppo, il
documentarista Antonello Carboni e la figlia dell’artista Sabina, vero motore
dell’operazione.
Nella presentazione
dell’evento, avvenuta nello splendido cortile interno del museo, è stato reso
edotto il numeroso pubblico presente, sul perché della splendida mostra: in
sostanza il riepilogo di un percorso, ovvero la ricostruzione di quel
particolare fil rouge che ha
accompagnato la vita artistica del grande Antonio Corriga. I relatori, introdotti
da Silvia Oppo vero regista della serata, hanno preso la parola a partire da Mons.
Sanna, che ha aperto i lavori con i saluti e il ringraziamento ai creatori dell’evento
ed ai partecipanti, a cui hanno fatto seguito gli interventi di Guido Tendas,
che ha ricordato l’amicizia che per lungo tempo lo ha legato all’artista e di
Antonello Carboni che ha ricordato sia i lunghi trascorsi con il pittore, che
ha avuto occasione conoscere a fondo, che il laborioso lavoro fatto per l’acquisizione
della disponibilità delle opere; ha poi concluso la figlia Sabina, che ha
ricordato il Corriga padre, evidenziando importanti scorci di vita familiare,
tradotti poi dal pittore in ritratti di famiglia, esposti anche nella mostra.
È poi iniziato il
percorso visivo dell’allestimento. La mostra è apparsa agli spettatori, guidati
da Carboni e dalla figlia Sabina, come una specie di “viaggio nel tempo”, diviso
per settori: da quello familiare a quello laico, dedicato alle attività
campestri, per arrivare infine a quello più importante, quello della religiosità
interiore di Antonio Corriga, sicuramente il settore più approfondito dall’artista,
che nelle sue numerose opere ha ripetutamente voluto rappresentare “il sacro” nelle
sue mille sfumature. Lo ha voluto fare con l’utilizzo di mille pennellate di colore
di diversissima intensità: dal cupo delle processioni serali a quelle solari, luminose,
dove i confratelli sono comunque quasi sempre evidenziati con espressioni forti,
tristi o dolorose, a volte angoscianti, come poco gioiosa risulta essere spesso
la vita dell’uomo.
Sicuramente un percorso
di grande interesse quello che farà chi visita la mostra, che ai molti presenti
alla presentazione dell’altra sera ha fatto conoscere un Corriga diverso, un
pittore straordinario, che può essere definito, senza se e senza ma, uno degli
esponenti di maggior spicco della pittura del Novecento. Per una sua migliore
conoscenza gli autori della mostra hanno voluto esporre anche alcune sue
sculture, diversi studi preparatori di sue importanti opere (come la grandiosa
tela collocata sull’altare della Chiesa di N. S. di Bonaria a Cagliari di 9
metri per 4 di larghezza) e diverse lastre di metallo di sue opere grafiche.
Cari amici, in questo
post che state leggendo non ho volutamente parlato del Corriga uomo, dei suoi
studi iniziali, della sua formazione e della sua realizzazione artistica. Tutto
questo l’ho già evidenziato, credo nel modo migliore, nei miei precedenti post
prima richiamati: chi vorrà potrà andare a consultarli. Oggi voglio solo
esprimere tutta la mia gioia nel vedere riconosciuto al grande artista sardo il
giusto onore che certamente merita! Oristano non deve mai dimenticare i suoi figli, anche se adottivi, riconoscendo loro il giusto
tributo; Antonio Corriga, seppur non oristanese d’origine, è stato un grande cittadino di Oristano: ne ha fatto
parte anche a livello politico-amministrativo, ed ha onorato non poco la nostra
città.
Sabina con Don Giuseppe
La mostra, inaugurata
in occasione dell’edizione 2017 di “Monumenti aperti”, rimarrà aperta al
pubblico sino al prossimo 27 Agosto. Sono certo che tantissimi saranno coloro
che andranno a visitarla! Ecco, alcune foto dell’inaugurazione.
Grazie amici della
Vostra attenzione.
Mario
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